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Come preannunciato, abbiamo deciso assieme alla redazione del dogmagazine.it di scrivere una serie di articoli che potessero orientare meglio il proprietario nella relazione con il proprio amico a 4 zampe.
L’articolo di oggi vuole offrire una chiave di lettura “cinocentrica” del particolare linguaggio del cane, offrendo al lettore la possibilità di potersi confrontare in maniera costruttiva assieme al suo amico a 4 zampe.
Poiché la comunicazione riveste un ruolo estremamente importante nella relazione uomo-cane, in questo articolo parleremo della comunicazione vocale del cane.
I cani comunicano tra loro in maniera estremamente diversa rispetto a quanto facciamo noi con i nostri simili. Ma cos’è realmente la comunicazione?
Il termine comunicazione deriva dal latino cum = con, e munire = legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune far partecipe). Potremmo definire la comunicazione come quel PROCESSO INTERATTIVO IN CUI I PARTECIPANTI METTONOQUALCOSA IN COMUNE: UN TERRITORIO CONDIVISO.
“La comunicazione non è soltanto un processo di trasmissione di informazioni, ma è un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa. Due interlocutori mettono in condivisione il proprio Universo simbolico di significati. Il confronto e lo scambio delle percezioni soggettive della realtà determina una realtà condivisa.
Si comunica per soddisfare un bisogno
Bisogno fisico: la presenza o assenza di altri incide sulla propria salute.
Bisogno sociale: senso di appartenenza, coinvolgimento, controllo, influenza sugli altri.
Bisogno pratico: chiedere un’informazione, un consiglio, ottenere qualcosa dagli altri (Dott.sa Ilaria Columbo)”
Si comunica per soddisfare un bisogno.
Tutti noi abbiamo modo di comunicare e, al giorno d’oggi, tra social network e tariffe telefoniche agevolate, non sembra più un problema comunicare facilmente anche a grandissime distanze.
Ma con il cane?
Il cane ha una struttura comunicativa per la quale la “parola” non ha la nostra stessa rilevanza.
Il linguaggio umano ha tre livelli comunicativi e ciascuno di questi risulta importante nell’interazione con altre persone. Gli studi indicano che per l’uomo la volontà di intraprendere un rapporto, piuttosto che una comunicazione con un’altra persona, è influenzata per il 7% dalla comunicazione verbale, per il 38% da quella paraverbale (toni, volume, timbri della voce, ecc…), e per il restante 55% dalla comunicazione non verbale.
Eugene S. Morton (Animal Vocal Communication: A New Approach di Donald H. Owings,Eugene S. Morton) ha compiuto diversi studi sulle vocalizzazioni degli animali, e nel suo trattato evidenzia come non sia corretto attribuire ai suoni che gli animali producono, dall’uggiolio per arrivare al ringhio, un preciso significato semantico.
Per poter interpretare in maniera più significativa il suono emesso, occorre che chi si appresta alla loro “traduzione”, si domandi a cosa effettivamente possano servire. Secondo Morton i suoni sono emessi dall’animale per ottenere un determinato risultato.
Suoni come l’uggiolio, il guaito, l’abbaio, il ringhio e l’ululato hanno una profonda rilevanza, e credo che ogni proprietario debba cominciare ad ascoltare meglio il comportamento vocale del cane per riuscire a comprenderne il significato.
Uggiolio: è la tipica vocalizzazione infantile, emessa principalmente dal cucciolo, ma presente anche negli adulti in particolari dinamiche relazionali. Esistono diverse tipologie di uggiolii, ognuna delle quali offre una chiave di lettura differente. La sua finalità è mostrare paura, timore o panico. Oppure viene messo in atto per avanzare richieste ed esprimere eccitazione (basti pensare ad un maschio adulto in presenza di una femmina in calore).
Guaito: a differenza dell’uggiolio, il guaito non è messo in atto per richiedere qualcosa, ma indica paura, spavento e/o dolore. Esso può essere singolo con una tonalità acuta, sinonimo di dolore fisico, oppure può essere ripetuto varie volte, indice di dolore prolungato o di grande timore.
Abbaio: di certo il comportamento vocale maggiormente conosciuto da parte di tutti i proprietari (e dai loro vicini). Non tutti sanno però che l’abbaio è un comportamento vocale che può nascere da svariate motivazioni, inclusa la razza (fattore decisamente importante nell’utilizzo di questa strategia comunicativa). Alcune razze di piccola taglia, ad esempio, sono solite utilizzare questa forma comunicativa per avanzare richieste o per esprimere l’approssimarsi di un pericolo, e lo fanno più frequentemente rispetto ad altre di grande taglia, meno propense ad “avvisare”, ma più reattive ad agire.
A seconda della tipologia di abbaio, ogni espressione vocale può indicare motivazioni diverse. Di seguito alcuni esempi:
Sequenze di 3 – 4 abbai, eseguiti rapidamente con tonalità media – strategia comunicativa con funzione di richiamo del branco dopo l’avvistamento di un ipotetico pericolo;
Sequenze di abbaio con tonalità media – in questo caso il cane percepisce l’approssimarsi del pericolo sempre più imminente;
Sequenze di abbaio con tonalità più bassa – il cane si prepara alla difesa;
Sequenza prolungata di abbai intervallati tra loro accompagnati da ululato – è il tipico abbaio del cane che richiede attenzione perché si sente solo;
Uno o due abbai brevi, netti e con tonalità medio/alta – di solito è un segnale di saluto o di eccitazione.
Singolo abbaio breve con tono medio alto – caratteristico abbaio di richiesta e di richiamo per una particolare attività. Per farvi un esempio più esemplificativo, provate a prendere una pallina o un gioco che piaccia al cane e non lanciateglielo subito 🙂
Abbaio un po’ “balbettante”, con tonalità media e con cadenza quasi regolare: in questo caso ci troviamo davanti ad un vero e proprio invito al gioco assieme, con il cane che mostra atteggiamenti anche più concitati ed eccitati
Abbaio ripetuto con tonalità crescente, da quella media a quella alta – tipico delle attività ludiche e del divertimento
Questi sono solo alcuni esempi delle espressioni vocali più comuni. Ma sono sicuro che vi divertirete a trovarne di nuovi e ad interpretarli assieme al vostro amico a 4 zampe.
Ringhio: Un’altra forma di espressione verbale estremamente importante è il ringhio. Ringhiare è una forma comunicativa estremamente importante visto che riveste un ruolo fondamentale nelle espressioni legate alle minacce ed agli avvertimenti. Possiamo dire che esistono principalmente 3 tipologie di tonalità, che poi possono essere modulate a seconda delle necessità e delle situazioni in cui ci si trova.
Una ringhiata con tonalità bassa è tipica di un soggetto sicuro di sé. E’ quello che in gergo viene definito ringhio sommesso. Rappresenta un evidente segno di minaccia da parte di un soggetto pronto all’attacco.
Una ringhiata meno profonda, con tonalità media, a volte accompagnata dall’abbaio, è sempre espressione di avvertimento di un cane che si sente minacciato e dimostra le sue intenzioni nel volersi difendere.
Un ringhio alternato che va da tonalità basse a tonalità alte, è una vocalizzazione che un cane spaventato mette in atto. Un cane che si trova in una situazione di insicurezza che potrebbe comportare l’attacco oppure la fuga.
L’ultima espressione vocale di cui vorrei parlarvi è quella che rappresenta per eccellenza la comunicazione più evidente nell’immaginario collettivo degli amanti dei cani e soprattutto per gli amanti dei Lupi: l’Ululato.
Sono tantissimi gli studi intrapresi negli ultimi decenni per poter identificare il significato di questo suono meraviglioso, in grado di evocare in chi lo ascolta una molteplicità di sensazioni ed emozioni.
L’ululato nasce come strumento comunicativo all’interno di una struttura sociale estremamente complessa quale è il branco. I lupi ululano in diverse occasioni che sono caratterizzate dall’importanza che rivestono per il benessere dell’intera collettività:
Ululato per definire meglio i confini del proprio territorio e/o come avvertimento. Una sorta di esortazione per quei soggetti non appartenenti al proprio branco che sconfinano all’interno del territorio dei soggetti residenti.
Ululato con finalità di aggregazione. Una sorta di richiamo per incoraggiare il raggruppamento prima di intraprendere un’attività collettiva come ad esempio la caccia o per rafforzare i legami interni al branco stesso
Ululato come localizzatore: un soggetto può ululare per essere sentito a distanza, per poter essere meglio localizzato o per ricercare l’esatta posizione degli altri componenti del suo branco.
Il cane dal suo canto, attraverso la selezione operata dall’uomo, ha perso quasi completamente l’utilizzo di questa espressione vocale. Vi capiterà di sentire ululare il vostro cane in risposta ad un suono particolare come una sirena, uno strumento musicale o addirittura vi capiterà di sentire cani che ululano in risposta ad un canto. Ma a prescindere da questa tipologia di episodi, il cane oggigiorno ulula raramente, e quando accade è principalmente per esprimere la propria presenza all’interno del territorio, per richiamare l’attenzione del suo branco-famiglia oppure una sorta di socializzazione a distanza, un po’ come dire “ehi, sono qui, ci sono anch’io!”.
Per comprendere le necessità di un cane, ogni proprietario dovrebbe imparare a riconoscere le espressioni vocali utilizzate dal proprio amico a 4 zampe. Come detto in precedenza, la comunicazione nasce come desiderio di esprimere un bisogno. Comprendere le necessità del nostro amico a 4 zampe significa rispettarlo e poter porre le basi necessarie per una convivenza serena e felice.
Tutti noi siamo profondamente legati al nostro amico a 4 zampe, e ogni giorno ci dedichiamo affinché possa trascorrere la sua vita insieme a noi nel miglior modo possibile. Prestiamo attenzione alla sua salute con periodiche visite dal medico veterinario di fiducia, dedichiamo estrema attenzione […]
Tutti noi siamo profondamente legati al nostro amico a 4 zampe, e ogni giorno ci dedichiamo affinché possa trascorrere la sua vita insieme a noi nel miglior modo possibile.
Prestiamo attenzione alla sua salute con periodiche visite dal medico veterinario di fiducia, dedichiamo estrema attenzione alla sua alimentazione ed al suo benessere, e cerchiamo di ritagliarci sempre più tempo di qualità da trascorrere assieme al nostro inseparabile “Fido”.
Ma parlando di comportamento, siamo davvero sicuri di saper riconoscere le emozioni, le necessità e saper interpretare al meglio le azioni che il nostro amico a 4 zampe propone?
Ho pensato di scrivere una serie di articoli che andremo a pubblicare sul dogmagazine.it nelle prossime settimane, e spero possano aiutare tutti gli amici a 4 zampe a ricreare sempre più condizioni di benessere con il proprio amico umano. Soprattutto vorrei che ci fossero le condizioni per poter porre delle basi concrete per una sana crescita comportamentale e relazionale tra voi ed il vostro amico peloso. Consigli e spunti che possono essere ovviamente sviluppati prendendo contatti con esperti cinofili della vostra zona, che potranno indirizzarvi in attività ed esercizi in grado di poter comprendere meglio il comportamento del vostro inseparabile amico
Questo primo articolo sarà indirizzato sulle differenze sensoriali tra uomo e cane.
Il cane ha organi sensoriali strutturati in maniera differente rispetto a quelli dell’uomo, ed è fondamentale che ogni proprietario cominci ad orientarsi su queste importantissime differenze riguardanti il modo di percepire il mondo da parte del nostro amico scodinzolante.
Il cane e l’uomo. Due specie così affini, ma allo stesso tempo così diverse.
Vediamo perchè.
Udito. Un suono per noi non udibile potrebbe giocare un ruolo determinante nel comportamento del cane poiché, rispetto all’uomo, il cane è in grado di percepire una gamma di ultrasuoni (per noi impercettibili) che evocano delle risposte comportamentali per forza di cose differenti rispetto alle nostre.
Intanto, è bene considerare la grande differenza nella percezione dei suoni. L’uomo percepisce sino a 30.000 vibrazioni in età giovanile, 20.000 da adulto e circa 12.000 nella vecchiaia.
Il cane, invece, in età adulta, riesce ad udire da 35.000 a 45.000 vibrazioni il secondo; praticamente il doppio di quelle di un essere umano in età adulta. Ciò significa che il cane percepisce dei suoni che per noi rientrano nel campo degli ultrasuoni, cioè che non riescono ad essere decodificati dal nostro sistema uditivo. Inoltre, cosa poco considerata, il cane è in grado di muovere le orecchie ed indirizzare e localizzare la fonte del suono in maniera altamente selettiva, cosa che gli permette di scovare insetti e lucertole che si nascondono in zone apparentemente prive di cose per noi umani interessanti.
L’udito riveste sicuramente un ruolo importantissimo nella percezione del mondo ed i nostri avi avevano tratto un notevole vantaggio da questa dote sensoriale. Vi basti pensare al ruolo di sentinella e guardiano delle abitazioni dell’uomo, in grado di poter percepire l’approssimarsi di un pericolo già a grandissima distanza.
Olfatto. Allo stesso modo, un odore che per il nostro naso potrebbe non evocare alcun tipo di risposta, potrebbe suscitare nel cane un profondo interesse e scatenare meccanismi di cui non conosciamo apparentemente il significato.
Infatti, i cani sono mammiferi macrosmatici (macros: di alto grado, grande; osmè: olfatto, odorato), ovvero animali la cui funzione olfattiva supera per importanza quella visiva.
Partiamo quindi da un concetto basilare che non tutti sempre riescono a tenere in considerazione in maniera appropriata: il cane vede il mondo come un insieme di odori a cui poter legare delle immagini. Esattamente l’opposto di quello che accade nella testa dell’uomo. Pertanto, un olfatto così sviluppato e raffinato è in grado di poter selezionare un determinato odore tra tanti (parliamo addirittura di molecole), decodificarlo e memorizzarlo, ovviamente in maniera estremamente differente rispetto al nostro modo di percepire lo stesso odore. Vi basti pensare che l’uomo è dotato di circa 5 milioni di cellule olfattive, un cane, ad esempio un pastore tedesco, oltre 200 milioni di cellule olfattive.
Motivo per cui, sopratutto negli ultimi decenni, si sono sviluppate sempre di più tecniche atte alla valorizzazione di questa meravigliosa macchina “scova odori”.
