Il randagismo è un fenomeno che, in misura diversa, ritroviamo in tutto il mondo. Ci sono luoghi dove i randagi vengono accettati e rispettati e ci sono posti dove i randagi vengono vissuti come un pericolo pubblico, la maggior parte delle volte a causa dei luoghi comuni.
Il Cile è proprio uno di questi posti. Secondo Paula Levi, coordinatrice del coordinamento studenti difesa animali della Universidad de Santiago de Chile, in Cile c’è uno scarso senso di responsabilità verso i cani, la gente li prende in casa e poi, per un problema o semplicemente per noia o scarso interesse, li abbandona per strada innescando una catena.
I cani per le strade del Cile non hanno vita facile. Sono soggetti a malattie come cimurro e parvovirosi, rabbia, scabbia, malnutrizione e problemi digestivi. Ma non sono solo le malattie a rendere la situazione preoccupante, quanto il trattamento che gruppi di persone riservano a questi cani. Le povere vittime vengono attaccate, bruciate vive, soffocate, picchiate a morte, avvelenate… A volte interi quartieri si riuniscono per una vera e propria mattanza per “limitare” il numero di randagi.
Stanchi di questi maltrattamenti insensati due giovani studenti e volontari cileni, Violeta Caro Pinda e Felipe Carrasco Guzmán, hanno cercato di interrompere questi atti brutali o almeno di comunicare che esiste un altro modo per rapportarsi con questi randagi oltre la violenza. E hanno voluto lanciare un messaggio chiaro: anche i randagi hanno bisogno di amore e affetto. Per comunicare questo messaggio hanno pensato di attaccare ai cani dei palloncini con frasi tipo: “abbracciami”, “adottami”, “non farmi del male”, “io sono qui”…
In qualche modo sono riusciti a rendere “visibili” gli “invisibili” e a far riflettere sul problema. Da questa idea è nato anche un commovente filmato visibile su youtube che ha destato l’interesse di Amazing Animal Rescue che ha condiviso la versione inglese su facebook.
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