A cura di Elena Callegaro – Educatrice Cinofila 366.4150792 – www.ilcaneinsegna.com
Siamo talmente fuori strada nell’attribuire ai nostri cani vizi e perversioni mentali (che in realtà sono solo nostri) che capita spesso di sentir qualcuno che dice: “il mio cane mi fa i dispetti perché l’ho lasciato solo”, oppure ancora “il mio cane ha sporcato in casa per vendicarsi”. Nel far questo non ci rendiamo conto che la prerogativa di tenere il “broncio” è, invece, esclusivamente umana. Così come anche la complessa e inutile arte della preoccupazione, sia quella rivolta al passato, sia quella proiettata al futuro, sia quella incastonata nel presente. Il segreto della serenità? I nostri cani non fanno il muso lungo perché vivono nel “Qui e ora”.
Meno ci attacchiamo al come sarebbe potuto essere, o al come potrebbe essere, più ci vedremo bene, e più saremo veramente in grado di goderci, con piacere, ogni momento della vostra vita. Questa è una scelta che ripristina il nostro corretto funzionamento di esseri umani, perché nasce solo dall’accettazione che il bene, quello che in fondo tutti perseguiamo, per la sua propria natura non è perfetto, non è immobile, e non è “per sempre”. In altre parole vivendo solo nel presente accettiamo che l’errore, quello che noi chiamiamo errore, possa esistere. Gli animali tutto questo lo sanno già, e lo mettono in pratica: ecco perché i nostri cani non si fanno “seghe mentali”.
Da ciò consegue anche l’importanza di riuscire a cambiare il modo con cui ci parliamo dentro: una conversazione negativa, pessimista, sconfortata e sconfortante con se stessi può sempre e in qualsiasi momento essere trasformata, con una decisione consapevole e cosciente, in un discorso volto al positivo.
Tutto questo ha a che fare anche con l’immagine mentale che ci facciamo inconsciamente di noi stessi a forza di dirci sempre le stesse cose. Un esempio semplice: se uno studente continua a pensare “non ce la farò mai a superare quell’esame, sono un buono a nulla, non mi ricordo niente, non ci capisco niente ”, le possibilità che, a forza di dirselo, la sua prova vada davvero in malora sono molto più alte rispetto a un studente orientato positivamente. Forse vi starete chiedendo che cosa abbia a che fare tutto ciò con i cani. C’entra eccome! Sono tanti ormai gli educatori cinofili che conoscono bene quanto la visualizzazione (o focalizzazione) possa influenzare, positivamente o negativamente, il raggiungimento degli obiettivi desiderati con il nostro cane: se tu decidi dentro di te che non riuscirà mai a ottenere un certo risultato, e stai dunque già immaginando di non riuscirci, non ce la farai mai. Al contrario, se parti già creando dentro di te l’immagine tua e del tuo cane che vi godete felicemente soddisfatti la “vittoria”, e questa immagine la arricchisci più che puoi, la rendi nitida dentro di te, piena di particolari, allora puoi star certo che il cane avrà molte meno difficoltà a rispondere secondo le tue aspettative. Provate a mettere in pratica questa tecnica nell’esercitarvi a fare qualcosa che fin’ora non siete mai riusciti a fare con il vostro cane. Se ci credete davvero, vedrete che risultati!
Del resto gli animal communicator, coloro che usano la telepatia per mettersi in contatto con gli animali, sanno benissimo quanto sia influente, e in alcuni casi determinante, il nome che le persone danno ai loro animali. Infatti consigliano sempre di non usare mai vocaboli a forte connotazione negativa (es. Killer, Devil, Attila) proprio per non essere indotti a creare immagini a loro volta negative ogni volta che li chiamiamo, perché saranno quelle che noi staremo inviando loro.
Avete mai visto un cane che si guarda allo specchio e non si piace? E vi siete mai chiesti come mai la pet therapy è sempre più accreditata a scopo medico? Perché per una persona affetta depressione spesso il prendersi cura di un cane, o comunque di un animale, è straordinariamente risolutivo e guarente? Perché i nostri piedi toccheranno di nuovo la terra. Vale a dire che non saremo più portati a sprecare le nostre energie, capacità, potenzialità e risorse per idee di cose che non esistono. Impariamo ad accettare, la nostra situazione, noi stessi, quello che circonda, le persone con cui abbiamo a che fare, quello che abbiamo e che non abbiamo.
Spesso si fa fatica a comprendere la vera differenza tra accettazione e rassegnazione. Una differenza che è a dir poco abissale, perché il primo atteggiamento porta alla vita, il secondo alla morte, che in questo caso è proprio una morte in vita. L’unico modo per capire cosa sia davvero l’accettazione è aver compreso come funzioniamo.
Se tu sai, per certo, che sei energia, fai parte di una rete di energia dentro cui tutti siamo collegati, che matematicamente tutto quello che chiedi senza avere dubbi, e senza opporti al male con il male, ti verrà “spedito”, che problema c’è ad accettare quello che ti succede? Tanto fa tutto comunque parte del percorso che noi stessi ci siamo scelti per evolverci.
Quando viviamo una relazione ispirante con il nostro compagno a quattro zampe, allora ci rendiamo conto davvero che il cane ci insegna l’accettazione incondizionata. A lui non importa se siamo belli, brutti, ricchi, poveri, realizzati nel lavoro, se abbiamo la macchina nuova, se viviamo sotto un ponte o in una villa di lusso in riva al mare. Al nostro cane importa solo di stare con noi. Per un essere umano che ancora non sta bene questa affermazione è importantissima: perché il cane ci insegna che possiamo essere amati. Il cane ci ha già perdonato ancor prima che noi facessimo qualcosa che possa richiedere di essere perdonato. Ed essere accettati da un altro essere vivente, che amiamo, anche se crediamo di non esserne all’altezza perché siamo convinti di aver commesso errori imperdonabili, ha in sé una potente forza risanatrice. E’ per questo che il cane ci aiuta anche a recuperare fiducia in noi stessi, nei casi in cui l’abbiamo perduta.
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