La conoscenza dei meccanismi energetici ci consente di potere stabilire n modo scientifico esattamente: i tempi di applicazione degli stimoli, il recupero, la durata, il
volume, l’intensità, favorendo in questo modo l’economia nel lavoro, l’ecologia nel rispetto delle caratteristiche individuali e soprattutto il giusto equilibrio tra stimolo e adattamento.
Le regole fondamentali della preparazione atletica sono contenute in una scienza denominata: la teoria dell’allenamento.
Ci sono vari parametri importanti che provengono dalla teoria dell’allenamento, in assoluto il concetto di ADATTAMENTO è da considerarsi sia la pietra miliare, sia il punto di partenza per poter comprendere fino in fondo cosa significa allenare.
L’adattamento
Secondo wikipedia adattamento significa:
Il termine adattamento in biologia si riferisce ad una struttura anatomica, un processo fisiologico o un tratto comportamentale di un organismo che si è evoluto in un certo periodo di tempo come processo della selezione naturale, in maniera tale da aumentare il successo riproduttivo di tale organismo (nelle determinate condizioni ambientali in cui l’organismo si trova). L’adattamento può aumentare l’efficienza nel procurarsi o utilizzare le risorse fondamentali quali aria, luce, acqua e nutrimento, permettere di sopportare determinate condizioni fisiche difficili quali basse o elevate temperature e l’assenza di luce o aumentare la capacità di difendersi da un predatore.
Secondo la Treccani:
Si distingue l’adattamento di tipo genetico, stabile e trasmissibile da un individuo alla prole, dall’adattamento di tipo fisiologico, non ereditabile, le cui modificazioni sono reversibili e avvengono in modo relativamente veloce. La fisiologia studia la capacità del corpo umano di adattarsi all’esposizione a una vasta gamma di condizioni ambientali e all’esercizio fisico. [Fonte:http://www.treccani.it/enciclopedia/adattamento_%28Universo_del_Corpo%29/]
Possiamo, facilmente, dedurre che lo scopo dell’allenamento sia dunque un’adattamento a livelli fisiologici che portino ad una migliore prestazione, più veloce, più resistente, più potente ecc. L’adattamento avviene perciò solo in presenza di stimoli che ne provochino la necessità di attivare le risorse necessarie.
<La necessità fa l’organo>
A.Huxley
Lo stimolo
Genericamente possiamo dire che lo stimolo sia ogni modificazione che nell’ambiente naturale e sociale provoca una reazione nell’interno del singolo, di un sistema, di un organo. Nell’allenamento lo stimolo è costituito dall’esercizio fisico nelle sue varie tipologie.
Conoscere come un determinato stimolo provoca adattamenti specifici, costituisce uno dei pilastri della fisiologia dell’esercizio. Sapere che uno specifico stimolo provochi una risposta specifica, al di là della ridondanza, è fondamentale per il neofita, ci addentriamo dunque nel concetto di specificità degli stimoli.
Se faccio correre il mio cane per 10km ad una velocità di 12 km all’ora sto stimolando il metabolismo aerobico, di conseguenza otterrò una risposta di adattamento alla resistenza aerobica. Non potrò dunque migliorare ne la forza, nella velocità. Ad ogni stimolo corrisponde una risposta specifica, questo vale come regola assoluta nella teoria dell’allenamento, individuare lo stimolo adeguato ad stimolare gli adattamenti desiderati è la capacità irrinunciabile per chi voglia gestire un processo di adattamento attraverso l’allenamento sia fisico che sportivo.
LE VARIABILI DELLO STIMOLO
La intensità
Determinato lo stimolo adeguato, l’altra variabile da controllare è l’intensità ossia il livello d’impegno richiesto ai vari sistemi rispetto alle proprie capacità individuali. Posso correre a 12 km/h e nel contempo chiacchierare tranquillamente, mentre il mio compagno di attività potrebbe avere grossi problemi a respirare, in questo caso lo stimolo è il medesimo l’intensità [12km/h] provoca reazioni diverse e di conseguenza anche adattamenti differenti.
In allenamento i vari livelli d’intensità rappresentano le soglie, oltre o sotto le quali non si verificano gli adattamenti desiderati. Va da sé che la soglia è un parametro individuale, ragione per cui un programma di allenamento deve essere costruito ad personam.
La durata
Applicando un singolo stimolo, con la medesima intensità ma con durate diverse possiamo ottenere differenti tipi di adattamento. Uno sforzo massimale, come abbiamo studiato nei meccanismi energetici, può essere mantenuto fino ai 2 minuti, ma se lo facciamo durare 15” avremo un adattamento del tipo anaerobico allatacido, se si protrae fino ai 40” avremo un’adattamento a livello di potenza anaerobica, se si va oltre l’adattamento diventa a beneficio della resistenza anaerobica.
La densità
Questa variabile sta ad indicare la relazione esistente tra lo stimolo, ad una certa intensità , e i tempi che concediamo al riposo tra l’applicazione di uno stimo e l’altro. A parità d’intensità di stimolo e durata, la diminuzione dei tempi di recupero fra gli stimoli determina, per esempio, fenomeni di accumulo di fatica. Otterremo anche in questo caso degli adattamenti diversi. Se applico uno stimolo di 15” ad alta intensità con recuperi di 3’ tra uno e l’altro otterrò adattamenti alla velocità e a la forza. Se riduco il tempo di recupero alla pari [15”] provocherò adattamenti di resistenza.
Il volume [le quantità]
Il fatto che sia stata lasciata per ultima non significa che sia meno importante, ma semplicemente è stato fatto perché è forse l’unica variabile conosciuta al lettore non esperto. La quantità rappresenta l’insieme delle caratteristiche numeriche, quantitative della durata, del numero di ripetizioni che gli stimoli raggiungono in un’unità di allenamento. Questo insieme determina il vero e proprio carico di lavoro. E’ proprio il carico di lavoro a provocare la risposta di adattamento dell’organismo, non il singolo stimolo.
L’adattamento può avere un caratteristiche generali o specifiche secondo il tipo di stimoli che costituiscono il carico di lavoro.
La comprensione del concetto del carico di lavoro e la sua importanza nel creare adattamenti, ribadisco che nessun singolo stimolo è in grado di creare adattamenti [… mi sovviene la esperienza con quel conduttore che aveva fatto percorrere 22km al suo cane prima della prova di resistenza…]
Molto spesso, quando si inizia un processo di allenamento si tiene in considerazione soltanto questa variabile, trascurando le altre.
Il successo dell’allenamento dipende in gran misura dal giusto dosaggio della densità.
“È ora di capire che la pelliccia non riscalda, ma conserva solo il calore del corpo; che le medicine non curano il malato, ma aiutano il suo organismo a combattere la malattia; ed infine che la luna non illumina, ma solo riflette la luce del sole. Allo stesso modo è necessario capire che Noi non “alleniamo” l’atleta, ma usando tutti mezzi, metodi e principi che abbiamo a disposizione, lo aiutiamo ad adattarsi alle condizioni di una concreta attività sportiva”
Yury Verchoshanskij
Sapere dosare saggiamente carico e recupero, volume e intensità, sono il segreto fondamentale nel minestrone allenamento. E’ un concetto semplice, ma come ben si sa, le cose semplici non sono necessariamente facili.
OMAR BELTRAN
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