A cura di Anna De Romita – educatrice cinofila Bari
Ci sono fondamentalmente due vie attraverso le quali un cane entra nella vita di una persona.
La prima è un percorso più o meno consapevole e meditato che porta ad accogliere nella propria casa un piccolo peloso nato in canile o in un allevamento della razza che abbiamo scelto come la nostra preferita.
Decidiamo il momento, l’ora, il giorno in cui il piccolo entrerà a far parte a tutti gli effetti delle nostre giornate…abbiamo comprato cuccia, guinzaglio, pettorina, giochi, cibo…siamo preparatissimi e pieni di entusiasmo.
Altre volte, invece, l’adozione “capita”, così all’improvviso, e da un momento all’altro ci ritroviamo a fissare lo sguardo smarrito di quel povero cane incontrato mentre facevamo una passeggiata o stavamo per recarci in ufficio o mentre, stanchi e distratti dai nostri pensieri, chiudevamo il cancello di casa.
Beh, possiamo dire che anche nel primo caso quando ci rechiamo presso un canile o un allevamento, tra i tanti cuccioli che si presentano ai nostri occhi, ce n’è sempre uno più degli altri che cattura la nostra attenzione e il nostro cuore.
Quindi, in un certo senso, sono forse sempre loro a “selezionarci” e a influenzare la nostra decisione mentre noi rimaniamo convinti della nostra libertà di scelta!
Certamente, però, nel secondo caso il destino o la percezione da parte del cane di una nostra particolare sensibilità fa sì che quel cane, proprio quel cane lì e non un altro, “si scontri” con la nostra vita e ne scaturisca da subito un legame indissolubile. Può capitare che sia un cucciolo ma spesso si tratta di un cane adulto, abbandonato e che sembra cercare il nostro aiuto con uno sguardo, un avvicinamento, un segnale.
Non abbiamo deciso di prendere un cane con noi e la nostra casa non sembra idonea e, magari, non abbiamo mai avuto un cane in casa oppure abbiamo perso da qualche anno il nostro Fido, amico insostituibile.
Non sappiamo provenienza e storia di quell’ “ammasso di peli” e incominciamo già a fare ipotesi sull’età, sul carattere, sui traumi…su eventuali difficoltà…Il suo sguardo e la sua condizione ci conquistano e non ci sono più “se” e “ma”…nessuno può fermarci, “ci siamo scelti”!
Superati i primi momenti del recupero, dell’accoglienza e dell’organizzazione logistica; condivise le prime giornate, le prime passeggiate, i primi tentativi di comunicare e capirci, per molti novelli proprietari subentrano ansie e confusioni di fronte al proprio amico a quattro zampe e a comportamenti “strani” o attesi miglioramenti mai avvenuti.
Una volta aperte la porta della nostra casa e la porta del nostro cuore, leggiamo la più pura e sincera gratitudine negli occhi del cane e cominciamo ad aspettarci tanto, troppo da lui, e troppo in fretta, dimenticando la sua natura, la sua diversità, i suoi tempi.
Crediamo, infatti, che eventuali paure e comportamenti conseguenti spariscano giorno dopo giorno di pari passo con la sicurezza di avere finalmente un riparo, cibo e un “branco misto” di cui far parte. Ma il cane non sa che quella nuova vita sarà per sempre o, perlomeno, ha bisogno di tempo per abituarsi e di segnali chiari per collocare se stesso nella nuova realtà e non sempre il nuovo amico umano, per quanto armato di buonissime intenzioni, agisce nel migliore dei modi per comunicare, capire e farsi capire.
Certo, con un cucciolo tutto è più facile: gli insegnamenti attecchiscono su un terreno fertile e la relazione tra lui e noi può iniziare nel migliore dei modi. Possiamo abituarlo ai nostri ritmi di vita e decidere di praticare magari uno sport cinofilo insieme, per consolidare la nostra sintonia. L’unico problema sarebbe tenere a freno il nostro entusiasmo!
Ma un cane è sempre un cane, cioè un essere speciale e intelligentissimo e il fatto di essere adulto e di non poter descrivere a parole la sua vita prima dell’incontro con noi non lo rende meno capace di imparare, cambiare, crescere insieme a noi, giocare e divertirsi. La nostra abilità di educatori cinofili se lo siamo o, semplicemente, di bravi e amorevoli proprietari, deve misurarsi con un impegno diverso, deve conquistare la fiducia di un essere vivente adulto che ha già imparato delle regole, ha già formato il suo profilo caratteriale attorno all’ambiente e alle persone che ha incontrato. La sfida fa crescere e maturare noi e il cane e la pazienza getta ponti che avvicinano i nostri linguaggi, così diversi ma così ansiosi di intendersi.
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