Cani antidroga, anti esplosivi, cani istruiti per la ricerca di sostanze odorose appartenenti a fenomeni cancerogeni (soprattutto negli USA ed in Giappone, sono tantissimi i protocolli di ricerca che utilizzano il cane per diagnosticare precocemente tumori soprattutto della pelle – Leggi l’articolo sul dogmagazine.it)
Ora, avendo iniziato a considerare la grande potenzialità di questo senso, potete cominciare a comprendere alcuni comportamenti del vostro cane che fino ad oggi potevano risultare inspiegabili, oppure potreste cominciare a ricreare dei “giochi di fiuto” che permettano al vostro cane di valorizzare le proprie abilità di specie.
Vista. Secondo il medesimo principio di specializzazione e diversificazione, anche la vista ha delle differenze concrete con il nostro modo di vedere il mondo.
Partiamo con il dire che il cane sicuramente al buio vede meglio di noi. Questo principio ha delle basi strutturali anche e soprattutto per le necessità che madre natura impone ad ogni essere vivente. Cacciando al crepuscolo, i cani riescono non solo a vedere meglio al buio, ma sono estremamente sensibili ai movimenti veloci, a tal punto da innescare immediatamente la voglia di inseguire l’oggetto che ha suscitato tale interesse.
Inoltre, vorrei che vi soffermaste anche a pensare alla conformazione del viso del vostro amico a 4 zampe: con gli occhi posti in posizione leggermente laterale, il cane possiede un campo visivo molto più ampio rispetto al nostro (umano: campo visivo di 180° – 200° circa; cane : campo visivo dai 250 ai 280° circa, con differenze da razza a razza e da conformazioni morfologiche soggettive).
Altro aspetto importante è quello della differenza nelle percezioni cromatiche. L’uomo possiede più cellule visive specializzate per la visione diurna (detti coni) utili inoltre per la distinzione e la differenziazione cromatica. Mentre il cane possiede un numero più elevato di cellule visive specializzate nella visione notturna, i cosiddetti bastoncelli. Di seguito, alcune immagini per farvi meglio comprendere la differenza nella percezione dei colori da parte del cane.
Gusto. Avendo un olfatto così sviluppato, madre natura ha dotato il cane del senso legato al gusto in maniera meno presente rispetto alla nostra. Del resto con un naso così funzionale, l’odore riveste un ruolo più rilevante anche durante i pasti.
Questo lo si evidenzia da alcuni studi condotti che hanno confermato che il numero delle papille gustative è inferiore rispetto al nostro (circa 1700 papille gustative nel cane, contro le 9000 dell’uomo). E questa considerazione potrebbe spiegare ad esempio il motivo per cui il cane è così attratto da bocconcini o da cibi apparentemente maleodoranti per noi.
Il Tatto. Non tutti sanno che il tatto è un senso fondamentale per il nostro compagno ed è in assoluto il primo che un cane utilizza ricercando il contatto con la madre non appena viene al mondo. Questo perché il cucciolo neonato ha gli occhi chiusi, é sordo, e per la sua sopravvivenza si orienta verso fonti calore che potrebbero rappresentare per lui sostentamento e riparo. Inoltre, c’è un’ulteriore strumento che il cane utilizza tantissimo per decodificare le sensazioni tattili con il mondo: le vibrisse. Non appena cominciano le prime attività esplorative, dopo la seconda settimana di vita, il cucciolo prende coscienza del mondo esterno attraverso le vibrisse, particolari peli sensori ubicati nella zona del muso, degli occhi, senza tralasciare ovviamente i peli tattili localizzati nella parte terminale delle zampe. Un po’ come dire che quello che noi facciamo attraverso il contatto con le mani, il cane lo mette in atto attraverso zone sensibili come l’area del muso e degli arti. Attraverso questi peli sensori, il cane è in grado di poter stabilire la consistenza e la conformazione degli stimoli con cui entra in contatto
Sulla base di questi piccoli consigli e spiegazioni, spero di aver suscitato in voi l’interesse per poter meglio comprendere il comportamento del vostro cane. Quando vi sembra che il vostro cane decide di fare qualcosa di apparentemente immotivato, provate a valutare quale senso è più utilizzato in quel momento. Potreste rimanere piacevolmente colpiti dalle grandissime abilità che possiede il più grande amico dell’uomo. 🙂 Claudio Minoli
Istruttore Cinofilo Professionista www.psycodogs.it – 339.3553035
Ebbene si, anche noi siamo caduti nella rete del socialnetwork fotografico più famoso al mondo, Instagram! 🙂 Per tutti gli amici che ci leggono, se vorrete condividere con noi le foto dei vostri amici a 4 zampe, sarà sufficiente collegarvi sul nostro account http://www.instagram.com/instadogmagazine Per […]
Ebbene si, anche noi siamo caduti nella rete del socialnetwork fotografico più famoso al mondo, Instagram! 🙂
Per tutti gli amici che ci leggono, se vorrete condividere con noi le foto dei vostri amici a 4 zampe, sarà sufficiente collegarvi sul nostro account http://www.instagram.com/instadogmagazine
Per poter rivedere le vostre foto e per far conoscere i vostri amici a 4 zampe, usate i seguenti hashtag: #dogmagazineit #dmit #instadogmagazine@instadogmagazine
Ne vedremo delle belle! 🙂
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Città del Messico – Venerdì 14 Febbraio. Una scoperta eccezionale ha fatto il giro del mondo in pochissime ore sul web tra gli appassionati di Storia e di Cinofilia. Un gruppo di archeologi dell’Istituto Nazionale Messicano di Antropologia (INAH) ha annunciato la scoperta di un importante […]
Ritrovato un importante sito archeologico contenente un vero e proprio cimitero per cani risalenti all’epoca Azteca
Una scoperta eccezionale ha fatto il giro del mondo in pochissime ore sul web tra gli appassionati di Storia e di Cinofilia.
Un gruppo di archeologi dell’Istituto Nazionale Messicano di Antropologia (INAH) ha annunciato la scoperta di un importante sito di sepoltura alle porte di Città del Messico, un vero e proprio cimitero per cani, all’interno del quale erano seppelliti 12 cani di medie dimensioni.
Il cane per la popolazione Azteca ha un grandissimo significato religioso e simbolico.
Per la mitologia Azteca, i cani sono guide per le anime umane per una nuova vita dopo la morte.
“Secondo una comune credenza della mesoamerica un cane trasporta i morti oltre un corso d’acqua, per poter raggiungere l’aldilà. I cani appaiono nelle scene dell’oltretomba dipinte sulle ceramiche Maya del periodo classico. Nel preclassico i Chupicaro seppellivano i cani assieme ai morti.[2] Nella grande metropoli del periodo classico di Teotihuacan, sono stati rinvenuti 14 corpi umani depositati in una grotta, molti dei quali di bambini, assieme a tre cani che li avrebbero dovuti guidare nella strada per l’oltretomba – http://it.wikipedia.org/wiki/I_cani_nel_folklore_e_nella_mitologia_mesoamericana -Wikipedia”
Il simbolo azteco del giorno Itzcuintli (cane) tratto dal Codice Magliabechiano del XVI secolo
E questa ricerca potrebbe dare luce a particolari monumenti o piramidi di grande rilevanza storica, nei paraggi del sito appena scoperto, facendo ulteriore luce sul significato che questi splendidi animali avevano per la popolazione locale.
“Questo è sicuramente un risultato speciale, soprattutto per il grand numero di cani ritrovati, e senza che vi fosse alcuna connessione con un particolare edificio o un particolare defunto” – ha detto l’archeologo Rocio Morales Sanchez.
Da una prima indagine, sembra che i cani siano stati sepolti tra il 1350 e il 1520 d.C., ovvero il periodo di massimo splendore per la civiltà Azteca.
L’archeologo Antonio Zamora, che lavora presso il sito in questione, dice che i cani ritrovati sono di medie dimensioni, hanno caratteristiche molto simili a quelle dei “Techichi”, antica razza da cui si pensa discendano i Chihuahua.
La notizia potrebbe far scalpore o far sorridere molti di voi, ma, in realtà, negli Stati Uniti, nella comunità scientifica veterinaria, ogni giorno ci sono nuove discussioni circa l’utilizzo del cannabidiolo [da Wikipedia: Il cannabidiolo (CBD) è un metabolita della Cannabis sativa. Ha effetti sedativi, […]
La notizia potrebbe far scalpore o far sorridere molti di voi, ma, in realtà, negli Stati Uniti, nella comunità scientifica veterinaria, ogni giorno ci sono nuove discussioni circa l’utilizzo del cannabidiolo
La notizia potrebbe far scalpore o far sorridere molti di voi, ma, in realtà, negli Stati Uniti, nella comunità scientifica veterinaria, ogni giorno ci sono nuove discussioni circa l’utilizzo del cannabidiolo [da Wikipedia: Il cannabidiolo (CBD) è un metabolita della Cannabis sativa. Ha effetti sedativi, ipnotici, antiepilettici, antidistonici, antiossidanti e antinfiammatori. Si è rivelato inoltre in grado di ridurre la pressione endooculare ed è un promettente antipsicotico atipico] per mitigare ed affrontare alcuni dei disturbi comportamentali nei nostri amici a 4 zampe.
A detta dei sostenitori di queste terapie, gioverebbe non solo dal punto di vista comportamentale. Vi sono studi che portano a considerare anche l’utilizzo della marijuana medica per aspetti fisici e fisiologici come ad esempio nella terapia del dolore.
Abbiamo così “sguinzagliato” la nostra redazione per trovare notizie in merito all’uso medico della marijuana per cani, viste anche le continue discussioni in Italia sull’utilizzo medico della marijuana per la medicina umana.
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Mettetevi comodi 😉
La prima fonte riguarda gli ambiti comportamentali.
Secondo il dr. Doug Kramer – www.vetguru.com – l’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici offre alla comunità veterinaria una nuova “opzione terapeutica”. Sempre secondo il dr. Kramer, il potenziale utilizzo della marijuana potrebbe riguardare i problemi comportamentali dell’aggressività da dominanza, da possesso, aggressività
Secondo il dr. Doug Kramer – www.vetguru.com – l’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici offre alla comunità veterinaria una nuova “opzione terapeutica”
da paura, ma non solo. Fobie dei rumori improvvisi come temporali e fuochi d’artificio, ansia da separazione, automutilazioni, marcature incontrollate del gatto, disfunzioni cognitive e demenza senile nel cane, problemi compulsivi nel gatto, problemi legati al sonno nel cane, i problemi ossessivo-compulsivi e le eccessive vocalizzazioni nel gatto. Praticamente una grandissima varietà di problematiche comportamentali, ad oggi trattate anche farmacologicamente con medicinali psicotropi.
Sempre secondo il dr. Kramer, il suddetto cannabidiolo possiede proprietà anti-ansia e la maggior parte delle ricerche condotte in ambito clinico umano, porta a pensare che la marijuana per fini terapeutici è una alternativa potenziale a farmaci come il Diazepam (valium), Alprazolam (xanax), Buspirone, Fluexitina (prozac) e tantissimi altri psicofarmaci.
“Credo che la marijuana medica possa essere un sostituto accettabile di molti psicofarmaci” continua il dr. Kramer, “le preparazioni con un alto contenuto di CBD sembrano essere un sedativo efficace per cani e gatti. Un farmaco ad alto contenuto di CBD ed un basso contenuto di THC [da Wikipedia: È una sostanza psicotropa, con proprietà antidolorifiche(la cannabis è usata per il trattamento del dolore),euforizzante, antinausea, antiemetiche, anticinetosico, stimolante l’appetito, che abbassa la pressione endooculare, ed in certi soggetti può abbassare l’aggressività] dovrebbero permettere benefici medici senza effetti collaterali negativi tradizionalmente associati con la marijuana.
A quanto pare negli Stati Uniti si prospetta un periodo di studio approfondito in campo medico sull’utilizzo della marijuana medica per scopi terapeutici anche per i nostri amici a 4 zampe.
“Ad oggi non esistono studi clinici controllati e specificatamente progettati per gli animali domestici” continua Kramer, “ma è mia convinzione che se ci fossero, potrebbero confermare quello che molti proprietari sanno, ovvero che la cannabis davvero calma cani e gatti”.
Questo è per quanto concerne gli aspetti comportamentali.
Vi sono studi che portano a considerare anche l’utilizzo della marijuana medica per aspetti fisici e fisiologici come ad esempio nella terapia del dolore
Ma anche per gli aspetti fisici e medici, l’uso della canapa sta riscontrando sempre più favori nella comunità scientifica veterinaria americana. A tal proposito abbiamo consultato il sito dell’ideatrice di un integratore composto al 100% da canapa.
Per Sarah Brandon, medico veterinario di Seattle, l’utilizzo di marijuana per scopi medici funziona, anche se il rovescio della medaglia nel suo utilizzo, è una possibile overdose, motivo per cui è indispensabile un controllo attento e oculato alla base sperimentale per fini comportamentali.
Soprattutto con alte concentrazioni di THC ci sono evidenti casi di paranoie, disagio respiratorio e attacchi di ansia. Un po’ come i segni clinici che si possono riscontrare nell’essere umano in preda ad attacchi di panico quando fa utilizzo di THC .
Secondo Brandon, ma anche secondo molti proprietari che hanno cominciato la terapia con suddetto integratore, i risultati sono incredibili ed incoraggianti.
Continua la dr.ssa Brandon – “ma con così tanti animali che necessitano di trattamento antidolore in malattie come l’artrite, artrosi, tumori e nausea, io e mio marito abbiamo sperimentato l’utilizzo di alcune parti della pianta della canapa non contenenti THC, ma che possiedono molti composti benefici della pianta della Canapa”.
E così hanno testato un integratore alimentare per far fronte ai problemi articolari, dapprima utilizzato sui loro animali domestici e poi ampliato ad altri pazienti, fino a sviluppare quello che è considerato il primo trattamento di cannabis per animali domestici al mondo. CANNA-PET (www.canna-pet.com), è infatti un integratore dotato di tutti i composti naturali (come i fitocannabinoidi) e scarsissime dosi di THC per il trattamento del dolore, delle artriti e di altri aspetti riguardanti la terapia del dolore.
