Uso e abuso della figura del Dog Sitter

Per le strade delle città e nelle aree cani dei parchi capita abbastanza frequentemente di incontrare dei ragazzi che svolgono la professione di Dog Sitter. A volte li si vede con uno o due cani appartenenti alla stessa famiglia, altre volte portano a spasso un vero esercito a quattro zampe.

A volte li si vede con uno o due cani appartenenti alla stessa famiglia, altre volte portano a spasso un vero esercito a quattro zampe.

A volte li si vede con uno o due cani appartenenti alla stessa famiglia, altre volte portano a spasso un vero esercito a quattro zampe.

C’è chi dichiara che il Dog Sitter sia una figura indispensabile per tutti quei proprietari che passano molte ore sul posto di lavoro senza avere la possibilità di tornare a casa per pranzo e c’è chi invece si dichiara contrario per principio (una specie di “il cane è mio e me lo gestisco io”).

Personalmente credo che sia fantastico potersi avvalere di una figura di supporto nella gestione del cane quando non vi sono alternative. Ho usato la parola “supporto” non a caso. Infatti, il Dog Sitter dovrebbe essere un aiutante, un supporto, un valore aggiunto (nei casi in cui ve ne sia necessità) alla  relazione che abbiamo con il nostro cane, non un sostituto che quotidianamente svolge quella mansioni che noi non abbiamo voglia di fare. Portare il nostro amico a quattro zampe a passeggio, giocare con lui, controllare che la sua ciotola dell’acqua sia sempre piena, dovrebbe essere un piacere e non una seccatura. Mi rendo conto di quanto la gestione di un cane possa essere impegnativa e possa incidere notevolmente nei nostri programmi giornalieri ma il motivo per il quale un bambino di otto anni non può entrare in un negozio e acquistare un cucciolo o adottarlo al canile è uno e uno soltanto: si suppone che la maggiore età o quanto meno l’età adulta porti con sé un po’ di buon senso. Possedere un cane è un impegno. E’ questa la verità nuda e cruda. Ed è un impegno che molti proprietari (al di là di coccole, carezze e bocconcini elargiti quando si è dell’umore adatto) non hanno voglia di considerare. Avere un cane è un impegno perché avere un cane, vivere con lui, godere appieno di tutte le sue incredibili doti, significa stabilire con lui una relazione, un patto d’amore. Ci piace delegare gli impegni, ci piace rimandare quello che non abbiamo voglia di fare. E’ umano, è comprensibile ed entro certi limiti è decisamente accettabile. Non conosco persone entusiaste di buttare la spazzatura, lavare i piatti, pagare le bollette, fare la fila in posta, cercare parcheggio in centro il sabato sera, etc… Queste sono tutte azione, ad esse non è legata nessuna emozione in particolare. Non abbiamo nessun rapporto con la spazzatura, i piatti, le bollette, le file e i parcheggi. Ma quando parliamo del nostro essere proprietari, quando viviamo appieno la nostra relazione con il cane, come possiamo delegare costantemente agli altri il rapporto con una creatura che ci ama e che noi amiamo? Se dovessi seguire questa logica mi aspetterei di veder nascere nuove figure professionali adibite a sostituirci nei nostri rapporti con la famiglia, il partner e gli amici. Potremmo chiamare il sostituto di turno e dirgli frasi del tipo “Ciao, questa sera sono molto stanco. Esci tu con mia moglie?”, oppure “Non ho voglia di alzarmi. Lo dai tu un bacio al mio fidanzato?”, o ancora “Ti dispiacerebbe dimostrare tu alla mia amica che le voglio bene? E’ che fuori piove…”. Io scherzo, ma in tutti gli scherzi c’è qualcosa di vero e devo ammettere che non vedo tutta questa differenza tra le richieste assurde che avete appena letto e la pretesa che vi sia un dog sitter a sostituirci costantemente nella relazione con il nostro amico a quattro zampe.

Ma quando parliamo del nostro essere proprietari, quando viviamo appieno la nostra relazione con il cane, come possiamo delegare costantemente agli altri il rapporto con una creatura che ci ama e che noi amiamo?

Ma quando parliamo del nostro essere proprietari, quando viviamo appieno la nostra relazione con il cane, come possiamo delegare costantemente agli altri il rapporto con una creatura che ci ama e che noi amiamo?

Conosco diversi dog sitter e devo ammettere che sono coscienziosi nello svolgere il loro lavoro. Hanno solo un difetto: non sono i proprietari. Quindi evviva il dog sitter come supporto, come persona competente nella gestione del cane e alla quale possiamo affidare sporadicamente i nostri amici pelosi. Evviva il dog sitter chiamato per regalare ancora più benessere a Fido, evviva il dog sitter come aiuto e non sostituto. A volte tra l’uso e l’abuso il confine è sottilissimo. In amore non si delega.

Paola De Ruggieri