A cura di Anna De Romita – educatrice cinofila Bari
Il cane è capace di imitare i nostri comportamenti? Possiamo insegnare esercizi servendoci di una naturale capacità cognitiva del nostro amico a quattro zampe? La tecnica di addestramento di cui vi parliamo oggi è semplice quanto innovativa, viene chiamata “Do As I Do”, in italiano: “Fai come faccio io”, e permette di affiancare alle consolidate metodiche basate sul principio dell’associazione una nuova ed emozionante esperienza attraverso la quale, da un lato, permettiamo al cane di osservarci, ragionare e interagire con noi in una maniera nuova e, dall’altro, impariamo noi stessi a conoscere la meravigliosa e complessa natura del cane attraverso una nuova prospettiva. Infatti, mediante una breve sequenza di fasi necessarie ad impostare correttamente il lavoro possiamo non solo ottenere l’esecuzione di un comportamento ma, soprattutto, scoprire nuovi aspetti a lungo trascurati dell’intelligenza del cane…già proprio l’intelligenza del cane! Non trascuriamo, certo, l’importanza di lavorare con il nostro “amico peloso” grazie all’ausilio dell’associazione positiva: comportamento desiderato→premio, ma diversifichiamo anche il nostro approccio permettendo al cane di mettere in atto delle abilità possedute dalla nascita ma per lungo tempo ignorate da noi esseri umani! E probabilmente il fascino di una disciplina come l’etologia dovrebbe risiedere proprio nella possibilità di apprendere sempre nuovi aspetti della natura diversa e affascinante degli animali, senza mai chiudersi entro dogmi assoluti! I cani hanno sicuramente ancora tantissimo da raccontare riguardo la loro vita, il loro modo di comunicare e di interagire con i loro simili e con gli uomini. E, viceversa, noi abbiamo tanto da dire ai nostri amici a quattro zampe…La sfida sta nel cercare costantemente di arricchire e migliorare gli orizzonti della conoscenza e della comunicazione tra due specie sempre più vicine ma che non sempre riescono a comprendersi e a creare una buona relazione.
Ma lasciamo la parola alla ricercatrice, etologa e istruttrice cinofila Claudia Fugazza…
1) Claudia da dove ha origine la tua passione per l’osservazione e lo studio dei lupi e dei cani?
Si tratta di una passione che ho sempre avuto, almeno da quando ho memoria di me stessa. Un episodio in particolare credo che mi abbia segnato: ero bambina e stavo giocando all’imbrunire vicino ad un ruscello sulle Alpi, a Madesimo, dove trascorrevo qualche weekend con mio padre. Ero sola e indaffarata ad osservare le creature che vivevano nel corso d’acqua, quando, alzando gli occhi vidi la creatura più incantevole che mai potessi immaginare. Forse anche lui non si era accorto di me, o forse mi aveva giudicato innocua ed era venuto ad abbeverarsi nonostante la mia presenza. Ci guardammo per qualche istante che ricordo come tra i più emozionanti della mia vita e poi lui, tranquillo, si allontanò al trotto.
Si trattava di un lupo, non so se fosse scappato a qualcuno che lo deteneva o se fosse già uno dei primi lupi a tornare sulle Alpi. Certo è che da allora, per me il lupo è divenuto una passione.
2) Quanti punti di contatto e quante differenze hai potuto cogliere e registrare tra i lupi e i cani domestici nei loro comportamenti all’interno rispettivamente del branco e del branco misto?
Una lunga serie di studi portati avanti pochi anni fa dal mio gruppo di ricerca ha comparato le capacità cognitive sociali del cane con quelle del lupo (potete trovare gli studi pubblicati sul nostro sito: www.familydogproject.elte.hu).
L’ipotesi oggi più accreditata è che il processo di domesticazione abbia influito sulla predisposizione del cane ad interagire in modo cooperativo con l’uomo, a comprenderne il linguaggio e a riferirsi a lui in situazioni di problem solving.
Proprio queste sembrano essere delle caratteristiche fondamentali che fanno del cane il nostro compagno di vita e del lupo una creatura adattata a vivere in un ambiente diverso.
3) Il “Do As I Do” è un protocollo di insegnamento per il cane. Da chi è stato creato e in cosa si differenzia dalle altre tecniche? Può essere utilizzato anche con altri animali?
“Do as I Do” era originariamente il nome di un protocollo utilizzato per valutare scientificamente la capacità degli animali di imitare.
E’ stato utilizzato per la prima volta dagli etologi J.Hayes & K.Hayes nel 1952 per testare le capacità imitative di uno scimpanzé.
Nel 2006 gruppo di ricerca del Prof. Miklosi ha pubblicato uno studio che dimostrava la capacità di imitazione funzionale nel cane, un’assoluta novità nel panorama scientifico delle capacità cognitive sociali degli animali. Per questo studio era stato utilizzato il “Do as I Do”.
Quando ho letto l’articolo non lavoravo ancora con il Prof. Miklosi ma lavoravo come istruttore cinofilo e ho voluto provare ad applicare il protocollo con il mio cane India. Avuto successo con lei, ho lavorato con altri cani e ho messo a punto un protocollo che fosse adatto a tutti. Il “Do as I Do” è diventata una tecnica di addestramento efficace per insegnare ai cani nuovi comportamenti.