Secondo Brandon, ma anche secondo molti proprietari che hanno cominciato la terapia con suddetto integratore, i risultati sono incredibili ed incoraggianti.
Tuttavia,non esistendo dati certi e prove attendibili circa i risultati offerti dall’utilizzo di queste sostanze, consigliamo i nostri lettori nel non condurre esperimenti casalinghi che potrebbero risultare nocivi per la salute del nostro amico a 4 zampe.
Infatti i casi di intossicazione da marijuana e derivati, negli ultimi tempi è sensibilmente aumentato a discapito del benessere dei nostri amici scodinzolanti.
E’ consigliabile non condurre esperimenti casalinghi che potrebbero ristare nocivi per la salute del nostro amico a 4 zampe.
Avete letto bene. Mentre domani cominciano le famigerate Olimpiadi a Sochi (Russia), una notizia agghiacciante sta facendo eco alle innumerevoli lacune presenti ai giochi olimpici di Sochi in Russia. Barbarie in occasioni delle Olimpiadi volute dal Presidente Vladimir Putin e che stanno suscitando le reazioni di […]
Mentre domani cominciano le famigerate Olimpiadi a Sochi (Russia), una notizia agghiacciante sta facendo eco alle innumerevoli lacune presenti ai giochi olimpici di Sochi in Russia. Barbarie in occasioni delle Olimpiadi volute dal Presidente Vladimir Putin e che stanno suscitando le reazioni di tante associazioni animaliste, comprese quelle italiane.
Chiediamo all’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, al Governo italiano e al Coni di impegnarsi con forza a fare tutto ciò che è in loro potere affinché la città di Sochi sospenda immediatamente il proposito di uccidere i randagi e metta in atto una strategia che comprenda la sterilizzazione e cura dei cani vaganti, la costruzione di rifugi, la promozione delle adozioni e campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono e per un corretto rapporto uomo animali.
Il portavoce del C.I.O. (Comitato Internazionale Olimpico) Mark Adams ha detto che i cani catturati, sarebbero stati inviati ad un santuario e ha aggiunto:” Sarebbe assolutamente sbagliato permettere che un cane sano venga ucciso”.
Di certo il clamore suscitato dalla barbarie nei confronti dei cani, associato ai problemi di sicurezza e il record di critiche sulla democrazia e sui diritti umani, sta minando i tentativi del presidente Putin di usare le Olimpiadi per migliorare l’immagine della Russia.
“Uccidere i cani di strada, sia per mezzo di avvelenamento, fucilate o altri mezzi, non è soltanto disumano, ma assolutamente inefficace”, asserisce Andrew Rowan, amministratore delegato del gruppo animalista “Humane Society International”, il quale ha personalmente scritto a Putin per sollecitare la fine della barbaria di Sochi.
I residenti dicono che migliaia di cani sono scomparsi dalle strade di Sochi nelle ultime settimane. Molti dei quali erano cani domestici dei lavoratori che hanno lavorato alla realizzazione degli impianti sportivi, ma che hanno pensato poi di abbandonarli per le strade di Sochi.
Per dovere di cronaca, riportiamo anche le parole di Mikael Nersesyan, un portavoce della autorità cittadine di Sochi, che ha detto a Reuters via email, che i cani sono stati catturati, sterilizzati e trasferiti in un rifugio locale adibito ad ospitare i cani randagi.
“La Russia, in generale, ha proprietari di cani irresponsabili che, quando si annoiano del loro esperimento animale domestico, cacciano il cane a calci in strada”, dice Alexei Sorokin, direttore generale della società di controllo dei Randagi Basya Servizi, in un’intervista a ABCNews .
La società di Sorokin ha un contratto per sterminare i randagi di Sochi, che sono visti come rischi per la sicurezza e la salute, e che lo stesso Sorokin definisce “spazzatura biologica.”
IFAW (Fondo internazionale per il benessere degli animali – www.ifaw.org ) è inorridita che l’abbattimento dei cani a Sochi è di nuovo all’ordine del giorno in preparazione per le Olimpiadi invernali 2014.
IFAW ha ripetutamente offerto di aiutare il Dipartimento Ambiente del Comitato Organizzatore Olimpiadi di Sochi 2014 di sviluppare e implementare un piano umano e sostenibile per la gestione della popolazione canina randagia della comunità.
Non credo si possano fare commenti a questa notizia.
Ma credo che ognuno di voi abbia il diritto di sapere.
La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M.Gandhi)
A cura di Claudio Minoli Un nuovo studio del DNA mitocondriale nei reperti fossili di alcuni canidi preistorici, ha dimostrato che i cani sono stati addomesticati in Europa, contraddicendo gli studi precedenti che suggeriscono come i cani divennero “il migliore amico dell’uomo” in Medio Oriente […]
Un nuovo studio del DNA mitocondriale nei reperti fossili di canidi, ha dimostrato che i lupi sono stati addomesticati in europa
A cura di Claudio Minoli
Un nuovo studio del DNA mitocondriale nei reperti fossili di alcuni canidi preistorici, ha dimostrato che i cani sono stati addomesticati in Europa, contraddicendo gli studi precedenti che suggeriscono come i cani divennero “il migliore amico dell’uomo” in Medio Oriente o in Asia orientale.
Il nuovo studio non contesta il principio universalmente accettato che i cani discendano dal Lupo; ma quello su cui si continua a dibattere nella comunità scientifica è il periodo di domesticazione. Periodo che si aggirerebbe dai 18800 ai 32100 anni fa secondo il Dr. Olaf Thalmann dalla Università di Turku, Finlandia.
I ricercatori hanno raccolto campioni di DNA mitocondriale dai fossili di alcuni canidi vissuti oltre 36000 anni fa in Argentina, Belgio e Germania. Hanno poi confrontato questi campioni di DNA con i lupi moderni, per scoprire che la discendenza non sarebbe in Asia, come fino ad oggi asserito, bensì in Europa.
L’addomesticamento del Lupo da parte dell’uomo comincia con la vicinanza di queste due specie così affini. Contendendosi la medesima nicchia ecologica, le due specie cominciano il loro processo di co-evoluzione. L’uomo inizia ad addomesticare ed allevare per la caccia e per la guardia quei soggetti che maggiormente riducevano le distanze da esso. Più il soggetto mostra docilità, più si dimostra semplice un’interazione tra le due specie.
Ovviamente le ipotesi sul primo avvicinamento tra uomo e cane sono tante e variegate.
C’è chi dice che il primo incontro tra noi ed il lupo sia nato dalla casualità.
Provate ad immaginare come poteva essere un giorno di migliaia di anni fa. Esplorando per la ricerca di cibo, un gruppo di uomini, forse cacciatori, forse ricercatori di cibo e bacche, s’imbatte in piccolo branco di cuccioli di lupo; incuriositi e affascinati dai giochi intrapresi da quei cuccioli di lupo, gli uomini preistorici subiscono la stessa sensazione di benessere che provoca in voi la gioia di vedere il vostro cane.
Portati al villaggio, questi batuffoli di pelo affascinano tutti con questi occhioni molto grandi e languidi. Alcune donne in allattamento, decidono di condividere il latte del proprio figlio con quel cucciolo appena arrivato al villaggio. Altri uomini cominciano invece con il condividere gli avanzi dei pasti (una pratica che ricordo molto comune fino a qualche anno fa nelle maggior parte delle famiglie del mondo)
Altri ancora ipotizzano che i lupi si siano avvicinati ai villaggi dei nostri avi perchè attratti dalla spazzatura dei nostri antenati. Quando c’è carenza di cibo, i nostri rifiuti ed i nostri scarti sono tutt’ora fonte di cibo per tantissimi lupi in tantissime parti del mondo, Italia compresa.
Ma come vi dicevo, le ipotesi sono davvero tantissime, tant’è vero che da anni si dibatte sul processo di addomesticamento del Lupo nella comunità scientifica e per fortuna ricerche mirate, apportano quasi ogni giorno nuove conoscenze per noi operatori del settore cinofilo.
ll cranio di un canide trovato in una grotta sui monti Altai della Siberia meridionale risalente a 33000 anni fa. Esempio di “addomesticamento interrotto”
“I primi cani ad essere stati addomesticati, discendono da un’antica popolazione di lupi che viveva in Europa,” ha detto il ricercatore Robert Wayne, professore di ecologia e biologia evolutiva presso l’Università di Los Angeles, California. “Un’ antica popolazione di lupi che è ormai estinta“.
“La scoperta suggerisce che i lupi hanno i primi incontri con gli esseri umani durante un periodo in cui la gente cacciava animali di grandi dimensioni come il mammut. I resti di mammut e di altri grandi carcasse sarebbe stato un buon banchetto per entrambe le specie, e quei lupi amichevoli potrebbero aver cominciato gradualmente l’interazione con i cacciatori-raccoglitori umani.”
Un’ulteriore studio, ha prodotto una vera e propria curiosità esaminando alcuni dei più controversi resti fossili di canide preistorico, tra cui quelli che si trovano in una grotta sui monti Altai della Siberia e altri resti scoperti in Belgio. Fossili datati intorno a 36.000 anni fa. Sembrerebbe che questi reperti, “il siberiano” e “i cagnolini belgi”, non siano antenati diretti dei cani moderni. Si ipotizza che potrebbe trattarsi di una specie sconosciuta di canide-lupo che potrebbe rappresentare un “evento di addomesticamento interrotto“, ha riferito Wayne.
Ma non solo! La ricerca genetica sta rivelando anche le modifiche necessarie per trasformare un cane in un lupo. Uno studio pubblicato a gennaio sulla rivista “Nature” ha rilevato che, a differenza dei lupi, i cani hanno sviluppato la capacità di mangiare cibi ricchi di amido – un talento che potrebbe aver dato loro una zampa a sopravvivere alimentandosi con la spazzatura prodotta dall’umanità.
Uno studio interessante, che continua a ricreare controversie coinvolgenti ed appassionanti tra gli studiosi e ed i ricercatori di etologia, soprattutto per la grandissima varietà genetica dei cani moderni; un calderone genetico così profondamente diverso rispetto a quello del progenitore Lupo influenzato dall’allevamento intensivo sviluppatosi a partire dalla fine del 1800.
I ricercatori concordano sull’unico punto certo: una verifica concreta è improbabile in tempi brevi, motivo per cui avremo modo di poter ritornare ancora in futuro su questo argomento davvero affascinante!
Le persone si innamorano ogni giorno. Ma quello che è accaduto a Claire e Mark è un chiaro esempio di come il cane sembra intervenire in maniera decisiva nelle nostre vite. Migliorandole, ovviamente. Claire Johnson e Mark Gaffey sono una coppia di non vedenti sulla […]
A far si che il loro amore sbocciasse non è stato un incontro galante, né tantomeno un colpo di fulmine. Il loro amore nasce grazie al romanticismo dei loro due giovani cani guida, Rodd e Venice, entrambi Labrador di 3 anni.
Le persone si innamorano ogni giorno. Ma quello che è accaduto a Claire e Mark è un chiaro esempio di come il cane sembra intervenire in maniera decisiva nelle nostre vite. Migliorandole, ovviamente.
Claire Johnson e Mark Gaffey sono una coppia di non vedenti sulla cinquantina.
A far si che il loro amore sbocciasse non è stato un incontro galante, né tantomeno un colpo di fulmine. Il loro amore nasce grazie al romanticismo dei loro due giovani cani guida, Rodd e Venice, entrambi Labrador di 3 anni.
Sono stati, infatti, i due intraprendenti Labrador a far scoccare la fatidica freccia dell’amore durante il percorso di addestramento per cani guida. Già durante le prime lezioni era evidente che Rodd e Venice erano fatti l’uno per l’altra. Ma il loro interesse andava oltre alle sessioni di addestramento! Si cercavano, giocavano continuamente assieme, e questo ha portato Mark e Claire ad incontrarsi anche al di fuori del campo di addestramento. I primi appuntamenti erano passeggiate con i loro cani, sempre più vicini e sempre più convinti che anche i loro proprietari dovessero trascorrere più tempo assieme. Fino al giorno in cui anche i loro amici umani, come capita alla famosa coppia de “La carica dei 101”, hanno capito di essere fatti l’uno per l’altra.
A marzo del prossimo anno, Claire e Mark si sposeranno.
E indovinate un po’… Rodd e Venice saranno un passo davanti a loro, ma non solo per guidarli nel corridoio che li porterà all’altare. Bensì per portare gli anelli che coronerà una bellissima storia d’amore.
Redazione DogMagazine.it
A marzo del prossimo anno, Claire e Mark si sposeranno. E indovinate un po’… Rodd e Venice saranno un passo davanti a loro, ma non solo per guidarli nel corridoio che li porterà all’altare. Bensì per portare gli anelli che coronerà una bellissima storia d’amore.
Riceviamo questa notizia, e siamo felici di poterla diffondere a tutti gli amici lettori del DogMagazine.it e per tutti gli amanti dei nostri amici a 4 zampe. NOTTINGHAM – UK I cani poliziotti sono un valore aggiunto alla comunità e svolgono dei compiti fondamentali per […]
I cani poliziotti sono un valore aggiunto alla comunità e svolgono dei compiti fondamentali per il benessere di tutti i cittadini della bella cittadina inglese.
Riceviamo questa notizia, e siamo felici di poterla diffondere a tutti gli amici lettori del DogMagazine.it e per tutti gli amanti dei nostri amici a 4 zampe.
NOTTINGHAM – UK
I cani poliziotti sono un valore aggiunto alla comunità e svolgono dei compiti fondamentali per il benessere di tutti i cittadini della bella cittadina inglese.
Antidrogra, antisommossa, ricerca di esplosivi e ricerca di persone scomparse. Sono davvero tanti i settori in cui operano questi agenti di polizia speciale.
E sulla base di questo importantissimo valore, il commissario della polizia di Notthingham ha istituito un fondo pensione di 500 sterline annue per ogni cane poliziotto che ha svolto i propri compiti in seno alla polizia locale.
In questo modo, ci sarà una sorta di tutela per le spese sanitarie e di altro genere riguardante il cane poliziotto in pensione.
Una bellissima iniziativa, che potrà offrire un aiuto per i proprietari, quasi sempre colleghi di lavoro, di questi “super cani”.
