Viaggio o rapimento?

happy dogA cura di Anna De Romita – Educatrice cinofila Bari

Un giorno vi svegliate, siete bambini molto piccoli e non capite bene il senso delle parole che vi rivolgono i vostri familiari ma li seguite ciecamente, spinti da un misto di istinto, affetto e fiducia. Fin dal primo giorno in cui avete visto la luce, loro sono stati il vostro punto di riferimento, il vostro rifugio, la vostra fonte di cure e apprendimento.

Quel giorno, come sempre, i vostri familiari sono al vostro fianco, si occupano delle vostre esigenze e vi parlano, vi coccolano, vi conducono con loro ovunque vadano. Notate strani movimenti di borse, borsoni, vestiti, scarpe e c’è entusiasmo nell’aria…tutti sembrano felici ed eccitati per qualcosa. Cosa sarà?

Forse ve l’hanno detto e spiegato ma voi non comprendete ancora bene il loro linguaggio e con lo sguardo e l’udito è piuttosto difficile cercare di comprendere cosa stia accadendo. Ma tutto sommato siete tranquilli. Loro sono il vostro punto di riferimento, il vostro rifugio, la vostra fonte di cure e apprendimento…la vostra sicurezza. Tutto sommato pensate di unirvi all’euforia generale perché siete certi che vi attenda qualcosa di bello anche per voi!

Si esce! Tutti insieme! Si fa un giro in macchina! Dove andrete? In campagna? Al mare? A casa di qualcuno? Vi attendono di certo giochi e passeggiate…magari anche nuovi amici! Il tragitto in macchina è eccitante e non vedete l’ora di arrivare, di sapere, di condividere con i vostri familiari una nuova esperienza in compagnia!

La macchina si ferma, non riconoscete il luogo, non vi sembra di esserci mai stati e non è particolarmente bello e interessante…non ci sono alberi né case né prati né mari. Persone sì, ce ne sono tante ma non sembrano conoscere i vostri familiari e viceversa…corrono tutti di qua e di là e vanno incontro ad altre persone sconosciute. Muri, scritte, colori, luci e poi quei rombi assordanti di cui non riuscite a individuare l’origine. Vorreste andar via ma i vostri familiari no, a loro sembra piacere quel luogo così strano e, paradossalmente, vi appaiono più eccitati e felici che mai.

Improvvisamente sono tutti intorno a voi. I vostri familiari vi parlano, vi sorridono, vi accarezzano e vi osservano con uno sguardo strano, quasi commosso, intenerito…ma perché? Non avete fatto nulla! Boh…pensate che forse anche quel comportamento rientra nel clima di allegria generale e allora anche voi vi mostrate felici di essere lì e di ricevere le loro attenzioni.

Tuttavia, qualcosa vi turba nei loro gesti e nei loro movimenti prudenti…sembrano quasi minacciosi mentre vi circondano…Ma no, sono leggermente tristi come se dovessero separarsi da voi…Separarsi?? No, impossibile!

Invece, è proprio ciò che accade…uno di quei tanti sconosciuti vi prende e vi porta con sé dopo aver scambiato carte e parole con i vostri familiari. Ma voi non volete andare con lui!! E i vostri familiari sono d’accordo? Oppure no? Non vi è affatto chiaro. Lasciano che accada ma sembrano voler intervenire, fare qualcosa per impedire quell’allontanamento forzato e improvviso. Ma restano lì, non fa nulla se non salutare con la mano e lanciare sguardi pieni di tenerezza e di un leggero senso di colpa.cane_3

Ma perché? Siete preda del panico e l’angoscia vi impedisce di stare fermi mentre vi tirano via, blaterando spiegazioni che tanto non capite. L’uomo che vi ha portato via non ha uno sguardo familiare, non sapete chi sia….lui non è il vostro punto di riferimento, il vostro rifugio, la vostra fonte di cure e apprendimento…la vostra sicurezza. Infatti, siete ufficialmente e disperatamente terrorizzati. Vi agitate più che potete e cercate di mandare messaggi con il vostro linguaggio, con il corpo, con lo sguardo ma nessuno sembra capire e neppure tentare di capire. Qualcuno vi lancia qualche sguardo gentile ma nessuno vi riporta dai vostri familiari, anzi le persone sconosciute non fanno che aumentare e i luoghi diventano sempre più freddi e indecifrabili. La vostra resistenza è vana anche perché vi sentite sempre più deboli proprio ora che vi hanno appena lasciato soli in mezzo ad oggetti strani, chiusi in una gabbia come se doveste subire una punizione e fa freddo, fa sempre più freddo. Qua e là sentite versi strani…forse è qualcuno che parla la vostra lingua ma siete troppo stanchi e spaventati per avere voglia di cercare di capire.

Forse vi hanno rapiti, forse vogliono farvi del male…ma come è possibile che i vostri familiari vi abbiano lasciato andare così, senza lottare?! Erano entusiasti di perdervi, di abbandonarvi?! E cosa vi aspetta ora? Il dolore vi spezza il cuore e vorreste tanto qualcuno che vi spiegasse, vi aiutasse e fuggire e a tornare a casa, in famiglia, il vostro luogo felice…cane 3

Vi sarete domandati cosa state leggendo? Di cosa si tratta? E cosa ha a che fare questa storia con i cani?

Bene, ha molto a che fare perché è la storia di un cane che, senza sapere e senza capire, pensa di vivere il più terribile incubo della sua vita mentre in realtà sta soltanto per imbarcarsi su un aereo per andare in vacanza con la propria famiglia. Lui pesa una ventina di kg ed è ammesso soltanto nella stiva assieme ai bagagli e non assieme ai suoi amici umani. Molti proprietari di cani, giustamente preoccupati e in ansia, scelgono di far sedare o addormentare completamente il loro amato Fido prima di fargli affrontare il viaggio in stiva ma, soprattutto per le lunghe tratte non vi è certezza che il cane non si svegli prima dell’arrivo. Inoltre, non tutti i cani sono in condizioni fisiche tali da sopportare la somministrazione del sedativo.

Immaginate ora quale stress si trovi a subire il nostro amato amico a quattro zampe e che trauma passare da una casa calda, piena di calore e affetto ad una stiva gelida e asettica, senza i propri familiari e senza sapere perché e per quanto tempo. Lui non sa che dopo qualche ora potrà ricongiungersi ai suoi amati proprietari, trascorrendo giorni felici insieme a loro.

Perché fargli vivere questa inutilmente traumatica esperienza? E perché costringere chi convive con un cane a rinunciare ad una vacanza, ad un trasferimento per lavoro, ad una nuova esperienza lontano da casa? O perché costringere chi vorrebbe e potrebbe portare il proprio cane con sé a lasciarlo presso amici, parenti, pensioni o, peggio, ad affidarlo (in caso di trasferimenti per lavoro) definitivamente, e a malincuore, a qualcuno?

L’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente) ha recentemente proposto l’apertura di un tavolo di confronto con le compagnie aeree e con il Ministero dei Trasporti per cercare di trovare una soluzione a questo problema ed avviarsi verso un futuro in cui anche i cani, non solo quella di piccola taglia, possano viaggiare in aereo accanto ai loro proprietari, come già sta avvenendo per quanto riguarda i treni.

Riconoscere l’intelligenza e la sensibilità del cane e poi costringerlo a viaggiare in una stiva come se fosse un oggetto è una palese contraddizione.  cane_viaggio 2 

Redazione DM.it