Articolo a cura di Giuseppe Moramarco, educatore cinofilo
Una favola. Una passione.
E’ passione quando passi ore ad osservare il tuo cane, e tutti quelli che incontri sul tuo cammino.
E’ passione quando passi ore a scervellarti per risolvere la difficoltà che il tuo cliente sta riscontrando con il suo cane.
E’ passione anche quando sei lì fino a tardi per studiare e cercare di migliorarti sempre più.
Ed è passione tutte le volte che qualcuno ti chiede, “ma che lavoro
fai?” – “l’educatore cinofilo!” “…silenzio ed imbarazzo..””ah, ok..ciao..”
Ho cominciato per passione, perché il cane mi scorre nelle vene. Sin da piccolo, da quando passavo ore a curare i randagi di quartiere (allora non si chiamavano ancora “cani di quartiere”. Erano semplicemente bastardi. I miei adorabili bastardi!).
O quando invece di andare a giocare a pallone con gli amici, mi ritrovavo catapultato sulle colline che circondano il mio paese, Altamura (sì, quella rinomata per il pane. Ed ora lo è anche per il cane), pur di stare assieme a Birillo. Il primo cane che mi ha rapito il cuore. Il primo di una lunga serie.
Passo dopo passo, anno dopo anno, lavoro dopo lavoro, ho capito che c’era solo una soluzione. Trasformarla in lavoro. Acquisire competenze per poter essere realmente d’aiuto. Acquisire esperienza per poter affrontare ogni giorno difficoltà sempre più grandi.
“Giuseppe, ma tu non guadagni molto, chi te lo fa fare?!” mi ripete mia madre ogni giorno.
Avete mai guardato negli occhi di un cane incompreso? Se ci sono incomprensioni con il vostro cane, ora, in questo momento, mentre state leggendo queste poche righe, fermatevi e provate a guardarlo negli occhi.
Non vi viene la voglia di abbracciarlo, di prendervi cura di lui, di proteggerlo e di condividere con lui il tempo più bello della vostra vita? Ma soprattutto, non vi viene voglia di capirlo, rispettarlo, farlo stare bene e sopra ogni cosa, stare bene voi con lui? Altrimenti, perché avreste preso un cane?
Ecco perché lo faccio.
Ho cominciato questo lavoro per passione, l’ho già detto? La passione che mi portava ogni giorno ad arrabbiarmi con me stesso perché non riuscivo a capire Marshall. Parte della mia Anima. Ogni weekend per sei mesi ho frequentato una scuola per educatori cinofili. Io la chiamo una scuola di vita, perché davvero ho intrapreso una nuova vita. Giorno dopo giorno ho cominciato a vedere le cose da un’altra prospettiva. In gergo si dice cinocentrica.
Sapete cosa vuol dire?
Uhmm..essere un po’ cane!
Lo sapete ad esempio che il vostro cane ha una visione del mondo soprattutto olfattiva? Che gli odori per lui non hanno soltanto un valore simbolico. Per lui gli odori sono come un’enciclopedia. Sono un po’ come “Google.” Hanno una risposta un po’ per tutto. E ho cominciato a domandarmi, ma questo odore, questo spazio, questo essere all’altezza delle mie ginocchia, che punto di vista può dargli?
Poi ho cominciato a valutare il suo linguaggio.
Occhi, bocca, labbra, sopracciglia, denti, guance e rughe. Voi lo chiamate viso.
Io lo chiamo linguaggio.
Orecchie, peli, coda..voi li chiamate con questi nomi, giusto?
Io li chiamo linguaggio.
Sbadigli, socchiudere gli occhi, leccarsi il muso, camminare curvando…voi come li chiamate….?
indovinate io?
Sì. Li chiamo linguaggio.
E forse è troppo riduttivo.
Li chiamo rispetto delle alterità.
Cosa significa?
Uhmmm…significa armonia!
Significa percorrere una strada insieme al mio cane.
Vi racconto una piccola favola.