Del resto questa idea non andrà ad intaccare notevolmente le casse della polizia di Notthingham. Si prevede infatti che nei prossimi due anni, saranno 9 gli agenti di polizia a 4 zampe a dover andare in pensione. A cominciare da “Rossi”, un pastore belga che ha alle sue spalle tantissimi interventi per la tutela dell’incolumità pubblica della cittadina.
il commissario della polizia di Notthingham ha istituito un fondo pensione di 500 sterline annue per ogni cane poliziotto che ha svolto i propri compiti in seno alla polizia locale.
Non ci resta che congratularci con la polizia di Notthingham per questo lodevole progetto
Parliamo tanto di Educazione e benessere del cane. Ma non possiamo sorvolare su questa notizia cruda e purtroppo tristemente attuale, che vede coinvolti adolescenti allo sbando e cani abbandonati alla periferia di piccole e grandi città. Vi riportiamo la notizia così come è giunta in […]
Parliamo tanto di Educazione e benessere del cane. Ma non possiamo sorvolare su questa notizia cruda e purtroppo tristemente attuale, che vede coinvolti adolescenti allo sbando e cani abbandonati alla periferia di piccole e grandi città.
Un gruppo di ragazzini adolescenti, evidentemente per puro e schifosissimo sadismo, catturava cani randagi nella provincia di Napoli, per poi portarli in un terreno abbandonato della periferia con l’unico scopo di torturare e mutilare le povere bestiole
Vi riportiamo la notizia così come è giunta in redazione e cogliamo questa triste occasione, per sensibilizzare ognuno di voi affinché possa fare qualcosa di concreto per il benessere del cane, anche denunciando alle autorità competenti attività sospette nei confronti del benessere dei nostri amici a 4 zampe.
Un gruppo di ragazzini adolescenti, evidentemente per puro e schifosissimo sadismo, catturava cani randagi nella provincia di Napoli, per poi portarli in un terreno abbandonato della periferia con l’unico scopo di torturare e mutilare le povere bestiole.
La denuncia arriva da alcuni residenti di un quartiere di Pollena Trocchia in provincia di Napoli, che ha colto i ragazzi in questione in flagranza di reato.
I ragazzi colti di sorpresa sono fuggiti e ci auguriamo che le autorità intervengano anche severamente per fermare questo scempio.
Il cane sottoposto alla tortura per fortuna è stato tratto in salvo, nonostante l’amputazione della zampa posteriore a causa delle torture.
Fortunatamente oltre al tempestivo intervento degli abitanti del quartiere, il cagnetto ha subito trovato conforto nell’amore di una famiglia che ha adottato il malcapitato.
Se vi capita di vedere atti di questo tipo, contattate subito il pronto intervento tramite il 112 o il 113. Il maltrattamento è punito penalmente, e nessuno può essere indifferente a questo tipo di scempio.
Se vi capita di vedere atti di questo tipo, contattate subito il pronto intervento tramite il 112 o il 113.
Il maltrattamento è punito penalmente, e nessuno può essere indifferente a questo tipo di scempio.
“In un piccolo paese della bella Calabria, un cane lupo ridotto in catene dal suo padrone, scappa seminando il panico in tutta la comunità…” Comincia così uno degli spettacoli più simpatici e profondi che ci è capitato di vedere negli ultimi tempi, ideato ed interpretato […]
“In un piccolo paese della bella Calabria, un cane lupo ridotto in catene dal suo padrone, scappa seminando il panico in tutta la comunità…”
Uno spettacolo che coinvolge grandi e piccoli, in un turbinio di colpi di scena divertenti e profondi allo stesso tempo.
Comincia così uno degli spettacoli più simpatici e profondi che ci è capitato di vedere negli ultimi tempi, ideato ed interpretato dai burattini del Maestro Angelo Gallo e con la regia del grande Gaspare Nasuto, burattinaio napoletano di fama internazionale.
“Zampalesta incontra gli archetipi che hanno caratterizzato la terra calabra, in un susseguirsi di scene divertenti scopriremo che Zampalesta è il simbolo della paura verso la diversità o mostruosità degli animali.
Zampalesta, infatti, il cane di Don Cataldo tenuto sempre alla catena, ha maturato un carattere “focoso”, che porterà la povera gallina Serafina, la dispensa del cuoco Mariuzzu, gli averi del contadino Rusaru e persino l’incolpevole burattinaio che è costretto ad uscire dalla scena per via del comportamento del cane indisciplinato.
Sarà proprio il colpo di scena finale che ridarà il giusto equilibrio alla storia. Quando il pubblico capirà che le “buone maniere” non sono ridurre alla catena un uomo o un animale ma è l’insegnamento del rispetto per se per gli altri e per la natura.”
Uno spettacolo che coinvolge grandi e piccoli, in un turbinio di colpi di scena divertenti e profondi allo stesso tempo.
Uno spettacolo sano, che sta davvero spopolando in tantissime città italiane. Degno di essere visto e rivisto più volte.
Per poter organizzare lo spettacolo anche nella tua città, il Maestro Angelo Gallo è disponibile telefonicamente al nr. 328 7120696 o via e-mail teatrodellamaruca@libero.it.
Di e con Angelo Gallo
scene, burattini Angelo Gallo
Spettacolo di burattini tradizionali calabresi
Roger Wilday e Jade, Pastore tedesco femmina di 9 anni, sono una coppia davvero speciale. Nella loro passeggiata quotidiana in un parco di Birmingham, Jade, pastore tedesco femmina, tutt’ad un tratto decide di fuggire dal suo proprietario, attraversare dei cespugli, allontanandosi di gran fretta. Inutili […]
Roger Wilday e Jade, Pastore tedesco femmina di 9 anni, sono una coppia davvero speciale.
Nella loro passeggiata quotidiana in un parco di Birmingham, Jade, pastore tedesco femmina, tutt’ad un tratto decide di scappare attraversando dei cespugli, rifiutandosi di ascoltare Roger, per poi sdraiarsi vicino un sacchetto di plastica e di non alzarsi più
Nella loro passeggiata quotidiana in un parco di Birmingham, Jade, pastore tedesco femmina, tutt’ad un tratto decide di fuggire dal suo proprietario, attraversare dei cespugli, allontanandosi di gran fretta. Inutili i richiami del suo amico umano.
Insospettito dai comportamenti di Jade, Roger decide di seguire il suo cane per poi vederla sdraiarsi vicino a quello che a prima vista sembra un semplice sacchetto di plastica.
Nonostante sia ben educata e non abbia mai mostrato atteggiamenti indisciplinati, questa volta Jade ha avuto ragione nel non rispondere ai richiami del suo proprietario Roger Wilday.
Una volta raggiunta Jade, Roger nota che il suo cane è sdraiato accanto ad un sacchetto di plastica all’interno del quale c’è qualcosa che si muove. Si avvicina pensando ci fossero dei gatti, ma la scoperta è impressionante: dentro il sacchetto di plastica c’è una neonata.
Avvertita la polizia e i medici prontamente intervenuti, la piccola è stata messa in sicurezza e portata in ospedale per le prime cure. Ora la piccola sta bene per fortuna, ma cosa sarebbe successo se Jade non avesse sentito i vagiti della piccola?
Avvertita la polizia e i medici prontamente intervenuti, la piccola è stata messa in sicurezza e portata in ospedale per le prime cure.
Ed è per questo motivo che i medici hanno voluto dedicare un pensiero speciale a quell’eroe a 4 zampe, chiamando la piccola neonata come la sua salvatrice scodinzolante: Jade!
Roger ha tanti nipoti, e l’amore di Jade per i bambini, è stato in grado di salvare quella piccola vita umana.
Del resto i cani, sono davvero il miglior amico dell’uomo.
Quest’estate è stata parecchio costosa per le famiglie che hanno voluto portare in vacanza anche Fido. Biglietti d’aereo dispendiosi per il trasporto del nostro amico a quattro zampe? Affitti che aumentano se c’è un quadrupede nella comitiva? Treni con prezzi proibitivi? A volte succede anche […]
Le multe sulla spiaggia: dalle 30 alle 1.400 euro! Neanche una denuncia per inquinamento ambientale…
Quest’estate è stata parecchio costosa per le famiglie che hanno voluto portare in vacanza anche Fido. Biglietti d’aereo dispendiosi per il trasporto del nostro amico a quattro zampe? Affitti che aumentano se c’è un quadrupede nella comitiva? Treni con prezzi proibitivi? A volte succede anche questo, ma quello che ha fatto la differenza per gli italiani in vacanza con Fido son state le multe sulla spiaggia: dalle 30 alle 1.400 euro! Neanche una denuncia per inquinamento ambientale…
Ma perché ostinarsi a portare il proprio cane in spiaggia? Perché non andare in una spiaggia per cani? Qualcuno potrebbe pensare “Ma tu guarda questi padroni pretenziosi che vogliono portare il cane con sé e non adattarsi in nessun modo!”. Peccato che la realtà sia un po’ diversa… Le spiagge per cani sono pochissime e se tutti andassero lì ci sarebbe un sovraffollamento incredibile. Inoltre, in molti luoghi di vacanza, ci sono diverse aree attrezzate per le persone, ma quante di queste sono accessibili a Fido? A volte si viene criticati anche solo perché su un marciapiede già stretto ci è venuta l’idea di portare il cane. Considerando che l’alternativa è camminare in mezzo alla strada, vedete voi.
In Italia ci sono più di 8.000 provvedimenti volti a disciplinare la presenza dei cani in spiaggia, una torre di normative degna di un codice a parte. E queste normative in aggiunta alle incredibili attrezzature e alla grande disponibilità offerte ai proprietari di cani, hanno fatto si che invece dei frisbee sian volate multe. Molte di queste in aree dove non ci sono nemmeno dei cartelli che indichino il divieto d’accesso ai cani. Snap!
A cura di Paola Brescini Mi è stato chiesto di scrivere la nostra di storia ed eccomi qui. Per me ed il mio border collie, Cody, è iniziato tutto quando lui aveva circa un anno e tre mesi (ora ha 2 anni e nove mesi). […]
Nel frattempo era arrivata l’estate e in una passeggiata a Villa Pamphili ha rischiato un nuovo collasso solo per aver fatto 3 volte uno scivolo per bambini (lo so che è vietato ma a lui piace da matti e poi dei bimbi nessuna traccia!!!).
A cura di Paola Brescini
Mi è stato chiesto di scrivere la nostra di storia ed eccomi qui. Per me ed il mio border collie, Cody, è iniziato tutto quando lui aveva circa un anno e tre mesi (ora ha 2 anni e nove mesi). Eravamo, come accadeva già da diversi mesi, in un campo di addestramento per una lezione di agility. Premetto che il mio cane è molto quieto e calmissimo quando non sta “lavorando”, ma appena intravede una possibilità di giocare va su di giri in un micronanosecondo.
Ebbene, quel giorno la temperatura era mite ma il cielo era plumbeo e stava per piovere. Dopo pochi salti io e l’addestratore che ci seguiva fermammo subito Cody perché aveva preso a camminare in modo strano: ha iniziato trascinando la zampa posteriore, poi barcollando come fosse ubriaco, con gli occhi in fuori e quasi violacei, poi gli è crollato il posteriore, ha arrancato per rimettersi in piedi ma è crollato di nuovo a terra, si è trascinato fino ai miei piedi e poi è crollato di nuovo a terra su un fianco ansimando paurosamente. L’ho rinfrescato e lasciato tranquillo e dopo pochi minuti si è ripreso. L’ho caricato in macchina e sono corsa dal veterinario per fare qualche controllo. Subito un esame del sangue che è risultato perfetto, poi successivamente un ecocardiogramma ed è risultato perfetto anche quello. Non sapevo cosa pensare. Nessuno che sapesse niente. In ogni caso ho deciso di smettere di fare agility. Nel frattempo era arrivata l’estate e in una passeggiata a Villa Pamphili ha rischiato un nuovo collasso solo per aver fatto 3 volte uno scivolo per bambini (lo so che è vietato ma a lui piace da matti e poi dei bimbi nessuna traccia!!!). Ho riconosciuto i sintomi e l’ho fermato immediatamente ed in tempo utile a non farlo collassare. Si è ripreso dopo pochi minuti.
Dopo pochi mesi ho iniziato a frequentare un campo di addestramento vicino casa tanto per fargli fare qualcosa, visto che un border non è prettamente un cane da salotto!!! Ho spiegato alla nuova addestratrice il problema di Cody. Lei all’inizio mi ha dovuto credere sulla parola, poi però è successo un nuovo collasso come il primo proprio davanti ai suoi occhi (a momenti collassava anche lei poverina!!!). Fu di nuovo veramente brutto. Fa male, fa malissimo vedere il proprio cane in quelle condizioni e non sapere cosa ha né come aiutarlo se non andare ad intuito e rinfrescarlo.
Dopo pochi giorni un mio amico, a cui avevo parlato di questi collassi di Cody, mi ha fatto vedere un video di un border colllie affetto da BCC… mi si è gelato il sangue nelle vene. Non sapevo se piangere per quel cane o per il mio o per la disperazione di sapere che è una sindrome ancora sconosciuta per la quale non c’è cura. Da allora il mio cane fa una vita normale, un po’ di agility, poca e sempre tenuto sotto strettissima sorveglianza da parte mia, giochiamo a palla e pure con la palla sto attentissima ad ogni cambiamento delle pupille o dell’andatura, lo faccio riposare sempre dopo pochi minuti di esercizio e giro sempre con bottiglie di acqua nella borsa.
Ho deciso, qualche tempo fa, di prodigarmi per diffondere la notizia di questa patologia quanto più mi è possibile (visto che in Italia non se ne sa nulla) al fine di evitare che padroni ignari spingano i loro cani oltre il limite causandone la morte, perché è a questo che vanno incontro quando collassano.
Ho scritto una mail ad un ente di ricerca genetica per sapere se esistono test per diagnosticarla, come succede per la EIC nei labrador, ma mi è stato risposto che “ancora non esistono test specifici per la BCC” .
Per il mio Cody non c’è cura, lo so, ma vorrei che non ci fossero future generazioni di cani affetti, di cani da lavoro che dovrebbero poter affrontare anche una giornata intera di lavoro con la faccia felice e costretti invece a rincorrere una pallina solo tre volte perché al quarto lancio collassano.
