Voglio una vita spericolata! O no? A come Abitudine

cane in auto

A cura di Anna De Romita – educatrice cinofila Bari

Scelte o imposte dalle circostanze, poche o tante, le abitudini caratterizzano le nostre vite. E, ovviamente, quando adottiamo un cane anche lui dovrà rientrare nel ritmo quotidiano degli eventi che scandiscono le giornate. Anche i cani, come gli esseri umani, hanno una naturale tendenza ad imparare e acquisire stabilmente degli schemi comportamentali che, una volta diventati abitudini, non richiederanno più un particolare impegno cerebrale per essere messi in atto. E ciò in natura porta alla felice conseguenza di ricavarne un risparmio energetico e, quindi, un vantaggio per l’individuo e per la specie in questione.

Pertanto, Fido non faticherà di certo ad abituarsi a schemi e regole comportamentali che cercheremo di trasmettergli. Imparerà ad aspettarsi il cibo e le passeggiate sempre lo stesso numero di volte al giorno e sempre negli stessi orari, memorizzerà le nostre abitudini e saprà ricordare orari di entrata e di uscita di ogni abitante della casa.

Riflettiamo bene, però, sulle parole di R.Abrantes: «è facile costruire delle abitudini, in quanto sono sufficienti poche ripetizioni. Al contrario, è difficile interromperle, tanto che a volte bisogna ricorrere a procedure piuttosto sofisticate» (cit.: Roger Abrantes, Il linguaggio del cane, Editoriale Olimpia).

Ciò significa che in breve tempo riusciremo, senza troppe difficoltà, a far sì che il cane ci segua nelle nostre abitudini e segua tutte le abitudini che abbiamo scelto per lui.

Ma cosa accade se da un giorno all’altro per cause di forza maggiore o per decisioni personali le nostre radicate abitudini dovessero cambiare? Improvvisamente, cambiamo il nostro turno di lavoro o, addirittura, la città dove viviamo e lavoriamo; persone che abitualmente vivevano con noi e condividevano la cura del nostro amico a quattro zampe cambiano casa (figli che si sposano, compagni/e che ci lasciano, amici che si trasferiscono, etc.); problemi di salute o familiari impediscono di conservare lo stesso ritmo avuto per anni… E’ piuttosto frequente che svariati fattori possano, dunque, indurci a dover o voler modificare le nostre abitudini.

E Fido? A parenti e amici possiamo raccontare, spiegare le nostre ragioni e i mutamenti che si delineano nella nostra esistenza ma come comunicare al nostro cane ciò che sta per accadere e i cambiamenti ai quali dovrà adeguarsi?

Spesso, infatti, i cani di casa manifestano “strani” comportamenti che creano non pochi stupori e disagi a tutti quei proprietari convinti che la fedeltà del cane sia una specie di super dote adattativa che permette al cane, per amore del proprio amico umano, di comprendere qualunque esigenza e rispondervi in maniera adeguata alla circostanza e alle aspettative del suddetto umano..…..

Soprattutto se i cambiamenti sono repentini e di una certa entità il cane non riesce a comprenderne le ragioni e gli sviluppi e ciò causa inevitabilmente l’insorgere in lui di un senso di insicurezza che può sfociare in uno stato ansioso più o meno grave e in comportamenti anomali, mai registrati in precedenza e, non di rado, di difficile gestione.cane 5

E quella insicurezza è proprio dettata dalla cieca fedeltà, dalla totale dedizione del cane verso il suo compagno a due zampe e dalla convinzione di essere in un branco che risponde a determinate regole che vengono modificate solo per ragioni precise e secondo ben determinati rituali.

Allora, cosa possiamo fare? La prima risposta è anche una regola fondamentale di convivenza tra uomo e cane: impariamo a conoscere la diversità del cane rispetto all’uomo. Quindi, osserviamo i cani, tutti i cani, e annotiamo somiglianze e differenze, azioni e reazioni.

In secondo luogo, quando possibile, cerchiamo di condurre gradualmente Fido da un’abitudine a un’altra, senza shock e attraverso stadi intermedi per facilitare l’adattamento alla novità e per impedire che insorgano segnali di stress che possano guastare la relazione tra lui e noi.

Le parole “gradualmente” e “stadi intermedi” sono parole chiave di una metodologia educativa cinofila definita “shaping” o “modellamento” attraverso la quale si punta ad ottenere il comportamento desiderato non in unico step ma mediante piccole tappe successive che si avvicinano sempre di più all’obiettivo prefissato.

Ed è proprio quello che si renderà necessario in questi casi! Armarsi di pazienza, sempre indispensabile nel relazionarci con i nostri amici a quattro zampe! E accompagnare Fido un passo alla volta verso l’accettazione della nuova abitudine, senza fretta e senza pretendere che obbedisca meccanicamente e rapidamente ai nostri voleri.

Ci siamo impegnati per dargli delle abitudini e lui si è impegnato con noi, e per noi, nel tentativo di far sue quelle abitudini. Poi, da un momento all’altro, abbiamo trasformato il nostro stile di vita e i nostri comportamenti e ci aspettiamo che lui ci segua senza protestare e, soprattutto, senza cambiare, facilitando tutte le nostre scelte. Non vi sembra chiedere troppo?

Infine, una sana abitudine sarà quella di educare Fido a non amare troppo le abitudini. Sembra un controsenso o un gioco di parole ma significa semplicemente che sarà utile, fin dall’inizio della relazione con lui, garantire al nostro amico un’esistenza stabile e sicura, fondata su alcune indispensabili abitudini, ma anche elastica e interessante, cioè ricca di esperienze, incontri e diversità di contesti e situazioni.

Se saremo capaci di bilanciare bene gli ingredienti, senza esagerare con la noia o con l’avventura, Fido diventerà un cane felice, adattato alle abitudini e adattabile alle novità.

Redazione DM.it