Il bagaglio genetico: i vari tipi di fibra muscolare
A determinare la possibilità di utilizzo delle varie fonti di alimentazione concorrono due fattori preponderanti:
L’intensità della richiesta, come abbiamo già osservato
Il bagaglio genetico dell’atleta: velocisti non si diventa, si nasce!
La genetica interviene nella formazione del tipo di fibra muscolare prevalente con cui sarà dotato il muscolo del soggetto. La fisiologia muscolare è riuscita tempo addietro ad isolare ed individuare tre tipi di fibre muscolari, ognuna delle quali possiede una caratteristica peculiare.
Le fibre tipo I o Rosse
Le fibre di tipo I o Rosse, sono quelle dotate di una grande capacità ossidativa e alle quali arrivano un altrettanto elevato numero di capillari. Debbono il loro colore particolare alla presenza di abbondante <<mioglobina>>, la responsabile del trasporto di ossigeno all’interno delle muscolo, fornendo il comburente necessario alla combustione dei substrati nei mitocondri. Sono le responsabili di favorire alte prestazioni aerobiche e sono caratteristiche nei cani selezionati per le lunghe resistenze tipo i cani da slitta.
Le fibre del tipo IIa o Bianche Intermedie
Hanno fondamentalmente caratteristiche intermedie, ossia buone capacità aerobiche e buone capacità di contrazione veloce. Ma la particolarità di questa tipologia sta nella loro allenabilità, in altri termini sono le uniche che si adattano secondo lo stimolo al quale vengono sottoposte. Se prendiamo un cane, geneticamente dotato di un buon numero di fibre intermedie come per esempio un Cane da Pastore Tedesco e, l’alleniamo a lungo in modo aerobico con delle lunghe percorrenze, le fibre intermedie <<diventeranno>>, didatticamente parlando, fibre del tipo I o Rosse favorendo le proprie capacità aerobiche. Se invece, gli allenamenti fossero mirati a migliorare la forza con dei brevi scatti e i tempi di riposo alti, queste fibre andrebbero ad acquisire le caratteristiche delle:
Fibre del tipo IIb o Bianche Veloci
Sono in grado di contrarsi a grande velocità grazie, soprattutto, al tipo di innervazione che possiedono [sono comandate da più motoneuroni] Riescono dunque a sfruttare al massimo i meccanismi energetici del CP. Hanno scarse capacità ossidative e quindi offrono grandi prestazioni limitate nel tempo, possono sviluppare elevati gradienti di forza nella unità di tempo. I Cani che geneticamente possiedono queste caratteristiche sono i velocisti per eccellenza: I LEVRIERI
Per dovere di cronaca, mi premere segnalare che gli esempi sopracitati rappresentano una generalizzazione, e che, quindi, all’interno della medesima razza ci possono essere rappresentate varie tipologie. Ci possono essere Whippet più resistenti e altri più veloci all’interno della stessa famiglia.
Possiamo trovare nella selezione dei cani da pastore tedesco cani molto muscolosi come quelli da ring, e trovarli invece molto più agili e scattanti come quelli da lavoro.
Tutti i cani da pastore possiedono grandi doti di resistenza, ma a secondo di quale sia la razza, potremmo trovare cani più o meno nevrili, più o meno resistenti; più o meno veloci. Pensate per esempio alle differenze che trascorrono tra i due Top delle razze di lavoro, il pastore tedesco e il pastore belga malinois.
Ci sono cani da pastore che conducono il gregge e questi esemplari, di solito, sono dei veri e propri maratoneti, magri e instancabili.
Come avevamo sottolineato possiamo portare all’eccellenza solo ciò che lavoriamo sul terreno fertile. Un levriero allenato alla velocità diventerà eccellente, se allenato sulla resistenza diverrà di certo più resistente, ma se lo confrontiamo con un husky non potrà mai di certo eguagliarlo. Se lavoro con un soggetto di Pastore Belga resistente dovrò impostare il suo lavoro sul gregge per raggiungere il suo massimo, potrà diventare un buon cane per l’Agility, ma di certo non vincerà nessun campionato del mondo.
Riconoscere le caratteristica del proprio soggetto, diviene di fondamentale importanza, sia per i traguardi agonisti, sia per il rispetto del singolo. Chiedere i miracoli è lecito, pretendergli dal proprio animale è un’offesa alla sua identità, nonché a madre natura stessa.
OMAR BELTRAN
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