Da allora il mio cane fa una vita normale, un po’ di agility, poca e sempre tenuto sotto strettissima sorveglianza da parte mia, giochiamo a palla e pure con la palla sto attentissima.
Il randagismo è un fenomeno che, in misura diversa, ritroviamo in tutto il mondo. Ci sono luoghi dove i randagi vengono accettati e rispettati e ci sono posti dove i randagi vengono vissuti come un pericolo pubblico, la maggior parte delle volte a causa dei […]
I volontari legano un palloncino ad ogni cane con messaggi volti a sensibilizzare la popolazione al fenomeno del randagismo.
Il randagismo è un fenomeno che, in misura diversa, ritroviamo in tutto il mondo. Ci sono luoghi dove i randagi vengono accettati e rispettati e ci sono posti dove i randagi vengono vissuti come un pericolo pubblico, la maggior parte delle volte a causa dei luoghi comuni.
Il Cile è proprio uno di questi posti. Secondo Paula Levi, coordinatrice del coordinamento studenti difesa animali della Universidad de Santiago de Chile, in Cile c’è uno scarso senso di responsabilità verso i cani, la gente li prende in casa e poi, per un problema o semplicemente per noia o scarso interesse, li abbandona per strada innescando una catena.
I cani per le strade del Cile non hanno vita facile. Sono soggetti a malattie come cimurro e parvovirosi, rabbia, scabbia, malnutrizione e problemi digestivi. Ma non sono solo le malattie a rendere la situazione preoccupante, quanto il trattamento che gruppi di persone riservano a questi cani. Le povere vittime vengono attaccate, bruciate vive, soffocate, picchiate a morte, avvelenate… A volte interi quartieri si riuniscono per una vera e propria mattanza per “limitare” il numero di randagi.
Stanchi di questi maltrattamenti insensati due giovani studenti e volontari cileni, Violeta Caro Pinda e Felipe Carrasco Guzmán, hanno cercato di interrompere questi atti brutali o almeno di comunicare che esiste un altro modo per rapportarsi con questi randagi oltre la violenza. E hanno voluto lanciare un messaggio chiaro: anche i randagi hanno bisogno di amore e affetto. Per comunicare questo messaggio hanno pensato di attaccare ai cani dei palloncini con frasi tipo: “abbracciami”, “adottami”, “non farmi del male”, “io sono qui”…
In qualche modo sono riusciti a rendere “visibili” gli “invisibili” e a far riflettere sul problema. Da questa idea è nato anche un commovente filmato visibile su youtube che ha destato l’interesse di Amazing Animal Rescue che ha condiviso la versione inglese su facebook.
Un cane con il suo palloncino si avvicina ad una donna. L’iniziativa ha riscosso grandi consensi.
A cura di Erica Pozzali, eri_lucethemvp@hotmail.it Tutto iniziò l’estate di 3 anni fa. Erano passate le sette di sera e le temperature, ricordo, non eran piacevolissime ma neppure soffocanti. Così, come al solito, andai nei campi con Luce, la mia Border Collie, per una passeggiata. […]
A cura di Erica Pozzali, eri_lucethemvp@hotmail.it
Luce era di ottimo umore e voleva coinvolgermi nei suoi giochi. Come resistere? Sulla strada del ritorno notai che camminava in modo strano…
Tutto iniziò l’estate di 3 anni fa. Erano passate le sette di sera e le temperature, ricordo, non eran piacevolissime ma neppure soffocanti. Così, come al solito, andai nei campi con Luce, la mia Border Collie, per una passeggiata. Luce era di ottimo umore e voleva coinvolgermi nei suoi giochi. Come resistere? Mi misi a giocare con lei per circa dieci minuti, la feci bere (com’ero solita fare) e poi ci avviammo verso casa… Sulla strada del ritorno cominciai a notare che camminava con un’andatura strana, sentivo le unghie posteriori che strisciavano per terra, così iniziai a osservere meglio il cane: di colpo iniziò a camminare a scatti, incrociando le zampe posteriori. Mi fermai e la chiamai. Luce si voltò verso di me, vidi le gambe cedere, dopodiché cadde a terra capovolgendosi a pancia in su. Terrorizzata presi il mio cane e corsi il più velocemente possibile verso la macchina. Una volta arrivate, la rimisi giù e lei tornò a camminare normalmente…
Decisi di recarmi comunque in clinica dove il mio veterinario mi disse che probabilmente Luce aveva avuto delle convulsioni da sforzo, che era possibile che io avessi esagerato nel gioco,etc…Mi tornarono in mente le parole di un allevatore che mi disse “Impara a fermare tu il tuo Border, perché loro vanno avanti e quando ‘non ne han più’ è tardi perché li trovi a terra collassati” e mi diedi dell’incosciente. Tornammo a casa e per due settimane mi assicurai di non farle fare troppa attività, giusto il minimo indispensabile ma, nonostante tutto, una sera durante una semplice passeggiata Luce ricominciò a presentare degli strani sintomi: camminò in modo strano, barcollò fino a che le cedettero i posteriori ma questa volta non le permisi di cadere, ebbi la prontezza di afferrarla e la tenni tranquilla vicino a me. Quando la guardai, notai che sembrava piuttosto assente, affannata ed era bollente. Così, dato ho sempre dell’acqua con me, la rinfrescai e dopo 5 minuti tornò normale. Richiamai il veterinario, gli spiegai il tutto e lui si scusò dicendomi che non capiva cosa stava succedendo a Luce. Ipotizzò cali di pressione o mancanza di sali minerali, cosi per tutta l’estate le fornii sali minerali e non ci furono altre crisi.
L’anno successivo, con l’arrivo della bella stagione, arrivò anche la prima crisi dell’anno, sempre con la stessa dinamica:giocavamo, finivamo il gioco, facevo bere il cane e dopo cinque minuti cominciava il tutto. Richiamai il mio veterinario e lui, sempre più perplesso, mi chiese se per caso riuscissi a riprendere il cane durante la crisi perché non capiva dalla mia descrizione cosa stesse succedendo… Decisi allora di sentire altri pareri, male non poteva fare. Ci presentammo nientemeno che da un neurologo, esposi la problematica del cane e lui mi diagnosticò una forma leggera di epilessia e mi prescrisse il Gardenale senza fare degli accertamenti. Ne parlai col mio veterinario che, d’accordo con me, mi disse di non dare il Gardenale a Luce. Inoltre, mi spiegò che si, era vero che esisteva una forma leggera di crisi epilettica e che era provato che le crisi avvenissero più spesso d’estate, ma i sintomi che io gli avevo descritto non gli erano sembrati riconducibili all’epilessia.
Io e Luce andammo da una nota osteopata, le spiegai il problema e lei mi disse di non preoccuparmi, di darle una perla di vitamine venti minuti prima di lavorare. Facemmo anche questo tentativo e per un mese andò tutto bene, poi tutto ricominciò di nuovo. Non capivo cosa stesse succedendo al mio cane e cominciavo anche ad incazzarmi (si, è la parola giusta) perché nessun veterinario mi aiutava e c’erano addirittura delle persone a me molto care che mi deridevano, dicendomi che mi inventavo le crisi!
Anche lei ha passato un’inferno perché in Italia nessuno conosce questa problematica e magari, come é successo a me, ti prescrivono addirittura il Gardenale così alla cavolo!
Arrivò l’anno 2012 e degli amici mi mandarono dalla Dotteressa Silvia Cattani, che è anche una chiropratica, perché Luce zoppicava con una delle zampe anteriori e lei avrebbe potuto aiutarci. Così, vedendo l’impegno, l’amore e la dedizione che metteva nel suo lavoro (e che mette tutt’ora, giorno dopo giorno!), e considerando che l’estate si stava avvicinando, spiegai a Silvia le problematiche di Luce. Subito lei ipotizzò che potesse essere qualcosa di simile a quello che capita ai labrador ma le fu detto che nel border collie quella sindrome non esisteva… per cui ricominciammo la trafila di prove. Ma con una differenza: lei voleva arrivare al nocciolo della questione. Iniziai fare reintegro di sali minerali a Luce ed in più mi consigliò un gel da darle come aiuto per il recupero fisico durante l’attività. Le fece anche degli esami del sangue che però risultarono perfetti… Tutto andava per il meglio, il cane ebbe una crisi leggerissima che durò solo pochi minuti, per cui sembrava che le cure stessero andando a buon fine. Purtroppo, invece, alla fine di luglio Luce ebbe una crisi forte. Chiamai la dottoressa Silvia che in due giorni mi prende d’urgenza un appuntamento per una visita cardiologica completa a Luce, da questa visita però risultò tutto normale. La cosa che parve chiara a tutte e due è che il caldo e l’umidità dovevano c’entrare in qualche modo, per cui arrivammo alla conclusione che era meglio tenerla più al fresco possibile e così passò un altro anno…
I risultati dell’ Holter sono normali, non emerge nulla, anzi, ha un cuore sanissimo. Il cardiologo mi dice di fare delle prove con il cane sotto sforzo perché “tanto il cane fino ad oggi si e sempre ripreso da solo”. Questo bel consiglio, che ovviamente non seguo, mi viene dato perché il dottore non aveva tempo di stare lì cinque minuti in più poiché doveva andare dall’altra parte di Milano. Naturalmente, mi dice, avrebbe potuto se l’avessi avvertito prima…peccato che io l’avessi avvertito! Ecco, a volte, chi ci capita davanti…
La sera in cui ricevo i risultati una cara amica mi chiede che tipo di sintomi ha Luce, glieli spiego e lei mi manda un video chiedendomi se è questo che succede a Luce. Guardo il video, scoppio a piangere e le scrivo che si, è questo… Lei mi passa link e contatti dei medici che in America stan facendo ricerca e scopro questa cosa che si chiama BCC (Border Collie Collapse Syndrome). Scopro che esiste non solo nei border, ma anche nei Kelpie, Aussie Cattle Dog, Shetland, etc….Contatto subito l’università che mi chiede una copia del pedigree di Luce, copie degli esami fatti fino ad ora e se possibile anche un campione di sangue. Mi spiegano inoltre che al momento non c’è cura.
Nel frattempo il mio caro amico Mark Muir mi mette in contatto con la sua allevatrice che mi chiede esattamente in che circostanze e come avviene il tutto, quanti gradi abbiamo in Italia e quanta umidità c’è. Mi conferma anche lei che i sintomi son quelli, mi spiega che il caldo e l’umidità sono la causa principale, mi dice di rinfrescare sempre Luce e di fare molta attenzione. In pratica mi fa capire di non sottovalutare la cosa, per cui non ho alternative…ritiro Luce dalle competizioni internazionali a cui era iscritta nel Disc Dog. L’anno scorso mi aveva già fatto un enorme regalo qualificandosi ai mondiali di Disc Dog, per cui decido che andremo avanti per divertirci ma senza competere. Appena annuncio questa cosa Anna Congiu, la nostra educatrice, mi chiama e mi spiega che il suo Kelpie ha una cosa simile e che una copertina rinfrescante potrebbe aiutare Luce. Informo Subito la Dotteressa Cattani inviandole il video e tutte le informazioni richieste e nel frattempo conosco un’altra ragazza di Roma che ha un border con la stessa sintomatologia… Anche lei ha passato un’inferno perché in Italia nessuno conosce questa problematica e magari, come é successo a me, ti prescrivono addirittura il Gardenale così alla cavolo! Ad oggi la mia veterinaria è una dei pochi in Italia (oltre ai due romani che seguono l’altra ragazza) a conoscenza e in grado di ipotizzare in un border questa sintomatologia. Ed è l’unica che in tre anni ha preso seriamente in considerazione quello che succedeva al mio cane e che si sta tutt’ora impegnando a capire meglio la cosa e a cercare una soluzione.
Da quando ho scoperto la sindrome io e l’altra ragazza ci siamo ripromesse che ci saremmo fatte in mille perché questa cosa venga alla luce anche in Italia. Ci sono sicuramente molte altre persone che hanno cani affetti da questa sindrom ma scambiano invece la cosa per un semplice calo di pressione o colpo di calore e sottovalutano il problema (lo so che ci sono, ne conosco almeno 10!). A queste persone voglio ricordare che non tutti i cani si riprendono da queste crisi, alcuni perdono la vita… non esiste una cura né un test per diagnosticarla. L’America è l’unica che si sta muovendo per cercare una soluzione.
Da quando ho scoperto la sindrome io e l’altra ragazza ci siamo ripromesse che ci saremmo fatte in mille perché questa cosa venga alla luce anche in Italia. Il consiglio che mi sento di dare ai proprietari di border è di fare attenzione sopratutto se avete cani che amano lavorare sodo e sono facilmente eccitabili.
Ad oggi, dopo tre anni, io voglio ringraziare pubblicamente le persone che mi han sempre creduto (le uniche) e che han cercato di capire, pur non essendo medici veterinari, cosa stesse succedendo al mio cane e han cercato di darmi dei suggerimenti per affrontare la situazione:
Giorgio Pinto e sua moglie Len, che da subito mi suggerirono di provare a rinfrescare Luce e di fare delle sessioni di lavoro brevi così da non permetterle di scaldarsi troppo, almeno nello sheepdog.
Carlo Marzoli e Anna Congiu, che da subito mi son stati vicini per aiutare Luce. Gli unici che quando d’estate Luce durante allenamento mollava tutto per andare a fare tuffo tuffo ridevano e mi dicevano “non sgridarla, si vede che ne ha bisogno, lasciala fare”.
Ed infine la Dotteressa Silvia Cattani che mi conosce da un anno, ma che in un anno ha fatto per Luce più di quanto altri veterinari han fatto in 3 anni.
E c’è chi ancora continua ad abbandonare i cani in questa estate infuocata. Ma quest’oggi, la vera notizia, quella che a noi del dogmagazine piace dare, riguarda una storia dai connotati prettamente affini alla vera natura della relazione uomo cane. Quest’oggi vi parliamo di Portos, […]
E c’è chi ancora continua ad abbandonare i cani in questa estate infuocata. Ma quest’oggi, la vera notizia, quella che a noi del dogmagazine piace dare, riguarda una storia dai connotati prettamente affini alla vera natura della relazione uomo cane.
