Cani in affitto??

for-rentA cura di Anna De Romita – Educatrice cinofila Bari

Arriva dagli Stati Uniti una novità nell’ambito della gestione e della relazione uomo-cane. Desiderate un cane, passeggiare con lui e vivere ore spensierate in compagnia di un simpatico amico a quattro zampe ma non avete tempo e spazio sufficienti per occuparvene a tempo pieno? Bene! Si sta diffondendo anche in Europa e in alcune città d’Italia un nuovo servizio fornito agli “amanti dei cani”: la possibilità di “affittare” un cane! Si, avete capito bene…potrete scegliere la razza o come dice qualcuno il “modello di razza” (!!) che più vi piace, farne richiesta, versare una quota d’iscrizione e, una volta stabiliti i tempi di restituzione, potrete avere il vostro cane “a ore”, vaccinato, microchippato, “educato” e pronto e disponbile all’interazione con umani e, in alcuni casi, anche con altri cani. Infatti, si può anche valutare, oltre all’aspetto fisico, il carattere del cane e sceglierlo in base ai propri desideri e alle proprie attività quotidiane…..

Sembra una bella iniziativa…permettere a chi non potrebbe mai occuparsi di un cane di avere comunque un cane senza esserne proprietario e senza convivere con lui…permettere al cane di uscire dal luogo in cui si trova, relazionarsi con posti e persone diverse e condurre una vita varia e divertente.

Siamo certi, però, che sia davvero una bella iniziativa senza se e senza ma??

Una relazione “con il timer” è davvero una relazione degna di questo nome? Spesso si discute, e l’opinione pubblica si divide, sull’opportunità o meno di utilizzare la formula dell’affido per piccoli umani rimasti senza genitori o nati in condizioni familiari disagiate. I critici e detrattori temono che i bambini soffrano e non traggano sufficienti benefici da una situazione temporanea in cui gli affetti potrebbero consolidarsi proprio nel momento in cui arriva il distacco.

Per i cani, cuccioli o adulti che siano, perché dovrebbe essere diverso se non peggio, dato che i bambini parlano il nostro stesso linguaggio e, perlomeno, ricevono spiegazioni e sanno a cosa stanno andando incontro? Come fa un cane a sapere che la casa dove lo stiamo portando sarà la sua per sempre o solo per qualche ora, giorno, mese? E quanto può fargli bene andare e venire da una casa all’altra per soddisfare l’esigenza di chi vuole sfoggiare un “bell’esemplare di razza”? Quanto può essere felice di rispondere a un bisogno di compagnia, a una voglia di destinare cure e attenzioni, a un’esigenza di correre e giocare e improvvisamente ritrovarsi con altre persone, in altri luoghi, facendo tutt’altro e senza sapere perché? Un cane “preso in affitto” riesce a capire il motivo del continuo avvicendarsi di luoghi e persone intorno a lui? E non gli causa sofferenza, confusione, stress?m_not_2010616_400

Si può parlare di “affitto” di un cane…come fosse un oggetto, un bene che non possiamo permetterci e allora lo affittiamo? Gli esseri viventi pensano, ragionano, sentono e accumulano esperienze durante la loro vita. I cani non fanno eccezione…anche quando si tratta di cani di razza, aventi una serie di caratteristiche fisiche e comportamentali comuni, ogni soggetto è unico e irripetibile grazie all’ambiente entro il quale vivrà, fatto di luoghi, persone, animali, natura, città…un mix che renderà “ogni Fido” differente dall’altro. E soprattutto ogni cane avrà un suo branco o un suo branco misto (cioè composto da cani e esseri umani) con il quale relazionarsi, crescere, imparare, stabilire ruoli e gerarchie…vivere insomma abitudini e cambiamenti di ogni giorno. Come potrebbe farlo cambiando continuamente territorio e branco misto e, dovendo di volta in volta, capire e ritrovare la propria collocazione?

Qualcuno ha osservato attentamente questi cani e cercato di decifrare l’eventuale presenza di segnali di stress e malessere? E qui arriviamo al punto cruciale: per quanto le nostre intenzioni possano essere buone e per quanto i “proprietari temporanei” possano essere attentamente valutati come idonei e attenti alla cura del cane quanto pesa su un’immaginaria bilancia il nostro piacere e divertimento a discapito di quello dei cani destinati a questo “servizio”?

Educatori cinofili, veterinari, veterinari comportamentisti, etologi…hanno avuto la possibilità di valutare la condizione psico-fisica di questi cani prima, durante e dopo il loro utilizzo in questa “attività”? Crediamo di no. E vale la pena ricordare che ci sono segnali di stress molto evidenti e chiari anche ai non esperti ma ce ne sono altri più sottili e difficili da conoscere e cogliere se non ci si affida a un professionista del settore. Perciò attenzione: un cane non deve necessariamente mordere, abbaiare o sbavare per segnalare uno stato di malessere e frustrazione! E ricordiamoci che qualunque strana professione decidiamo di intraprendere noi esseri umani lo facciamo con la libertà della scelta…i cani, troppo spesso, si vedono costretti a svolgere compiti che non li divertono e che non sono consoni alla loro natura e alla loro dignità. Chiediamoci se desideriamo un cane nella nostra vita o se vogliamo soltanto seguire una moda.

 

Redazione DM.it