A cura di Anna De Romita – educatrice cinofila Bari
Avete un cane, cucciolo o adulto non importa, ma iniziate ad avere in testa il pensiero di rivolgervi a qualcuno per avere un aiuto. C’è una difficoltà o una piccola o grande incomprensione tra voi e il vostro amico a quattro zampe e non accenna a risolversi, anzi sembra peggiorare. Attività “normali” come un gioco, una passeggiata o, semplicemente il separarvi o l’incontro con un altro cane sembrano imprese titaniche, ingestibili. Il vostro sistema nervoso è seriamente provato dall’incapacità di capire cosa fare o dai tanti tentativi fallimentari ma non volete continuare a trasmettere la vostra tensione a lui e ai vostri cari. Continuate a pensare che sia giusto affidarsi ad un esperto e siete sempre più certi che sia inevitabile prendere questa decisione. E’ la mossa più saggia, ormai siete pronti alla sfida. Tuttavia, dopo aver parlato con qualche amico o conoscente, aver letto qualche libro, visto programmi in tv e spulciato articoli in rete la confusione si è impossessata di voi. Chi chiamare? Mille parole, definizioni, nomi e curricula saltellano nella vostra testa e sul vostro bisogno di chiarezza.
Molti desistono, alcuni prendono strade di cui poi si pentono, altri alzano la cornetta, o sarebbe meglio dire digitano numeri sulla tastiera del loro smartphone, e chiamano un educatore cinofilo. Per intenderci quello che parla di educazione, di metodo gentile, di relazione e rispetto, di pazienza e amore, di conoscenza e osservazione. Questo vi piace e siete entusiasti del nuovo percorso che andrete ad affrontare e siete contenti di essere non solo presenti ma protagonisti di questa avventura dove finalmente una guida saprà dirvi dove mettere in piedi e quali pericoli evitare.
Certo, ci potrà essere chi mente con le parole e poi nei fatti vi suggerisce qualcosa “per ottenere risultati un po’ più rapidamente”, qualcuno che vi spinge a non rifiutare del tutto qualche “innocente strattonata” o qualche “bottarella” per “ristabilire chi comanda”. Beh quelle persone mentono quando dicono di essere educatori cinofili, mentono a voi e a se stesse, non sono “veri” educatori. Ma il bello è che avrete modo di constatarlo con i vostri occhi perché sarete lì a poter scegliere e dire sì o dire no per il benessere del vostro amico e della vostra relazione.
I veri educatori sono fedeli alle parole che vi dicono e sono fedeli a se stessi e ai principi e valori che li hanno spinti ad essere questo e non qualcos’altro.
Potremmo dire tanto su ciò che fa un vero educatore e molto si può ricavare dagli articoli scritti qui ma oggi vorrei spendere due parole su quello che per me credo sia uno degli aspetti, se non l’aspetto fondamentale, di questo mestiere meraviglioso, ciò che fa la differenza: lo sbaglio.
L’educatore sbaglia perché non è arrogante, non è definitivamente fermo sulle sue posizioni e su ciò che ha imparato. L’educatore continua a studiare e osservare e confrontarsi per tutta la vita e, in realtà, lo fa già prima di diventare educatore perché la sua è una passione prima di essere un lavoro.
L’educatore si confronta con i suoi cani, con i cani degli altri, con i randagi, con i colleghi, con i clienti, con chi lo comprende e con chi parla tutt’altra lingua.
L’educatore studia un percorso per ogni cliente che domanda il suo aiuto e il suo tempo e non c’è percorso che sia uguale all’altro, per quanto alcuni esercizi e tecniche possano essere sempre gli stessi. E il percorso cambia in progress, osservando ciò che accade e ragionando, ragionando, ragionando senza sosta per il bene del cane e di chi ci convive. E poiché è tutto da definire, da capire e da sperimentare l’educatore può sbagliare nei confronti del cliente ma anche nei confronti del cane. Ma lo sbaglio non è mai senza rimedio, non è mai un danno fisico o psicologico, non è mai qualcosa che arreca dolore o paura.
Si capisce lo sbaglio perché il cane non cambia o perché il proprietario non ha compreso bene cosa gli è stato insegnato e si è mosso confusamente o con incoerenza. Si capisce lo sbaglio perché il cane non ci segue e ci mostra il suo disinteresse o il suo rifiuto.
Ed è qui la meraviglia dell’essere educatore: lo sbaglio…ciò che non va, ciò che induce a stravolgere tutto e ricominciare, la sfida della ricerca di una chiave giusta per comunicare con il cane e di una chiave giusta per comunicare con il cliente. Ci sono basi comuni che ci aiutano con entrambi ma poi ogni essere vivente è un universo a sé che va capito di volta di volta, prendendo atto della diversità.
Un educatore sbaglia con voi, accanto a voi e al vostro cane ma non perde mai il rispetto verso entrambi e la voglia di sorridere. Un educatore sbaglia ma sa che la pazienza, il rispetto e la passione lo porteranno a concertare con voi e con il vostro impegno la strada dove lo sbaglio sia occasione di crescita e conoscenza, un percorso magari lungo e con qualche salita e qualche discesa ma un percorso solido, nella direzione del rispetto e dell’amore per il cane, un essere speciale che non smette di parlarci, insegnarci e stupirci se solo sappiamo “ascoltarlo” e osservarlo con gli occhi della curiosità e dell’umiltà.
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