Quest’oggi vi parliamo di Portos, un cucciolo che “solo” essendo sé stesso, è stato in grado di realizzare un evento straordinario: far uscire la sua padroncina, ricoverata in Terapia Intensiva Pediatrica al Policlinico universitario Gemelli di Roma, da quel luogo grigio e triste che prende il nome di depressione. La bambina, infatti, era in uno stato depressivo profondo in seguito ad una lunga degenza nel reparto intensivo.
Ora la piccola è tornata a casa, grazie a Portos e grazie soprattutto alla grande sensibilità e professionalità del professor Giorgio Conti, Direttore dell’équipe medica che si è occupata del caso. Il professore ed i suoi collaboratori sono stati concordi nel ritenere che il gioco e l’interazione con Portos non potessero che far del bene alla bambina. Quindi, seguendo il protocollo, hanno dato il via al primo progetto di Pet Therapy in terapia intensiva pediatrica nel Lazio.
E’ come se, all’improvviso, qualcuno al di fuori del mondo cinofilo, avesse stretto la zampa che i cani da sempre ci tendono. Come se il professore avesse stretto con Portos un patto, un’alleanza, come si fa tra “umani”. Questo è aver fiducia nei cani. E se si guarda da qui, si vede l’inizio di qualcosa di bello, qualcosa che non si può non desiderare abbia un seguito. Se si guarda più da vicino, invece, molto vicino, si vede la meravigliosa storia d’amore e amicizia tra un cane e una bambina. E noi sappiamo che scintilla di vita contagiosa sia quella che ci possono donare i nostri amici a quattro zampe.
Daniela Poggi, ex conduttrice del programma tv “Chi l’ha visto?”, è diventata da poco assessore alle Politiche culturali e giovanili, Pari Opportunità e Diritti degli animali. Da quando frequenta gli uffici del Comune di Fiumicino (il suo ad onor del vero ha una location particolare […]
Daniela Poggi, ex attrice e presentatrice di “Chi l’ha visto?”, oggi assessore comunale a Fiumicino, con i suoi due cani.
Daniela Poggi, ex conduttrice del programma tv “Chi l’ha visto?”, è diventata da poco assessore alle Politiche culturali e giovanili, Pari Opportunità e Diritti degli animali. Da quando frequenta gli uffici del Comune di Fiumicino (il suo ad onor del vero ha una location particolare perché si trova in una villa, in un parco con l’area cani) ha deciso di portare con sé al lavoro Lillo, il suo maremmano di cinque anni.
La Poggi fa notare che anche molti cittadini, quando sono in coda negli uffici, portano i loro amici a quattro zampe e questo non può che essere un bene, oltre che una misura preventiva contro i malori provocati dal caldo. Inoltre, il fatto di poter portare il proprio cane con sé in diversi posti, permette alle persone di portarli fuori più spesso ed in tranquillità, senza dover necessariamente separare la passeggiata di Fido dai propri impegni giornalieri. Non tutti i luoghi sono adatti ai cani, perché li possono mettere in condizioni di stress o per una questione di convivenza civile, ma piuttosto che vietare a priori l’ingresso agli animali bisognerebbe fare delle altre considerazioni.
Un’iniziativa come quella del Cittadino a 4 zampe in Italia, ad esempio, permette alle persone di sapere che quel cane non è pericoloso ed è stato educato per abituarlo ad affrontare le diverse situazioni della vita in città. Basterebbe un impegno di questo tipo da parte dei proprietari e l’impegno da parte delle amministrazioni comunali e dei commercianti a permettere l’accesso agli amici a quattro zampe che hanno affrontato un percorso come quello del C4Z con i propri compagni umani, per far si che le cose siano più semplici e chiare per tutti.
La decisione della Poggi di portare Lillo in ufficio, invece che venir apprezzata, è stata aspramente criticata dal Pdl. Il leader Mauro Gonnelli sottolineando come tutto ciò sia irrispettoso nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere senza un cane, chiede “e chi fosse allergico?”. A parte che una persona fortemente allergica potrebbe star male semplicemente perché la persona seduta di fianco ha la maglia con qualche pelo di cane o di gatto, mentre quelle mediamente allergiche basta che non tocchino il cane, la vera questione é: perché quando si tratta di animali si tirano fuori malattie mortali e situazioni di pericolo estremo mentre quando si parla di conservanti, smog, inquinamento acustino si è tutti più moderati? questione di comodo? Io, ad esempio, tra le mie tante allergie annovero quella agli ulivi. Secondo voi dovrei chiedere all’amministrazione comunale di sradicarli perché sono un attentato al mio benessere personale? Dovrei parlare di mancanza di rispetto?
A volte il rispetto non è un concetto astratto e lontano, lo si può trovare anche nelle piccole cose. Come il buon senso.
Per questa ragione noi della Redazione del DogMagazine.it apprezziamo l’iniziativa della Poggi e speriamo che sia un ulteriore passo nella direzione di una civile e rispettosa convivenza tra chi possiede un cane e chi no.
Era andata a riprendere i cani in pensione dopo essere stata in viaggio in Argentina e, poco dopo, aveva deciso di sguinzagliare i suoi due Bull Terrier nell’area dell’autogrill modenese nel quale si era fermata per una sosta. Vedendo avvicinarsi un uomo con un cane […]
Carlotta Guastini con i suoi due Bull Terrieri, un maschio ed una femmina,
Era andata a riprendere i cani in pensione dopo essere stata in viaggio in Argentina e, poco dopo, aveva deciso di sguinzagliare i suoi due Bull Terrier nell’area dell’autogrill modenese nel quale si era fermata per una sosta. Vedendo avvicinarsi un uomo con un cane lo aveva informato che il maschietto della coppia non andava molto d’accordo con gli altri cani maschi.
Questo è bastato a scatenare l’aggressione. L’uomo si è avventato contro il cane della ragazza, la venticinquenne Carlotta Guastini, prendendolo a calci, per poi prendere a pugni anche leu nel momento in cui aveva cercato di intervenire. Alcuni testimoni hanno chiamato la polizia ma nel frattempo Carlotta ha riportato diversi lividi, naso sanguinante e occhiali rotti. Un niente, una semplice informazione (che forse l’uomo ha vissuto come un divieto?), sono bastati a scatenare tanta violenza.
La ragazza venticinquenne è riuscita a convincere l’uomo a mostrarle i documenti, anche grazie all’aiuto di altre persone che si trovavano in loco, e a prendere il numero di targa. Ora spetta alla giustizia far scontare all’uomo la pena non per un’aggressione ma per due. E se al posto della ragazza ci fosse stato un uomo, la violenza sarebbe stata maggiore? E se il cane l’avesse morso, come si sarebbero messe le cose per il povero quadrupede? I giornali e le tv sono piene di atti di violenza gratuiti. Qualcosa deve cambiare.
L’oggetto del desiderio è l’ex vasca delle foche situata a Milano in zona 1, all’interno dei giardini Montanelli. Qui, più di vent’anni fa, vi era uno zoo e la vasca in questione lo testimonia. Peccato che sia rimasta inutilizzata da allora. Siccome il caldo non […]
Siccome il caldo non è un problema solo per le persone, il consiglio di zona 1 ha proposto di trasformarla in una vasca per cani. Il comune, però, tace.
L’oggetto del desiderio è l’ex vasca delle foche situata a Milano in zona 1, all’interno dei giardini Montanelli. Qui, più di vent’anni fa, vi era uno zoo e la vasca in questione lo testimonia. Peccato che sia rimasta inutilizzata da allora. Siccome il caldo non è un problema solo per le persone, il consiglio di zona 1 ha proposto di trasformarla in una vasca per cani. Il comune, però, tace. Ci saranno da fare mille lavori? Assolutamente no, basterebbe riallacciare la vasca alla rete idrica per permettere ai quattro zampe milanesi di ottenere un po’ di refrigerio. Una fontana con acqua dolce ci sarebbe, ma pare che le multe per colore che fanno bagnare lì i loro cani siano salatissime.
Quella del consiglio di zona 1 è davvero una bella iniziativa che non solo permetterebbe di ovviare al problema del caldo e del fare il bagno nella fontana principale, ma andrebbe a riqualificare una vasca che in questo momento non serve assolutamente a nulla.
L’iniziativa andrebbe a riqualificare una vasca che in questo momento non serve a nulla.
Divertentissimi sono i commenti di alcuni cittadini milanesi, chiaramente non amanti dei cani, che si chiedono perché fare qualcosa per i cani e non per i bambini e le persone anziane e perché i padroni devono “lavare i cani” a spese pubbliche. Innanzitutto, io credo che un genitore tenda a portare la prole al mare o in piscina piuttosto che in una vaschetta all’interno di un parco. Per non parlare delle persone anziane che, come ben si sa, si tuffano continuamente nelle fontane pubbliche… Per quanto riguarda la simpatica osservazione del “lavare i cani” a spese pubbliche, invece, non si può far altro che sorridere e chiedersi se loro quando si rinfrescano ad una fontanella o fanno il bagno al mare la vivano come una soluzione alternativa alla toeletta personale nel bagno di casa.
E’ questo il rischio che stanno correndo tutti quei cani che, per un motivo o per l’altro, passano la maggior parte del tempo chiusi in un box. La legge regionale del 29/03/2013 vieta la detenzione di cani alla catena e determina i parametri per poterli […]
La legge regionale del 29/03/2013 vieta la detenzione di cani alla catena e determina i parametri per poterli detenere all’interno di recinti.
E’ questo il rischio che stanno correndo tutti quei cani che, per un motivo o per l’altro, passano la maggior parte del tempo chiusi in un box. La legge regionale del 29/03/2013 vieta la detenzione di cani alla catena e determina i parametri per poterli detenere all’interno di recinti. Questi parametri prevedono che ogni cani abbia a disposizione un box di 10 mq, di cui almeno il 30% al coperto, e che possa passare del tempo in un giardino di almeno 150 mq. Se quest’ultima condizione non può essere rispettata, il box dev’essere di almeno 20 mq.
Se questa legge venisse modificata, secondo quanto verrà proposto quest’oggi da alcuni consiglieri PD e PdL durante la seduta dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna, questi parametri cesserebbero di esistere. E poiché le misure previste da questa legge sono uguali a quelle previste per i canili, se esse dovessero mai diventare arbitrarie, i cani dei privati, a differenza di quelli del canile, non avrebbero tutele.
Come fa giustamente notare Montuschi Simone, portavoce dell’Associazione Essere Animali, una vita in un recinto è già abbastanza difficile per un cane senza che vi si aggiungano ulteriori condizioni di privazione e stress.
E poi sorge spontanea la domanda: che cosa spinge dei consiglieri a voler eliminare una forma di tutela nei confronti degli animali? E’ vero che non tutti possono permettersi un box da 20 mq o un giardino da 150 mq. Però ricordo a tutti i signori deputati, parlamentari, consiglieri e via discorrendo, che avere un cane non è un obbligo. Invece, una volta che lo si porta a casa propria, di obblighi ce ne sono, e tanti. Soprattutto morali, etici e affettivi.
Veronica Berardi- Educatore Cinofilo Torino – Tel. 340.3036377
Ci sono libri per bambini che parlano anche ai grandi. E lo fanno ad alta voce. Libri leggeri ma densi di significato, da leggere in famiglia o da soli. Da regalare ai più piccoli…per poi “prenderli in prestito” e leggerli anche noi. Io sono soltanto […]
Ci sono libri per bambini che parlano anche ai grandi. E lo fanno ad alta voce. Libri leggeri ma densi di significato, da leggere in famiglia o da soli. Da regalare ai più piccoli…per poi “prenderli in prestito” e leggerli anche noi.
Io sono soltanto un cane, scritto da Jutta Richter, è la storia narrata in prima persona dal cane stesso, un giovane Pastore Ungherese che deve imparare a vivere con gli esseri umani e le loro regole. Ma in lui continua a vivere il ricordo della sua terra d’origine, di quei cieli azzurri, delle attività con gli altri cani.. Da leggere perché fa riflettere sul punto di vista dei nostri amici a quattro zampe e su noi stessi.
Tre bassottini in pericolo di Tatjana Gessler racconta una delle tante avventure di Rebecca, già protagonista di altri libri della stessa autrice. I piccoli bassotti sono finiti in canile ma, sfortunatamente, quest’ultimo e tutti i suoi ospiti sono in pericolo. Cosa succede? Rebecca riuscirà ad aiutarli? Utile per far svagare i più piccoli e per fargli conoscere, seppur in modo “divertente” una realtà come quella del canile.
Il mio nome è NO di Marta Altés della collana “I Tradotti” di Sinnos. Storia spassosa di un cucciolo convinto che il suo nome sia No perché viene sgridato così tante volte da far confusione. Eppure lui ce la mette tutta per far del suo meglio: assaggia il cibo dei proprietari per assicurarsi che sia buono, aiuta a tirar giù i panni stesi.. Quando si è così bravi non ci sono dubbi: No dev’essere il nome che gli è stato dato, mica un rimprovero! L’allegria di un cucciolo e tutte le sue trovate per farci capire come a volte i punti di vista tra noi ed i cani siano diversi.
E poi, ma questo è più un libro per ragazzi che per bambini, c’è l’intramontabile Zanna Bianca di Jack London. Storia di un lupo con un quarto di sangue di cane che si trova coinvolto in molteplici avventure durante le quali conoscere il peggio ma anche il meglio degli esseri umani. Le edizioni sono molteplici, basta sceglierne una. Che dire? Un classico. Sempre emozionante, sempre avvincente.
Veronica Berardi- Educatore Cinofilo Torino – Tel. 340.3036377
Fonte: TTeam Connections Può capitare, lavorando con il Tellington TTouch, di incontrare animali con un passato di abusi, maltrattamenti, segregazioni, che siano in qualche modo stati trascurati, spesso per mani delle persone. È difficile non sentirsi sopraffatti o adirati da queste storie, ma è importante […]
Può capitare, lavorando con il Tellington TTouch, di incontrare animali con un passato di abusi, maltrattamenti, segregazioni, che siano in qualche modo stati trascurati, spesso per mani delle persone. È difficile non sentirsi sopraffatti o adirati da queste storie, ma è importante concentrarsi sull’animale che abbiamo di fronte in questo preciso momento. La nostra intenzione, quando lavoriamo con questi animali, è di aiutarli a superare le limitazioni poste dalle esperienze passate.
