0 7 minuti 12 anni

A cura di Claudio Minoli

del Centro Cinofilo Psycodogs – Acquaviva delle Fonti (BA)


sponsorizzata
 

corso per educatore cinofilo


Sempre più spesso al mio campo arrivano cani con atteggiamenti compulsivi.

E sempre più proprietari mi chiedono cosa significhi essere compulsivi e da cosa possa derivare questa anomalia comportamentale.

Shale e Jenny
socializzare è un toccasana per il benessere del vostro cane.

Proviamo insieme ad analizzare le caratteristiche (in maniera generica) della compulsività.

Intanto partiamo da una piccola definizione. La parola “compulsivo” descrive l’irresistibile, repetitivo “desiderio” di eseguire un dato comportamento, o una data sequenza comportamentale. Essi non sembrano a servire ad alcuno scopo evidente. Un cane mostra atteggiamenti compulsivi, anche se apparentemente questi non comportano alcun tipo di beneficio alla vita dello stesso.

Molti proprietari infatti, sembrano cadere dalle nuvole quando viene evidenziato un problema di compulsività. Altri invece pensano addirittura che siano comportamenti del tutto naturali. Ma a volte così non è…

Alcuni cani passano minuti, addirittura ore ad impegnarsi in comportamenti ripetitivi.

Arrivano a perdere peso, a volte a ferirsi, ad una stanchezza devastante. E’ come se ci fosse qualcosa, una calamita verso quel dato comportamento, ed è come se fosse indispensabile alla loro sopravvivenza eseguire quella sequenza comportamentale.

Vediamo quali sono questi comportamenti:

Comportamenti di locomozione: “tali chasing” è quello più evidente. Ovvero muoversi in cerchio e rincorrersi la coda.
Oppure camminare avanti ed indietro. Inseguire riflessi di luce o di ombre.

Comportamenti orali: Il più “gettonato” è il mordersi gli arti. Leccarsi (da cui derivano poi i granulomi da leccamento e le dermatite psicogene).
Leccare l’aria o il tartufo in maniera incessante. “Succhiarsi il fianco”. Grattarsi in maniera esagerata. Mordere o leccare oggetti. Cacciare le mosche. Comportamenti di Pica

Comportamenti aggressivi: in questo caso i casi più evidenti sono quelli relativi all’aggressività autodiretta (per esempio ringhiare e mordere le parti posteriori del proprio corpo, aggredire la coda). Aggredire la ciotola dell’acqua o del cibo. Alcune forme di aggressività incontrollata verso oggetti inanimati.

Comportamenti vocali: L’esempio più classico è l’abbaiare ritmicamente

Comportamenti allucinatori: Fissare le ombre o fissare il vuoto.

Leccarsi ossessivamente il tartufo potrebbe essere un atteggiamento compulsivo

Le cause dei comportamenti compulsivi sono davvero tante, e soltanto un’attenta anamnesi riesce a fornire strumenti ed indicazioni valide per poter affrontare un percorso rieducativo. Percorso che deve sempre essere svolto da professionisti esperti del comportamento come Istruttori Comportamentalisti e Medici Veterinari Comportamentalisti.

Inizialmente un cane può mostrare solo il comportamento compulsivo quando è esposto ad una situazione stressante o quando il suo livello di eccitazione viene attivato sensibilmente. Ed è quindi indispensabile riuscire a fornire informazioni sulla vita del cane e su come viene accudito. Fondamentale, inoltre, è una valutazione accurata del profilo caratteriale e comportamentale del cane.

Oltre ovviamente alla verifica attenta del problema, con un occhio di riguardo ai seguenti fattori:

– Situazioni in cui si manifesta l’atteggiamento compulsivo (valutazione dei fattori scatenanti)

– Valutazione del comportamento e delle reazioni dell’ambiente (cani e proprietari interagiscono, ricevendo e ricreando “rinforzi” anche involontari)

– Durata e frequenza del comportamento

– Intensità del comportamento compulsivo

– età, sesso, stato di salute del cane che mostra atteggiamenti compulsivi.

– descrizione accurata dei primi episodi compulsivi

– eventuali tentativi di correzione effettuati dal proprietario

– indagine “genetica”, reperendo maggiori informazioni possibili sulla genealogia del cane compulsivo,

– indagine, ove possibile, sullo sviluppo comportamentale del cucciolo durante le fasi sensibili “prenatale”, “neonatale”, di “transizione” e di “socializzazione”, periodi di vita del cane che vanno dal suo concepimento (gestazione della madre) alla 12 settimana di vita circa.

In taluni casi, potrebbe risultare utile una valutazione neurologica da parte di un medico veterinario esperto in neurologia. Il successo del percorso rieducativo, dipende anche dall’esclusione di eventuali interferenze fisiche e fisiologiche.

Alcuni consigli.

Il consiglio sicuramente più utile è quello di rivolgersi ad un professionista. In tutto il territorio, sono presenti esperti certificati  che possono aiutarvi nell’affrontare nella maniera più costruttiva, il disagio vissuto dal vostro amico a 4 zampe. Auspicabile è la collaborazione tra l’istruttore cinofilo comportamentalista ed il medico veterinario comportamentista, che, in sinergia, riescono a pianificare un percorso rieducativo ad hoc.

Di certo, attività fisica regolare e adeguata allo stato psico-fisico del cane ed esercizi di autocontrollo e obbedienza possono aiutare ad affrontare meglio questa condizione disagiata. Utilizzando solo ed esclusivamente metodi basati sul rinforzo positivo (premiare i comportamenti corretti, affinché al cane sia dato il modo di eseguirli più di frequente), rafforzerà in maniera costruttiva il rapporto cane-proprietario migliorandone l’intesa. Inoltre esercitare la mente ed il corpo potrebbe diminuire i livelli di stress, fattore che spesso è parte integrante dei comportamenti compulsivi.

Per meglio affrontare il tutto, sarebbe bene, oltre al percorso rieducativo, programmare una tabella di lavoro, seguendo queste piccole indicazioni:

Attività fisica aerobica (lunghe passeggiate, corse, nuoto, ecc.) Il cane ha necessità di vivere e relazionarsi all’intero dei territori. Passeggiate e gite in posti nuovi, offrono stimoli che possono impegnare mentalmente e fisicamente, togliendo “tempo prezioso” ai comportamenti compulsivi.

Giochi, divertimento e tutto ciò che potrebbe distrarre il cane dai comportamenti indesiderati.  Giochi olfattivi, nascondendo ad esempio cibo e leccornie, possono mantenere occupato mentalmente il cane in attività sicuramente più costruttive

– Se il cane è socievole, giochi e socializzazione con gli altri cani, possono risultare davvero un toccasana per la stabilità emotiva del cane compulsivo.

Attività sportiva controllata e supervisionata da un istruttore, come l’agility e il discdog, di solito sono parte integrante del percorso di recupero comportamentale.

Ma il consiglio più utile resta sempre quello: non punire il cane quando dimostra atteggiamenti compulsivi. Metodi correttivi devono essere impostati con attenzione solo con la supervisione di un istruttore cinofilo attraverso tecniche specifiche di desensibilizzazione sistematica e di controcondizionamento.
Senza strumenti correttivi/punitivi come collari a strozzo o peggio ancora, con le punte. Chi usa questa metodica, è evidente che non comprende a pieno le difficoltà da cui possono scaturire determinate tipologie di problematiche. Utilizzare una metodica invasiva, non solo è dannoso, ma sicuramente controproducente.

Ma questa è un’altra storia…

Claudio Minoli