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A cura di Serena Santarcangelo.

A differenza dell’uomo, che percepisce frequenze fino a 20 kHz, il cane è capace di percepirne fino a 40 kHz (già da 20 kHz si parla di ultrasuoni).

Spesso si raccontano storie riguardanti episodi di padroni la cui vita è stata salvata grazie al sesto senso del proprio cane, alle sue capacità telepatiche e alle abilità di prevedere catastrofi.

Chi non ha mai sentito parlare di questo genere di superpoteri relativi ai nostri amici a quattro zampe?

E’ arrivato il momento di sfatare questo mito, non per sottostimare la specie canina, bensì per mettere in risalto alcune delle sue capacità sensoriali che spesso superano quelle umane, mettendo in dubbio la ragione per cui a questi ultimi è stato affibbiato l’appellativo di “animali superiori”.

Conoscere i sensi del cane può aiutarci a comprendere meglio la sua percezione del mondo, diversa per ogni specie, come teorizzò Jakob von Uexkull. Egli definì l’Umwelt o universo soggettivo partendo dal presupposto che ogni singolo animale è costituito in maniera differente dall’altro sia dal punto di vista dei sistemi anatomici che di quelli ricettivi; per questo motivo la nostra percezione degli stimoli ambientali non ha niente a che vedere con quella del nostro cane.

Poiché il primo senso che tratterò è l’udito, ricordiamo che il suono è un’onda provocata dalla vibrazione di un corpo in un mezzo, come l’aria. Come tutte le onde, anche quelle sonore presentano una lunghezza d’onda, che consiste nella distanza tra due creste dell’onda e il periodo (tempo), strettamente correlato con la frequenza dell’onda, mediante la quale si valutano le oscillazioni che si verificano in un secondo. L’unità di misura della frequenza è l’hertz ed è la grandezza che indica quanto un suono è acuto o grave, ovvero la misura dell’altezza del suono.

Mediante l’orecchio gli organismi percepiscono le vibrazioni, distinguendone, oltre alle frequenze, l’intensità e la direzione. Il cane, come la maggior parte dei mammiferi terrestri, presenta un orecchio esterno, uno medio e uno interno.

L’orecchio esterno, fisso per l’uomo e mobile per il cane, convoglia le onde sonore nel meato uditivo. I padiglioni mobili, anche in maniera asimmetrica, permettono di localizzare la fonte del suono. L’orecchio medio è costituito da tre ossicini che trasmettono le vibrazioni dal timpano all’orecchio interno, amplificando i suoni. L’orecchio interno presenta la coclea, un complesso sistema di membrane che contiene le cellule ciliate, dei meccanocettori, i veri rilevatori degli stimoli uditivi, che convertono i suoni in segnali sensoriali. Da questi recettori partono le fibre afferenti che convergono nel nervo acustico, mezzo di trasmissione delle informazioni al sistema nervoso centrale.

L’unità di misura della frequenza è l’hertz ed è la grandezza che indica quanto un suono è acuto o grave, ovvero la misura dell’altezza del suono.

Comparare le capacità di percezione delle onde sonore dell’uomo con quelle del cane rende più chiare alcune sue reazioni a stimoli che noi non possiamo percepire e che spesso vengono associate a comportamenti dovuti a capacità sensitive.

Basti pensare che a differenza dell’uomo, che percepisce frequenze fino a 20 kHz, il cane è capace di percepirne fino a 40 kHz (già da 20 kHz si parla di ultrasuoni). Praticamente recepisce il doppio delle oscillazioni al secondo rispetto all’uomo!

Quindi non dobbiamo meravigliarci se il nostro cane riesce a sentire l’arrivo di un familiare qualche secondo prima di noi o se lo ritroviamo ad abbaiare verso una data direzione senza un apparente motivo.

Come dite?? Il vostro cane non vi ascolta???
Su 9 milioni di cani censiti in Italia, a voi è capitato quello più “duro d’orecchi?”… mmmh…

Sulla base di queste informazioni, potremmo cominciare ad impegnarci nell’ assumere un atteggiamento diverso nei confronti del nostro fedele amico a quattro zampe.

Ad esempio, sarebbe utile rivolgersi al cane con un volume della voce basso e rilassato, dato che sente molto meglio di noi ed evitare di urlare inutilmente nei suoi confronti quando si comporta in maniera inadeguata.
Oppure se non dovesse rispondere prontamente al richiamo, potremmo ricreare degli esercizi utili che permettano al nostro amico scodinzolante di capire il senso della nostra richiesta.

Vi faccio un ulteriore esempio. Passate l’intera giornata a rimproverare il vostro cane perché esuberante. “Fido No! Fido stai giù! Fido smettila! Fido vieni qui! Fido vai via di lì! Fido questo non si fa”…ecc ecc…Ora provate ad immaginare cosa possa pensare il vostro Fido…secondo voi è in grado realmente di capire il senso di ogni singola parola? Se non gliela insegnate, è del tutto normale che Fido possa andare in confusione…

Può accadere che la parola “Fido” (a volte dolce, a volte aspra, a volte urlata, a volte sommessa) cominci a perdere di valenza..cominci ad assumere significati diversi, a volte contraddittori, a volte completamente insensati..per non parlare di quante volte si ripete a vanvera il nome…

Ciò, oltre a far trasparire la nostra insicurezza e il nostro stato di tensione, spaventa, infastidisce e confonde il cane, spiegando il motivo per cui in situazioni simili continua a disobbedirci e ad ignorarci.

Volete provare un gioco? Armatevi di bocconcini prelibati.

Fate annusare al vostro Fido un bocconcino, dopodiché pronunciate la parola “Fido” con un tono un po’ curioso. Contestualmente fornite il bocconcino al vostro amico a 4 zampe.

Riproviamo.

Fidoooo?? à Bocconcino…

E ancora.. Fidooo??? à Bocconcino

Lo ripetiamo tipo 10 volte nell’arco della giornata, anche quando il vostro cane è in un’altra stanza o è distratto…. Che cosa accade???

Ovviamente fate attenzione nell’utilizzare la parola “Fido” soltanto quando il cane NON sta commettendo guai. Non vorrei mai che rinforzasse qualche comportamento non propriamente corretto. E soprattutto cominciamo a prendere la buona abitudine di non sgridare il cane con il suo nome. Associare il nome “Fido” a qualcosa di negativo, ricrea sempre situazioni che possono andare dallo stress alla mancanza di fiducia.

Ma più di ogni altra cosa…lo volete davvero un consiglio da amica? Se avete difficoltà con il vostro cane, provate a contattare un educatore cinofilo che vi possa dare qualche indicazione in più su come “parlare” con il vostro cane. A volte le incomprensioni nascono anche dalla differenza di linguaggio che contraddistingue la specie umana da quella canina. E un buon educatore cinofilo è sicuramente in grado di potervi assicurare un percorso ad hoc per migliorare la relazione tra voi ed il vostro amico a 4 zampe.

Un ultimo consiglio…smettete di urlare al vostro cane. Lui ci ascolta benissimo..D’altronde, come ci comporteremmo noi se qualcuno ci parlasse continuamente in un megafono?

Serena e Flora 🙂

 

 

Redazione DM.it