Quando Molly e Alf sono arrivati da me la prima volta, Alf stava rannicchiato sul fondo della macchina rifiutandosi di uscire. Non c’era nessuna leccornia che poteva convincerlo.
ALF
Alf era uno dei tanti pittbull salvati dall’allevamento lager di cani da combattimento di Michael Vick. Vi risparmio i dettagli raccapriccianti, poiché la storia è stata ampiamente raccontata e documentata. Dapprima affidato al rifugio della Richmond Animal League ed è stato poi trasferito in stallo presso una famiglia amorevole in Oklahoma, da Molly Gibb. Molly, una Practitioner di Feldenkreis che aveva frequentato uno dei miei workshop di TTouch, mi ha chiesto di aiutarla a recuperare Alf. Quando Molly e Alf sono arrivati da me la prima volta, Alf stava rannicchiato sul fondo della macchina rifiutandosi di uscire. Non c’era nessuna leccornia che poteva convincerlo. Naturalmente avremmo potuto tirarlo fuori o prenderlo di
peso, ma il nostro scopo era di dare ad Alf una possibilità di scelta e far sì che potesse fidarsi di noi. Molly mi diceva che Alf era estremamente timoroso con le persone, ma gradiva la presenza di altri cani. Indie (il mio cane tutor) è accorsa in aiuto. Abbiamo dovuto camminare avanti e indietro per diversi minuti davanti alla macchina aperta, ma alla fine Alf, non senza esitazione, è sceso per raggiungerci.
Con tutte le migliori intenzioni di restare emozionalmente neutra, devo ammettere che è stato toccante vedere Alf per la prima volta. Il suo estremo timore si rifletteva nella sua postura… contratta, coda fra le gambe, zampe in tensione e così fuori equilibrio da sembrare instabile. Al minimo rumore si
spaventava e si appiattiva a terra. Molly diceva che faceva “la frittata”. Come potrete immaginare, per Alf era molto difficile essere toccato da una sconosciuta e ho dovuto fare l’impossibile per fargli capire che non costituivo una minaccia per lui. Ho dovuto accucciarmi, riconoscere e rispondere ai suoi segnali calmanti, usare bocconcini, tutto aiutava. La prima cosa da fare per ridurre il suo schema di tensione e la sua sensibilità a essere toccato è stata utilizzare un bendaggio. Le prime sessioni di TTouch erano brevi e gli lasciavo modo di allontanarsi quando ne aveva bisogno. Il fatto di lasciargli la
scelta se allontanarsi o restare sembrava ridurre la sua paura, alla fine ha iniziato ad avvicinarsi a me, rimanendo vicino per essere toccato più a lungo.
Durante le nostre sessioni lo scopo era che Alf potesse provare nuove esperienze sensoriali in un ambiente sicuro per permettergli di acquisire fiducia. (…)
Il cambiamento di gran lunga più significativo è si è verificato inserendo nel lavoro Gabriel, il mio cavallo islandese. Usare il cavallo era un modo per cambiare il contesto dell’esercizio.
Abbiamo lavorato sulla mancanza di equilibrio di Alf e sui suoi movimenti talvolta impacciati usando il lavoro a terra del TTouch. Camminare su assi orizzontali, salire e scendere da piccole rampe inclinate, passare attraverso una scala a terra e completare il labirinto lo ha aiutato a coordinare più efficacemente il suo corpo. Una fase importante è stata fare in modo che Molly cambiasse il collegamento del guinzaglio dal collare/collo a una pettorina. Poiché Alf si spaventava e si allontanava improvvisamente in qualunque momento, una costrizione intorno al collo non avrebbe che peggiorato la sua paura e la sua ansia. La pettorina ci ha anche permesso di usare il guinzaglio con due punti di contatto e quindi di avere maggiore influenza nel riportare il corpo di Alf in equilibrio. Migliorando il suo equilibrio, sono aumentate anche la sua sicurezza e la sua capacità di restare concentrato.
Il lavoro è poi proseguito inserendo nuove persone e altri animali nel lavoro a terra. Se da un lato Alf non ha mai mostrato la minima aggressività verso gli altri cani, era a volte roppo esuberante, tirava al guinzaglio e “faceva il matto” come meccanismo di coping. Il cambiamento di gran lunga più significativo è si è verificato inserendo nel lavoro Gabriel, il mio cavallo islandese. Usare il cavallo era un modo per cambiare il contesto dell’esercizio. Inizialmente Alf era sovraeccitato, ma ha risposto subito ai segnali calmanti che Gabriel gli inviava dimostrando un livello migliore di autocontrollo.
È interessante notare che quando abbiamo provato a usare la bacchetta con Alf, si è spaventato e tendeva ad allontanarsi come tentavamo di toccarlo. Quando ha visto di nuovo la bacchetta mentre lavoravamo con Gabriel, non ne ha più avuto paura, anzi, ha iniziato a giocarci.
Dopo numerose lezioni private al mio centro, svoltesi nel corso di diversi mesi, Molly ha portato Alf a un corso di un fine settimana che tenevo a Oklahoma City. Alf è riuscito a gestire la situazione egregiamente. Per me e Molly è stato meraviglioso avere la conferma che Alf aveva ritrovato sicurezza in se stesso ed era capace di a$rontare estranei e un ambiente sconosciuto.
DANNY
Danny, un piccolo Cairn Terrier con una grande capacità di recupero, è stato salvato da un allevamento intensivo da una associazione molto efficiente e attenta chiamata Colonel Potter Cairn Rescue Network (www.cairnrescue.com). Prelevato in pessima forma fisica, ha dovuto subire un intervento all’orecchio per salvargli l’udito e gli hanno dovuto estrarre tutti i denti, ormai marci. Grazie all’aiuto di molti volontari che lo hanno trasferito da New York a uno stallo a Vancouver, BC, Danny alla fine è stato adottato da Iona Turner.
Ho conosciuto Danny e Iona a un corso di formazione per Practitioner a Gibson, BC lo scorso ottobre. Iona ci ha raccontato così la storia di Danny: “Quando Danny è venuto a vivere con noi a dicembre 2007, tutto quel che riusciva a fare era attraversare la strada e arrivare due case più avanti rispetto alla nostra. Poi si fermava, si girava e fissava casa nostra. Non riusciva ad allontanarsi più di così, aveva troppa paura”. Guardare l’andatura e i movimenti di Danny mi faceva pensare a quelli di un robot. Il poveretto era estremamente rigido e non riusciva a flettere le ginocchia e a muovere le anche. Quando era al guinzaglio si bloccava spesso e si irrigidiva alla minima tensione del guinzaglio. Tendeva anche a ringhiare se qualcuno si avvicinava troppo rapidamente o di sorpresa. Questo costituiva un problema per Iona, poiché le persone, spesso, vedendo un “cagnolino piccolo così carino” si avvicinavano per carezzarlo senza chiedere il permesso. Danny tendeva a ringhiare anche agli altri cani quando si avvicinavano troppo.
Guardare l’andatura e i movimenti di Danny mi faceva pensare a quelli di un robot. Il poveretto era estremamente rigido e non riusciva a flettere le ginocchia e a muovere le anche.
Le orecchie di Danny erano particolarmente sensibili e la finta pelliccia di pecora si è rivelata di grande aiuto. Rispondeva anche molto bene anche agli scivolamenti sulle orecchie. Naturalmente abbiamo concentrato il lavoro sulle anche, sul posteriore e sulla coda per sciogliere le tensioni e migliorare la sua mobilità. Durante la settimana di formazione abbiamo fatto molto lavoro a terra, in un grande campo all’aperto. Per Danny è stata una bella sfida ad affrontare la combinazione di grandi spazi con la presenza di altri cani, infatti, si bloccava frequentemente. Non appena il guinzaglio andava in tensione
si irrigidiva moltissimo.
Fortunatamente Danny amava molto i bocconcini e questo lo ha motivato più volte a ripartire. A mano a mano che Danny acquisiva fiducia e che Iona migliorava nella gestione del guinzaglio, Danny riusciva a completare tutto il percorso a terra senza bloccarsi e senza ringhiare ai cani che si trovavano nelle vicinanze. Il lavoro a terra lo ha aiutato ad aumentare la sua autostima.
Abbiamo potuto lavorare con Danny solo per una settimana, ma i successi sono stati notevoli. Ecco come Maureen Bodie, un’altra studentessa del corso e membro dell’associazione Colonel Potter Cairn Rescue Network ha descritto i cambiamenti di Danny: “È stato così bello vederlo rilassarsi con il TTouch e scoprire che può fidarsi anche di sconosciuti che lo toccano gentilmente e con intento amorevole, portando conforto e rilassamento. Con il suo mantello leggermente granuloso, è stato davvero interessante osservare quegli occhioni marroni fare una pausa e pensare a quello che stava vivendo e a cosa gli sarebbe stato chiesto di fare dopo, e considerare il mondo con più fiducia e apertura con lo svolgersi della settimana di formazione”.
Quando penso al cambiamento che ho visto sia in Alf, sia in Danny durante il corso e nelle sessioni di TTouch, la cosa più grati!cante è stata vedere la luce tornare nei loro occhi.
Il cambiamento di gran lunga più significativo è si è verificato inserendo nel lavoro Gabriel, il mio cavallo islandese. Usare il cavallo era un modo per cambiare il contesto dell’esercizio.
Quando Molly e Alf sono arrivati da me la prima volta, Alf stava rannicchiato sul fondo della macchina rifiutandosi di uscire. Non c’era nessuna leccornia che poteva convincerlo.
Usa. Washington. 24 ore al giorno ininterrotte di trasmissioni televisive solo per Cani. Brevi video che hanno l’intenzione di rilassare e divertire i cani mentre i proprietari sono fuori casa, impegnati per lavoro o per altro. Gli ideatori dicono di aver sviluppato programmi televisivi ad […]
24 ore al giorno ininterrotte di trasmissioni televisive solo per Cani.
Brevi video che hanno l’intenzione di rilassare e divertire i cani mentre i proprietari sono fuori casa, impegnati per lavoro o per altro.
Gli ideatori dicono di aver sviluppato programmi televisivi ad hoc, specifici per stimolare, divertire e rilassare i nostri amici a 4 zampe.
Spettacoli che stimolano i cani al movimento, ai suoni, a determinati oggetti, esperienze e modelli di comportamento, tutti dal punto di vista del cane.
“Dogsitter” ideale per i cani che restano da soli in casa.
Volete che il vostro cane si rilassi?
oppure volete che il vostro cani si attivi un po’?
Abbiamo sentito il nostro istruttore cinofilo professionista di riferimento, Claudio Minoli, del centro cinofilo Psycodogs, per meglio comprendere la validità di questo nuovo servizio che nasce negli stati uniti.
Claudio: La televisione non potrà mai sostituire le attenzioni del proprietario. Credo che un servizio del genere possa essere utile soprattutto per brevi periodi, ma in alcun modo è possibile ipotizzare che programmi televisivi sostituiscano le attività, ma soprattutto il benessere che solo l’interazione con il proprietario può ricreare.
Nei programmi di rieducazione che noi portiamo avanti, vi sono già delle specifiche situazioni in cui consigliamo l’utilizzo di supporti multimediali. Suoni per programmi di desensibilizzazione, per il controcondizionamento e così via, ma il tutto deve essere sempre monitorato attentamente da parte del proprietario e dell’istruttore cinofilo professionista che imposta determinati lavori rieducativi.
In definitiva, un servizio utile, ma che non può sostituire l’assenza del proprietario per lunghi periodi.
Una vera Tv da cani, per cani, utile, simpatica, ma non indispensabile, e soprattutto che non può sostituire il proprietario.
Solitamente, quando i cani randagi godono delle attenzioni della stampa, è per sottolineare quanto siano numerosi o pericolosi. Ci capita di sentire storie bellissime di cani poliziotto che compiono gesti eroici, oppure sono i straordinati cani della Protezione Civile; talvolta è qualche cane di proprietà […]
I cani si sono gettati senza pietà sul pedofilo che, per difendersi, ha lasciato andare la bambina.
Solitamente, quando i cani randagi godono delle attenzioni della stampa, è per sottolineare quanto siano numerosi o pericolosi. Ci capita di sentire storie bellissime di cani poliziotto che compiono gesti eroici, oppure sono i straordinati cani della Protezione Civile; talvolta è qualche cane di proprietà a mettere le sue abilità al servizio della famiglia.
Invece oggi vi voglio riportare una notizia che vede protagonisti 5 randagi argentini. Una decina di giorni fa, nell’Argentina del nord, una ragazzina di 12 anni stava attraversando una zona isolata per raggiungere la casa della zia quando, all’improvviso, è comparso un uomo che ha cercato di costringerla a seguirlo in un angolo ben nascosto per violentarla. La bambina si è messa a gridare e a piangere e subito sono arrivati i soccorsi: un branco di cani randagi. I cani si sono gettati senza pietà sul pedofilo che, per difendersi, ha lasciato andare la bambina.
La bambina, così, è riuscita a scappare e a raggiungere le abitazioni dei dintorni dove ha chiesto aiuto. Allertata, la polizia è andata in cerca del pedofilo che però era già scappato. Dei cinque eroi nessuna traccia…ma la bambina gli sarà riconoscente in eterno.
Non credo che questi cinque randagi se ne farebbero qualcosa di una medaglia al valore, ma se la meriterebbero davvero. Speriamo che gli abitanti del posto sapranno essere generosi quanto loro, quando e se li rivedranno di nuovo…
Fonte: Counsel & Heal, articolo di Cheri Cheng Traduzione a cura di: Veronica Berardi Nano, un barboncino nano di colore nero, è un cagnolino minuscolo e soffice che si comporta come qualsiasi altro cane. Ma a differenza degli altri, questo cagnetto di quattro anni è […]
“Di solito, quando sono in hotel, comincio a pulire tutta la stanza per essere sicura che non sia contaminata. Adesso ho Nano che ricontrolla tutto! Non riesco più ad immaginare la mia vita senza di lui”.
