A cura di Anna De Romita – educatrice cinofila Bari
Sono appena le tre del pomeriggio ma l’aria non è poi così calda nonostante sia un giorno di fine agosto…quasi quasi esco a fare una passeggiata con il mio cane…
Inizio la passeggiata con il cane al mio fianco, euforico per la possibilità di andarsene un po’ in giro e condividere del tempo con me. Lui cammina tranquillo, di tanto in tanto mi guarda e scodinzola, poi torna ad annusare, a guardarsi attorno, ad esplorare.
Improvvisamente io non vorrei ma devo mettermi tra lui e la sua traiettoria e devo modificarla dirigendomi altrove. Nella strada dove siamo c’erano degli enormi alberi sparsi qua e là all’interno del recinto di una scuola ma al loro posto ci sono ora soltanto dei monconi di tronchi sfilacciati. Non c’è più neanche una chioma ricadente, non ci sono foglie croccanti da calpestare, non ci sono più ombre sotto cui sostare un po’ per riprendere fiato e l’asfalto è talmente rovente che persino i miei piedi dentro i sandali ne soffrono….figurarsi il mio cane! Devo cambiare strada….
Continuiamo a passeggiare e mi rilasso osservando le posture, le reazioni, il modo di camminare del mio amico a quattro zampe e so che anche lui sta osservando me, come mi muovo, con quanta tensione o leggerezza tengo il guinzaglio e soprattutto studia il mio viso per conoscere lo stato d’animo che mi appartiene in quell’istante….
Ma no….devo cambiare strada….che cos’è?? Tutto il marciapiede è cosparso di polvere bianca…è forse veleno contro gli scarafaggi!? Credo di sì… Il mio cane vorrebbe annusare perché le sue narici sono come i miei occhi che studiano, leggono, acquisiscono informazioni ma non posso permetterglielo…non so di cosa si tratti esattamente ma so che è meglio che non venga in contatto con lui…Mi accorgo che la polvere è sparsa vicino ad alcuni portoni, sulla soglia di qualche negozio, accanto ai muri, vicino ai pali della luce….per evitarla devo fare lo slalom ma non è divertente! Il cane è confuso e comincia a manifestare uno stato di stress: ansima, è irrequieto e gli gocciola il naso.
A questo punto preferisco camminare in strada accanto alle macchine parcheggiate ma così il cane è costretto ad avanzare stretto tra le ruote, le carrozzerie delle automobili sbuffanti e le mie gambe! Accanto a me sfrecciano macchine a tutta velocità spostandosi da una corsia all’altra senza nessuna attenzione per i pedoni che costeggiano i marciapiedi e cercano disperatamente di attraversare la strada. Il mio cane vorrebbe forse salire su un albero e io con lui…ma diventa un’impresa trovare un albero o anche soltanto uno spazio libero tra una macchina e l’altra!
Riuscissi almeno ad arrivare a un parco dove ci sia un po’ di verde e soprattutto un po’ di terra da “leggere” e da “scrivere”! I cani, infatti, “scrivono”, cioè lasciano informazioni su se stessi e il loro stato attraverso la marcatura del territorio e non solo urinando, defecando o lasciando tracce di saliva ma anche raspando, scavando, strusciando il corpo nei punti anatomici in cui sono più concentrate le ghiandole sebacee, sudoripare e anali (faccia, zampe, dorso della coda, zona anale). Noi non le vediamo ma sono sparse ovunque dettagliate carte d’identità che i cani “leggono” e “scrivono” per conoscersi tra loro attraverso il linguaggio dei feromoni (sostanze biochimiche che rappresentano vere e proprie parole che il corpo usa per trasmettere segnali) !
Ecco un parco! Andrò lì! Un po’ di aria fresca, piante, alberi, terra! Sono felice e sollevata…la passeggiata volge al meglio e anche il mio cane percepisce la mia improvvisa serenità! Non sembra più nervoso e distratto e i suoi occhi non sono spalancati ma leggermente socchiusi. Si alza un leggero venticello e lui punta il suo naso verso l’alto. Interrompe la sua normale attività respiratoria e ne accende una “speciale”: il sistema di fiuto. L’olfatto è il più importante dei sensi del cane e attraverso il muco vischioso presente nei condotti nasali gli odori possono essere trattenuti a lungo, recepiti e decifrati. I nostri cani hanno, perciò, una memoria olfattiva illimitata e non ristretta (come, ahimé, nel nostro caso!) ad odori molto intensi.
Eccomi di fronte all’entrata del parco…non vedo l’ora di camminare in tutta tranquillità! Ma no! Non posso entrare…L’ingresso è vietato ai cani! C’è un custode, provo a chiedere se mi è impedito l’accesso anche se munita di paletta per la raccolta feci e tenendo il cane al guinzaglio. Mi dice che i cani non possono entrare, è vietato, danno fastidio, sporcano e sono pericolosi.
Effettivamente ha ragione…le città non sono fatte per cani ma per persone, quelle stesse persone che popolano da sempre le città e tra le quali nessuno mai ha gridato, sporcato, mancato di rispetto ai propri simili con indifferenza, prepotenza o violenza…!!?
Peccato che il custode e tanti altri come lui non sappiano che il cane abbaia per richiamare l’attenzione, per giocare o per segnalare un pericolo e “sporca” con le proprie urine e feci per necessità e per spargere informazioni su di sé. E soprattutto non sanno che il cane è pericoloso per l’uomo solo quando quest’ultimo non è in grado di leggere i segnali di stress o malessere del cane e si ostina, al contrario, ad interagire con l’animale come fosse un altro uomo o, peggio, un bambino o un automa.
Effettivamente le città sembrano non essere fatte per cani ma le città sono fatte di persone e le persone possono cambiare le città…
Anna de Romita, educatrice cinofila (Bari)
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