SEGNALI CALMANTI: LA VERA COMUNICAZIONE TRA CANI
A cura di Debora Prats
Mi sono sempre chiesta, prima di incominciare ad avvicinarmi allo straordinario mondo dei cani, come facessero a comunicare tra loro. Non essendo dotati di parola, era per me impossibile comprendere come ciò fosse possibile e avevo lasciato correre concludendo: “in qualche modo faranno”.
Mai avrei immaginato cosa mi stavo perdendo!
Quando ho sentito per la prima volta parlare di segnali calmanti mi si sono sgranati gli occhi. Ne sono rimasta così affascinata che me ne sono interessata moltissimo, cercandoli in ogni cane che incontrassi e cercando di capire la loro origine. Ovviamente l’argomento non si può semplificare in poche righe ma voglio cercare di darvi una mano, per quanto mi è possibile, per capire il vostro cane. Perché non ci crederete…ma li usano anche con noi!!!!
Il primo ad identificarli fu nel 1965 un etologo americano studioso e apppassionato di lupi, Micheal Fox, classificandoli sotto il nome di “segnali di cut-off”, segnali di interruzione. Questi avevano lo scopo di interrompere gli scontri all’interno del branco. In natura non ha senso ferirsi gravemente l’un l’altro se si appartiene allo stesso gruppo. I compagni garantiscono la sopravvivenza.
Aveva perciò introdotto la più complessa forma di comunicazione tra gli animali sociali attraverso lo studio di questi comportamenti. Aveva però escluso che il cane li avesse ereditati nel suo patrimonio genetico.
Un’etologa norvegese invece, Turid Rugaas, circa 25 anni dopo, condusse degli studi più approfonditi sui comportamenti sociali dei cani e ne trasse che anche loro utilizzano questi segnali. Li classificò sotto il nome che conosciamo oggi: segnali calmanti.
Ma cosa sono?
Ci hanno insegnato a catalogare i cani solo attraverso i concetti di dominanza e sottomissione. Ma tra di loro non esistono soltanto questi. Possono comunicare amichevolezza, paura, insicurezza, disagio, stress… E utilizzano tutto il corpo per segnalarli: testa, orecchie, bocca, posizione della coda e del corpo. Sono capaci di individuare ogni minimo e piccolo segnale corporeo.
L’esigenza di esibire segnali di calma o di pacificazione nasce, come per il lupo, dalla necessità di evitare e prevenire scontri cruenti tra individui, per rafforzare l’equilibrio sociale e quindi la gerarchia all’interno del branco, per calmare paure o disagi rasserenando un soggetto insicuro e per calmare sè stessi in seguito a situazioni di stress.
In poche parole, anzi, con le nostre parole, i cani vogliono dire “sono un tipo tranquillo e pacifico, non voglio guai” e la risposta corretta dell’eventuale rivale dovrebbe essere “ho capito, anch’io sono tranquillo”.
La varietà e l’esibizione corretta di questi segnali variano in base al grado di socializzazione del cane e all’ambiente in cui è vissuto. Una scorretta o inesistente socializzazione ed un ambiente ipostimolante non permette il completo sviluppo del repertorio comportamentale, portando così ad un’ incomprensione tra cani e ad uno scontro quasi inevitabile. Questo purtroppo rappresenta la maggior parte dei casi al giorno d’oggi, di aggressioni tra cane-cane e cane-uomo.
Perciò i segnali calmanti sono tutti quei comportamenti atti a prevenire o sedare l’aggressione da parte di un altro individuo.
Quali sono?