C’era un uomo che doveva attraversare un ponte pericolante assieme al suo cane. Era un ponte “magico”, ma pericolante. Un ponte che si reggeva soltanto se a camminare erano due esseri viventi contemporaneamente.
Il primo giorno, l’uomo decise di attraversare il ponte prendendo in braccio il suo cane. “semplice, pensò. possibile che nessuno prima di allora non c’avesse pensato?”
Cominciò a camminare sul ponte, e si rese conto che le tavole di legno, che sostenevano il suo peso con quello del cane, non riuscivano a reggere.
Il secondo giorno decise di mettere il suo cane al guinzaglio e di affidarsi completamente al destino. E così il cane cominciò a camminare davanti a lui. Ad un certo punto, si rese conto che il cane, non riusciva a vedere le tavole più fragili. Rischiava di cadere nel precipizio.
Anche questa volta non ci riuscì.Il terzo giorno, decise di mettersi lui davanti al cane. Cominciò a camminare, come se volesse proteggerlo da eventuali cadute. Ma man mano che progrediva, si rese conto che gli scricchiolii del legno più fragile, non riusciva a sentirli. Alcuni erano troppo silenziosi. Rischiavano di cadere nel precipizio.
L’ultimo giorno, dopo tanto pensare, decise di camminare con il suo cane affianco. Gli insegnò a non tirare al guinzaglio e decise di incamminarsi su quel ponte pericolante.
Non ci crederete…ma insieme, erano in grado di affrontare il percorso, unendo le abilità di ognuno al servizio dell’altro.
L’uomo era in grado di vedere, il cane era in grado di sentire. Insieme riuscirono ad affrontare il ponte pericolante. Non c’era mai riuscito più nessuno dalla notte dei tempi.
…ad un certo punto poi, ho cominciato a valutare il suo apprendimento e le sue risorse primarie e secondarie.
Cosa vuol dire?
Mmmmhh..vuol dire pensare un pò da cani.
Pensare un pò come un cane.
Prima gridavo. Ora parlo.
Prima tiravo, ora cammino al suo fianco.
Prima forzavo, ora rispetto.
Prima, non capivo sinceramente un cazzo, passatemi il termine, di quello che poteva capire il mio cane.
Ipotizzavo. Arrancavo nell’ignoranza più totale.
Ora, siamo finalmente felici.
Poi ho cominciato a rispettarlo.
E sapete una cosa…ora lui rispetta me.
In gergo si chiama RELAZIONE. La Relazione è quello che vi lega a vostra moglie o a vostro marito. E’ quello che vi lega ad un figlio , ed è quello che da migliaia di anni, hanno condiviso due specie così diverse, ma così affini. Due specie così lontane fra loro per linguaggio, forma, stile di vita…eppure così vicine nei rapporti con la società, con la prole, con i colleghi di lavoro, con la naturale attitudine a vivere in una famiglia.
Un BRANCOFAMIGLIA.
Fatto di uomini e cani legati dall’energia di un’unione così paradossalmente perfetta.
Infine ho cominciato a voler diffondere le mie conoscenze. Ho cominciato a parlare con i miei clienti. E sapete una cosa??
Ora loro parlano con il proprio cane.
Sì, se voi venite ad Altamura, ora non troverete più soltanto il pane. Ora voi troverete il cane. Il cane parlante.
Alcuni la chiamano una favola. Io la chiamo passione.
Alcuni non vedono nemmeno gli strumenti invisibili che porto con me quando sono con un cane. Ma sapete una cosa? Ci metto davvero il cuore nel lavoro che faccio ogni giorno con i mie clienti, e loro, giorno dopo giorno, cominciano a camminare su quel ponte magico, fatto di piccole cose che possono cambiare davvero, ogni prospettiva.
Giuseppe Moramarco
Tel. 328.2241745
http://www.facebook.com/dogs.life.altamura
Giuseppe e Marshall in un’esibizione di DogDance
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