La notizia potrebbe far scalpore o far sorridere molti di voi, ma, in realtà, negli Stati Uniti, nella comunità scientifica veterinaria, ogni giorno ci sono nuove discussioni circa l’utilizzo del cannabidiolo [da Wikipedia: Il cannabidiolo (CBD) è un metabolita della Cannabis sativa. Ha effetti sedativi, ipnotici, antiepilettici, antidistonici, antiossidanti e antinfiammatori. Si è rivelato inoltre in grado di ridurre la pressione endooculare ed è un promettente antipsicotico atipico] per mitigare ed affrontare alcuni dei disturbi comportamentali nei nostri amici a 4 zampe.
A detta dei sostenitori di queste terapie, gioverebbe non solo dal punto di vista comportamentale. Vi sono studi che portano a considerare anche l’utilizzo della marijuana medica per aspetti fisici e fisiologici come ad esempio nella terapia del dolore.
Abbiamo così “sguinzagliato” la nostra redazione per trovare notizie in merito all’uso medico della marijuana per cani, viste anche le continue discussioni in Italia sull’utilizzo medico della marijuana per la medicina umana.
Mettetevi comodi 😉
La prima fonte riguarda gli ambiti comportamentali.
Secondo il dr. Doug Kramer – www.vetguru.com – l’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici offre alla comunità veterinaria una nuova “opzione terapeutica”. Sempre secondo il dr. Kramer, il potenziale utilizzo della marijuana potrebbe riguardare i problemi comportamentali dell’aggressività da dominanza, da possesso, aggressività
da paura, ma non solo. Fobie dei rumori improvvisi come temporali e fuochi d’artificio, ansia da separazione, automutilazioni, marcature incontrollate del gatto, disfunzioni cognitive e demenza senile nel cane, problemi compulsivi nel gatto, problemi legati al sonno nel cane, i problemi ossessivo-compulsivi e le eccessive vocalizzazioni nel gatto. Praticamente una grandissima varietà di problematiche comportamentali, ad oggi trattate anche farmacologicamente con medicinali psicotropi.
Sempre secondo il dr. Kramer, il suddetto cannabidiolo possiede proprietà anti-ansia e la maggior parte delle ricerche condotte in ambito clinico umano, porta a pensare che la marijuana per fini terapeutici è una alternativa potenziale a farmaci come il Diazepam (valium), Alprazolam (xanax), Buspirone, Fluexitina (prozac) e tantissimi altri psicofarmaci.
“Credo che la marijuana medica possa essere un sostituto accettabile di molti psicofarmaci” continua il dr. Kramer, “le preparazioni con un alto contenuto di CBD sembrano essere un sedativo efficace per cani e gatti. Un farmaco ad alto contenuto di CBD ed un basso contenuto di THC [da Wikipedia: È una sostanza psicotropa, con proprietà antidolorifiche(la cannabis è usata per il trattamento del dolore),euforizzante, antinausea, antiemetiche, anticinetosico, stimolante l’appetito, che abbassa la pressione endooculare, ed in certi soggetti può abbassare l’aggressività] dovrebbero permettere benefici medici senza effetti collaterali negativi tradizionalmente associati con la marijuana.
A quanto pare negli Stati Uniti si prospetta un periodo di studio approfondito in campo medico sull’utilizzo della marijuana medica per scopi terapeutici anche per i nostri amici a 4 zampe.
“Ad oggi non esistono studi clinici controllati e specificatamente progettati per gli animali domestici” continua Kramer, “ma è mia convinzione che se ci fossero, potrebbero confermare quello che molti proprietari sanno, ovvero che la cannabis davvero calma cani e gatti”.
Questo è per quanto concerne gli aspetti comportamentali.
Ma anche per gli aspetti fisici e medici, l’uso della canapa sta riscontrando sempre più favori nella comunità scientifica veterinaria americana. A tal proposito abbiamo consultato il sito dell’ideatrice di un integratore composto al 100% da canapa.
Per Sarah Brandon, medico veterinario di Seattle, l’utilizzo di marijuana per scopi medici funziona, anche se il rovescio della medaglia nel suo utilizzo, è una possibile overdose, motivo per cui è indispensabile un controllo attento e oculato alla base sperimentale per fini comportamentali.
Soprattutto con alte concentrazioni di THC ci sono evidenti casi di paranoie, disagio respiratorio e attacchi di ansia. Un po’ come i segni clinici che si possono riscontrare nell’essere umano in preda ad attacchi di panico quando fa utilizzo di THC .
Continua la dr.ssa Brandon – “ma con così tanti animali che necessitano di trattamento antidolore in malattie come l’artrite, artrosi, tumori e nausea, io e mio marito abbiamo sperimentato l’utilizzo di alcune parti della pianta della canapa non contenenti THC, ma che possiedono molti composti benefici della pianta della Canapa”.
E così hanno testato un integratore alimentare per far fronte ai problemi articolari, dapprima utilizzato sui loro animali domestici e poi ampliato ad altri pazienti, fino a sviluppare quello che è considerato il primo trattamento di cannabis per animali domestici al mondo. CANNA-PET (www.canna-pet.com), è infatti un integratore dotato di tutti i composti naturali (come i fitocannabinoidi) e scarsissime dosi di THC per il trattamento del dolore, delle artriti e di altri aspetti riguardanti la terapia del dolore.
Secondo Brandon, ma anche secondo molti proprietari che hanno cominciato la terapia con suddetto integratore, i risultati sono incredibili ed incoraggianti.
Tuttavia, non esistendo dati certi e prove attendibili circa i risultati offerti dall’utilizzo di queste sostanze, consigliamo i nostri lettori nel non condurre esperimenti casalinghi che potrebbero risultare nocivi per la salute del nostro amico a 4 zampe.
Infatti i casi di intossicazione da marijuana e derivati, negli ultimi tempi è sensibilmente aumentato a discapito del benessere dei nostri amici scodinzolanti.
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