Ne esistono all’incirca una trentina e il cane ne utilizza quasi sempre più di uno per segnalare le sue intenzioni pacifiche. Vediamone alcuni cercando di capire quando è più facile per noi individuarli:
- Girare la testa
- Guardare altrove o distogliere lo sguardo
- Annusare l’aria
- Leccare l’aria
- Socchiudere gl’occhi
- Sbattere le palpebre
- Leccarsi il naso
- Leccare il muso dell’altro
- Immobilizzarsi
- Agitare la coda
- Camminare o muoversi lentamente
- Voltarsi di lato, dare il fianco
- Posizione di invito al gioco
- Sedersi
- Mettersi a terra
- Sbadigliare
- Annusare per terra o fingere di fare altro
- Avanzare descriverdo una curva
- Mettersi in mezzo
- Alzare la zampa anteriore
- Alzare la zampa posteriore
- Schioccare le labbra
- Fare pipì
- Grattarsi
- Scrollarsi
- Orecchie tirate indietro
Facciamo alcuni esempi (parliamo di cani equilibrati e con un buon grado di socializzazione in una condizione di libertà senza guinzaglio):
Due cani si incontrano per la prima volta (ma anche tra cani che si conoscono già ). Cosa possiamo notare dalla loro osservazione? La cosa più comune è che si immobilizzano entrambi, agitano la coda con uno scodinzolio ampio, uno distoglie lo sguardo e l’altro annusa per terra. Stanno già comunicando attraverso segnali di pacificazione.
S riguardano.
Poi può succedere che si avvicinino un pò rimanendo sempre a distanza e allora:
-uno si mette a terra o seduto e l’altro guarda da un’altra parte
-uno si avvicina descrivendo una curva e l’altro continua ad annusare per terra o a guardare da un’ altra parte rimanendo immobile
-uno si avvicina muovendosi lentamente, fermandosi e mostrando il fianco e l’altro annusa l’aria o si lecca il naso
Alcuni cani possono avere delle vere e proprie preferenze per alcuni segnali e utilizzare perciò sempre gli stessi ma le combinazioni tra questi sono tantissime e dipendono da cane e cane. La cosa fondamentale è che costuituiscono un vero “botta e risposta” tra cani.
Ma continuiamo a vedere che cosa può succedere. A questo punto i cani si avvicinano per completare la conoscenza:
-uno rimane immobile mostrando sempre il fianco per continuare a segnale le sue intenzioni pacifiche e l’altro può leccargli il muso tirando le orecchie indietro
-uno può fare la pipì in modo che l’altro riceva più informazioni e l’ altro va ad annusare
-uno può stare per terra o seduto e sbattere le palpebre o socchiudere gli occhi o leccarsi il naso e l’altro può assumere la posizione di gioco o atteggiaggiarsi da cucciolo muovendosi a saltelli a destra e sinistra
-uno può girarsi di spalle dando un piccolo colpetto col sedere all’altro che può socchiudere gl’occhi o schioccare le labbra
-uno può buttarsi a pancia all’aria in posizione di sottomissione o sollevare la zampa anteriore o posteriore e l’altro lo annusa e poi distorglie lo sguardo.
Il mettersi in mezzo invece si può notare in caso di un piccolo bisticcio da cani (ma anche tra persone). Il cane si frappone tra i due contendenti e può leccare anche il muso del soggetto più nervoso.
Come potete vedere i cani esibiscono più di un comportamento di pacificazione ad ogni incontro.
E se tra i due cani che si incontrano soltanto uno rispondesse alle caratteristiche di soggetto equilibrato e ben socializzato, cosa può succedere? Generalmente questi segnali sono efficaci e la capacità comunicativa innata del cane fa si che si comunichi anche oltre queste barriere. In base alle reazioni dei cani decideremo se rimanere o andarcene per evitare eventuali scontri.
Ma ne ho saltato qualcuno vero? Si ma l’ho fatto di proposito.
-Sbadigliare
-Scrollarsi
-Grattarsi
Al contrario degl’altri, segnalano uno stato di disagio o stress più o meno intenso del cane e sono utilizzati per calmare sè stessi e rassicurarsi. Possono riscontrarsi in situazioni del tipo: uno sconosciuto che li accarezza, un interesse insistente da parte di una persona, un cane troppo invadente, una situazione fuori dal normale per strada. Insomma il cane si trova davanti ad una sensazione di forte disagio e utilizza questi segnali per calmare il suo stato ansioso. Anche fare la pipì può rientrare in questa categoria nel senso di scarico emotivo.