Nano, un barboncino nano di colore nero, è un cagnolino minuscolo e soffice che si comporta come qualsiasi altro cane. Ma a differenza degli altri, questo cagnetto di quattro anni è stato addestrato per un anno per imparare a scoprire le allergie alle noci. La sua proprietaria, Yasmine Tonblad, la quale ha numerose allergie a noci, noccioline e anacardi, può andare incontro ad uno shock anafilattico anche solo annusando delle noci che si trovano vicino a lei, all’interno della stessa stanza. Da quando c’è Nano, la sua vita è sensibilmente cambiata, attenuando la sua paura delle noci.
“Lui mi ha ridato un po’ di indipendenza, infatti non sono più preoccupata di mangiare a casa di amici o di fare dei viaggi di lavoro”, ha detto Yasmine, che è di Malvern, Worcestershire, nel Regno Unito, secondo quanto detto dal Daily Mail. “Di solito, quando sono in hotel, comincio a pulire tutta la stanza per essere sicura che non sia contaminata. Adesso ho Nano che ricontrolla tutto! Non riesco più ad immaginare la mia vita senza di lui”.
La Tonblad ha sviluppato una grave allergia alle noci quando era bambina. Da adulta, l’allergia sembrava essere sparita salvo rispuntare dal nulla verso la fine dei vent’anni. Da quel momento, la Tonblad è stata portata 15 volte d’urgenza in ospedale negli ultimi otto anni. Dopo aver sentito parlare dei cani che possono essere addestrati per aiutare le persone che hanno delle malattie, come l’allergia o il diabete, la Tonblad ha immediatamente cercato il modo per prenderne uno. Contattò l’organizzazione benefica, Medical Detection Dogs, situata a Milton Keynes, nella contea di Buckinghamshire nel Regno Unito.
L’organizzazione accettò di collaborare per addestrare un cane che fosse abile a scoprire le allergie alle noci e, fondamentalmente, che potesse proteggere la Tonblad da un potenzialmente fatale incontro con queste ultime. Il Medical Detection Dogs ha messo la Tonblad in coppia con Nano, che è attualmente il primo cane in Europa a fiutare l’allergia alle noci.
“La differenza che tutto ciò riesce a fare per un cliente che soffre di una condizione come questa è davvero strabiliante” ha detto Simone Brainch in accordo con l’organizzazione benefica.
Stava filmando un’operazione della polizia locale, ovvero quella di Hawthorne in California, quando due agenti gli vanno incontro e dopo qualche scambio di battute gli si avvicinano. Allora Leon Rosby mette il suo cane Max, un Rottweiler di 3 anni, in macchina e va incontro […]
Stava filmando un’operazione della polizia locale, ovvero quella di Hawthorne in California, quando due agenti gli vanno incontro e dopo qualche scambio di battute gli si avvicinano. Allora Leon Rosby mette il suo cane Max, un Rottweiler di 3 anni, in macchina e va incontro agli agenti. Quest’ultimi lo arrestano e fanno per portarlo via. Max vedendo la scena abbaia e salta fuori dal finestrino per raggiungere Rosby. In pochi secondi uno degli agenti vede il cane, si spaventa e gli spara fino ad ucciderlo. Non gli spara un colpo ma una raffica di colpi. Anche quando Max cade a terra continua a sparargli. Non si può commentare la follia dimostrata dagli agenti, i quali, ognuno in modo diverso, hanno delle colpe nella vicenda. La facilità con la quale un poliziotto usa la pistola.
Impossibile mettersi nei panni del proprietario che a causa di un filmato, azione probabilmente evitabile ma innocua, ha vissuto una tragedia del genere.
Di seguito alcune immagini che ricostruiscono la vicenda. In fondo alla pagina, invece, vi è il video la cui visione è consigliata solo ad un pubblico adulto visto la crudeltà e la violenza di quanto accaduto.
Rosby filma la polizia locale con il suo celluare mentre passeggia con il suo cane Max.
Dopo essere stato chiamato dalla polizia Rosby mette il cane in macchina per dimostrare la sua volontà di andarsene e le sue intenzioni pacifiche.Max sale tranquillamente in macchina. I finestrini sono abbassati per non far surriscaldare la macchina.Rosby si fa arrestare dai poliziotti senza opporre resistenza.Max va verso il suo padrone e già uno dei poliziotti mette la mano sulla pistola.
Il poliziotto spara a Max diverse volte.Max è già ferito ed a terra, forse si sarebbe potuto salvare ma il poliziotto continua a sparargli.
Ci sono cani che amano viaggiare in macchina (il mio cocker, ad esempio), cani che la tollerano ed altri che iniziano a sentirsi male ancor prima di esserci saliti. Non c’è una regola prestabilita per far si che il vostro amico a quattro zampe sia […]
I cuccioli, così come i bambini, sembrano essere particolarmente soggetti al mal d’auto.
Ci sono cani che amano viaggiare in macchina (il mio cocker, ad esempio), cani che la tollerano ed altri che iniziano a sentirsi male ancor prima di esserci saliti. Non c’è una regola prestabilita per far si che il vostro amico a quattro zampe sia contento di viaggiare con voi in automobile. Ma di sicuro ci sono alcune cose che andrebbero evitate…
I cuccioli, così come i bambini, sembrano essere particolarmente soggetti al mal d’auto. Sarà il movimento, sarà che non ci sono abituati, fatto sta che non sembrano molto felici. Il nostro compito è quello di abituarli gradualmente, evitando viaggi molto lunghi. Se il cucciolo si dimostra abbastanza tranquillo potremmo proporgli un giretto in macchina di qualche minuto e poi aumentare i tempi.
Nel centro cinofilo in cui lavoro ci capita spesso di avere a che fare con proprietari un po’ troppo frettolosi. Il risultato sono dei cani che nel migliore dei casi tollerano la macchina, ma esprimono comunque una certa dose di disagio e stress. I proprietari se ne accorgono e mi chiedono che cosa devono fare per far si che Fido possa viaggiare più tranquillamente. Come educatore cinofilo, uno dei miei compiti è proprio quello di agevolare cane e proprietario nella vita quotidiana. Allora pianifico un percorso ad hoc per il binomio in questione di modo che il viaggio in macchina diventi qualcosa di piacevole, se non entusiasmante!
Anche se avete un cane adulto, è buona norma fare numerose soste in caso di tragitti molto lunghi e dargli un pochino d’acqua. Ci sono cani che se mangiano prima di viaggiare poi si sentono male, altri per cui la cosa è indifferente. In linea di massima, non conoscendo i vostri cani, vi consiglio di posticipare il pasto al momento dell’arrivo. Se Fido non ama viaggiare in macchina diventa fondamentale consultare un educatore cinofilo, perché aiutare il vostro amico a quattro zampe a sentirsi più a suo agio in questa circostanza significa poterlo portare con sé in numerosi viaggi, brevi o lunghi che siano, senza doverlo lasciare a casa o da qualche altra parte.
E già che ci siamo, tenendo conto che mentre scrivo questo articolo sto mentalmente benedicendo il condizionatore, visto che fuori c’è una temperatura di circa 30°, eccovi un altro piccolo promemoria: se dovete scendere per pochi minuti dalla macchina e Fido non può venire con voi, ricordate di cercare un parcheggio all’ombra e di lasciare i finestrini (tutti e due i finestrini posteriori, di modo che circoli un po’ d’aria) aperti. Anche se molti di voi sanno già come comportarsi quando fa caldo e Fido è in macchina, non dimenticatevi che più persone vengono informate e minore è il rischio che si commetta qualche errore di troppo. Quest’estate sarebbe bello non dover sentire brutte notizie riguardanti incidenti di questo tipo.. Così evitabili.
Ed ora non vi resta che allacciare le cinture e partire. Per le vacanze estive, per una giornata in montagna o per…un giro dal panettiere. L’importante è partire con un cane felice sul sedile posteriore!
Tutti noi amici degli animali, appena una settimana fa, festeggiavamo con la LAV perché finalmente c’è una legge che tutela la loro presenza in condominio. Ed ecco che giunge la notizia di una giovane Golden Retriever, Mia, che nel livornese salva un’intera palazzina! Anche se […]
Chi, se non un cane con il suo meraviglioso olfatto, sarebbe riuscito a percepire l’odore di fumo nel cuore della notte? Chi avrebbe fatto in tempo ad accorgersene?
Tutti noi amici degli animali, appena una settimana fa, festeggiavamo con la LAV perché finalmente c’è una legge che tutela la loro presenza in condominio. Ed ecco che giunge la notizia di una giovane Golden Retriever, Mia, che nel livornese salva un’intera palazzina! Anche se le straordinarie imprese di cani, gatti, pappagalli & co. non sono una novità, è sempre bello ricordare a chi ha la memoria troppo corta che i nostri amici, pelosi e non, si mostrano spesso non solo dei compagni meravigliosi, ma anche capaci di salvarci la vita.
Mia, sentendo l’odore del fumo proveniente dall’appartamento di fianco, ha abbaiato a lungo per svegliare il padrone nel cuore della notte. L’uomo si è svegliato, probabilmente dapprima stupendosi del comportamento anomalo della cagnolina, e si è accorto che qualcosa non andava. L’odore di bruciato era diventato così forte da essere percepito anche da lui. Il padrone di Mia ha subito dato l’allarme e l’incendio è stato sedato.
L’incendio era stato appiccato da un uomo di 53 anni nel tentativo di suicidarsi. Mia non solo ha salvato la palazzina dall’incendio ma, poiché sono stati chiamati gli agenti di polizia, ha impedito all’uomo, che subito dopo aveva tentato di buttarsi dal balcone, di togliersi la vita. Adesso il vicino di casa della famiglia di Mia si trova sotto sorveglianza in ospedale.
Chi, se non un cane con il suo meraviglioso olfatto, sarebbe riuscito a percepire l’odore di fumo nel cuore della notte? Chi avrebbe fatto in tempo ad accorgersene? Chissà se anche gli intolleranti alla presenza degli animali in condominio, quelli che si preoccupano dei peli sulle scale (perché invece le nostre scarpe, i nostri capelli e quant’altro non fanno testo), dei possibili abbai ed eventuali terribili “fastidi”, stanno riconsiderando il loro punto di vista…
Noi del DogMagazine.it, per il momento, ci accontentiamo di iniziare la giornata con questa bella notizia. Nella speranza che le cose a poco a poco cambino e la gente capisca che Mia è stata meravigliosa. Ma sono meravigliosi anche tutti gli altri che, ogni giorno, compiono piccole e grandi azioni che rendono la nostra vita diversa. In una parola:migliore.
Cani di nessuno, cani che nessuno vuole, cani odiati, cani “che sono un problema”, cani che si possono uccidere, torturare…questi sono i cani dell’est. Il randagismo è un fenomeno diffuso, un fenomeno che in alcune situazioni si rivela problematico ma che di sicuro non giustifica […]
I cani di nessuno…che nessuno vuole nemmeno vedere.
Cani di nessuno, cani che nessuno vuole, cani odiati, cani “che sono un problema”, cani che si possono uccidere, torturare…questi sono i cani dell’est.
Il randagismo è un fenomeno diffuso, un fenomeno che in alcune situazioni si rivela problematico ma che di sicuro non giustifica le azioni di noi uomini.
Siamo ben consapevoli del continuo massacro di cani in Ucraina, è cambiato poco dalla preparazione agli europei di calcio, vi ricordate lo sterminio di massa per permettere ai tifosi “di stare tranquilli” per le strade?! Cani ammazzati, torturati, buttati in fosse comuni… non ci furono (e non ci sono parole tutt’ora) per quello scempio. Vi ricordate le foto che giravano su internet? Quei mostri che uccidevano e torturavano sorridevano pure, come se fosse tutto assolutamente normale…
Ora in Ucraina si continua con l’eccidio ma, come sempre, molte notizie che riguardano i nostri amici a quattro zampe vengono passate in secondo piano. Al momento gli ambasciatori stanno cercando di risolvere la situazione…vedremo un poco come evolveranno i fatti.
Al momento però c’è un altro problema che merita la giusta attenzione. In Romania, precisamente a Mangalia sul litorale e a sud di Costanza i cani randagi stanno sparendo.
Proprio così, centinaia di cani che spariscono! Questi piccoli sfortunati vengono catturati con la motivazione : “danno fastidio al turismo” e così pagano a caro prezzo le nostre vacanze… e dico “nostre” poiché Mangalia è una città turistica molto frequentata da italiani.
I cani vengono catturati, stipati in furgoni e fatti sparire.
Quindi, con la motivazione (o scusa) di voler rendere sicure le strade per rendere migliore le vacanze dei turisti hanno deciso di “pulire” le strade dai cani.
I cani vengono catturati da uno spiegamento di forze, persino sotto scorta della polizia probabilmente perché sono consapevoli della gravità di tutto questo e sanno bene che molta gente è pronta a reagire. Una volta catturati, questi cani vengono stipati in furgoni che ovviamente non sono propriamente a norma per il trasporto di animali e non sono nemmeno ventilati. Non si conoscono i costi dell’operazione, il nome della “ditta” che si occupa dei “prelievi” e ovviamente la meta di questi cani risulta sconosciuta!
Ebbene, dopo aver catturato e stipato questi cani….di loro non si sa più niente…
Si, spariscono nel nulla. Sono cani di nessuno fatti sparire per non infastidire i turisti…
E questi cani sono costretti a “pagare” la nostra vacanza.
Anche se non hanno casa, non hanno un padrone ma vagano in branchi, hanno assolutamente lo stesso diritto ad essere rispettati, non sono cose che si posso prendere e gettare via.
Posso comprendere che la presenza di molti cani randagi, in branco possa in qualche modo risultare di difficile gestione specialmente in luoghi turistici e comprendo anche che un paese tenga alla sua immagine e voglia tenersi stretti i turisti…ma questo non giustifica la barbarie, la cattiveria, lo sterminio, l’assoluta mancanza di rispetto per la vita di questi cani.
Invece di trovare formule alternative, invece di risolvere in modo CIVILE questa situazione della presenza di cani randagi in città, l’uomo si comporta come un essere senza scrupoli e senza pietà (come spesso accade). E quei cani sono costretti a pagare il prezzo della follia dell’essere umano.
Speriamo che queste sparizioni terminino presto e speriamo che in questi paesi dove i cani vengono trattati alla stregua di oggetti inutili si trovino altre soluzioni e si sviluppi di più una cultura cinofila dalla parte del cane.