4) A chi consiglieresti il “Do As I Do”? Ci sono cani che potrebbero non rispondere positivamente all’utilizzo di questa tecnica?
Il “Do as I Do” è una tecnica di addestramento avanzato, utilissima per insegnare al cane nuovi comportamenti che implicano l’uso di oggetti, ad esempio aprire un cassetto o accendere la luce, ma anche per svolgere attività piacevoli con il proprietario e lavorare sulla
relazione. Credo che la capacità cognitiva di imitazione funzionale sia posseduta da tutti i cani, pertanto non credo che ci siano cani che non sono in grado di rispondere positivamente a questo metodo. Ovviamente, come per le altre tecniche, ci sono predisposizioni individuali ed esperienze pregresse che influiscono sulla buona riuscita dell’addestramento. Tuttavia è importante sottolineare che il “Do as I Do” si basa su una capacità cognitiva posseduta dal cane in quanto cane e non crea questa capacità dal nulla! Il “Do as I Do” semplicemente permette di usare le capacità cognitive sociali del cane nell’addestramento.
5) Attualmente quante persone all’incirca, tra istruttori e semplici proprietari, utilizzano questa tecnica? E dove si è maggiormente diffusa?
Sinceramente non ho idea di quante persone utilizzino oggi questa tecnica. In Italia il “Do as I Do” si è molto diffuso in seguito ai vari seminari che ho tenuto e anche alla pubblicazione del mio libro e DVD sull’argomento edito da Haqihana, “Il Do As I Do. Il cane impara guardandoci”. In questo periodo sto tenendo diversi seminari in altri paesi europei (Spagna, Austria, Svizzera e Germania) e prevedo che il protocollo si diffonderà rapidamente. A marzo terrò un seminario negli USA e ci sono già buone possibilità che il metodo inizi a diffondersi anche lì.
Sono più che felice di poter divulgare le conoscenze che ci derivano dalla ricerca e che questo possa essere utile per migliorare i metodi di addestramento che, fino ad oggi, si sono basati solo sull’apprendimento associativo, senza considerare le sviluppate capacità
cognitive sociali del cane.
6) Le ricerche riguardanti il “Do As I Do” sono terminate o il progetto è ancora in fase di crescita e trasformazione?
Le ricerche sono in corso! Sono dottoranda in Etologia all’Università di Budapest e lavoro con il Prof. Miklosi sull’apprendimento sociale e l’imitazione nel cane, argomenti sui quali credo le ricerche proseguiranno a lungo!
I nostri studi vertono sia su tematiche applicative, con il fine di apportare conoscenze utili nel mondo dell’addestramento, sia su tematiche cognitive (le capacità cognitive del cane). Per quanto riguarda la parte applicativa, ad esempio, ho ora i primi risultati
molto interessanti sul confronto tra “Do as I Do” e altre tecniche tradizionali basate sull’apprendimento associativo per l’insegnamento di determinati comportamenti.
Per quanto riguarda le capacità cognitive abbiamo appena terminato uno studio che ha dimostrato la capacità di imitazione differita nel cane (la capacità di ricordare un’azione dopo averla vista dimostrare dal proprietario e di riprodurla in un momento successivo, dopo
un intervallo di tempo). Negli studi sullo sviluppo delle capacità cognitive del bambino, questo è ritenuto indice di memoria dichiarativa.
7) In quali attività e progetti sei impegnata in questo momento?
Per la ricerca sull’apprendimento sociale in questo momento sto lavorando sia sul confronto tra “Do as I Do” e altre tecniche di addestramento tradizionali, sia su un nuovo studio che sta già dando risultati molto interessanti sulla capacità del cane di capire le intenzioni del proprietario (non anticipo troppo e vi lascio la sorpresa per quando avrò più dati!).
Inoltre lavoro ad un progetto per il ritorno del lupo sulle Alpi, il cui scopo è quello di trovare sistemi di protezione del bestiame domestico dagli attacchi del predatore
8) Quali letture e/o quali siti internet consiglieresti a chi desiderasse avvicinarsi al “Do As I Do” in generale e alla conoscenza del meraviglioso mondo dei lupi e dei cani in particolare?
Beh, forse mi farei troppa pubblicità se consigliassi il mio libro + DVD, ma al momento è l’unico esistente in italiano su questa tecnica di addestramento. Sul mio sito: www.apprendimentosociale.it si possono trovare aggiornamenti sulle nostre ricerche, gli eventi, gli stages etc. e anche diversi video. Per chi legge in inglese consiglio il libro del Prof. Miklosi: Dog Behaviour, Evolution and Cognition, dove si possono trovare spiegati i risultati di molte ricerche sul cane. Infine è stato recentemente tradotto in italiano il libro di R. Coppinger: Dogs che considero un ottimo inizio per chi desidera avvicinarsi al mondo del cane, comprendendo davvero l’etologia del nostro migliore amico.
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