Come ho accennato all’inizio, i cani utilizzano questi segnali calmanti anche con noi e a nostra volta possiamo fare lo stesso con loro. Non tutti ovviamente sarebbero interpretati nella stessa maniera dal nostro cane per motivi di differenze morfologiche ma quelli che possiamo utilizzare potrebbero essere ad esempio: girare la testa, distogliere lo sguardo, fingere di fare altro, muoversi lentamente e immobilizzarsi, avvicinarsi ad un cane descrivendo una curva, voltare le spalle, sedersi o accucciarsi, potremmo azzardare un invito al gioco ma anche sbadigliare. Potremmo utilizzarli quando incontriamo un cane sconosciuto e di cui non conosciamo la potenziale reazione ma anche con i nostri nel classico esempio del cane che non torna al richiamo. Ci avete mai fatto caso? Ci guarda, si ferma, annusa per terra, guarda da un’ altra parte e noi lì a sbraitare e a continuare a richiamarlo senza pensare che sta semplicemente comunicando con noi attraverso questi segnali. Fate un bel respiro e provate anche voi…. io trovo che sia semplicemente fantastico avere la possibilità di poter parlare la stessa lingua!!!
Ma da dove derivano i segnali di pacificazione?
Sappiamo che in natura ogni cosa ha il suo perchè. Alcuni di questi comportamenti derivano da comportamenti infantili e hanno il preciso scopo di rievocare nella mente dell’avversario, un periodo molto felice della loro vita: i momenti vissuti all’interno della cucciolata, la madre e i fratelli. Leccare o dare dei colpetti al muso di un altro riprende l’azione del cucciolo che chiede all’adulto di rigurgitare il cibo e quindi stimola in lui il senso di protezione inibendo la sua reazione in quel momento.
Alzare la zampa anteriore si rifà al movimento di impastare la mammella della mamma per far uscire il latte e quindi si instaura una sorta di memoria feromonale nell’avversario inducendolo a calmarsi. Alzare la zampa posteriore rievoca la pulizia della pancia e dei genitali che effettua la madre ai propri cuccioli. Tutte le espressioni da cucciolo e la posizione di invito al gioco riprendono le prime lotte tra fratelli nella cucciolata. Schioccare la labbra rievoca il suono che fanno i cuccioli quando succhiano il latte dalla mammella. Socchiudere gli occhi e ammiccare sono segnali di amichevolezza che si scambiano i cuccioli con la mamma.
Tutti gl’altri comportamenti invece sono rappresentati da posture che hanno lo scopo di nascondere tutti i potenziali segnali di aggressività ed ecco perchè niente sguardo fisso, dare le spalle, movimenti lenti. Anche il comportamento sessuale secondo Roger Abrantes, celeberrimo etologo portoghese, si classifica all’interno dei comportamenti di pacificazione: la femmina volge lo sguardo altrove mostrando le spalle con il preciso fine di “trasformare l’aggressività del compagno in motivazione sessuale”.
E si…. la natura è davvero straordinaria!!
Non so se vi ho annoiato, se ci avete capito qualcosa o se state già mettendo il guinzaglio al vostro cane per portalo a spasso sperando di incontrarne qualcun altro e rendervi conto con i vostri stessi occhi. Io già vi vedo con la bocca spalancata nella mia stessa espressione di qualche anno fa.
Trovo che il linguaggio dei cani, come di tutti gli animali sociali, sia il più sofisticato sistema di comunicazione che possa esistere. Non ci sono incomprensioni, non ci sono litigi inutili e se si creano indovinate di chi è la colpa? Se uscite con il vostro cane, non tenete il guinzaglio teso, lasciatelo libero di comunicare. È il loro solo modo. Quello che conoscono. Quello che dovremmo conoscere anche noi ed è quello che mi ha spinto a scrivere queste righe per voi.
Fidatevi del vostro cane… e buona passeggiata a tutti!!!
Dott.ssa Debora Prats
Istruttrice Cinofila Professionista
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